Interviste


Le più importanti interviste ai personaggi della televisione italiana.


10
giugno

GIULIA MICHELINI A DM: ERO INDECISA SE PARTECIPARE A SQUADRA ANTIMAFIA 4. CI SARO’ MA IL RUOLO DI ROSY ABATE SARA’ RIDIMENSIONATO

Giulia Michelini

A poche ore dal gran finale di Squadra Antimafia Palermo Oggi 3 non potevamo non far approdare su DM la boss Rosy Abate, artefice prima del successo della terza stagione della fiction targata Taodue. E conviene godercela appieno, poichè – come ci confida la protagonista – il ruolo della capomafia più sexy del Paese sarà ridimensionato nella quarta serie. Un cambiamento voluto dalla stessa attrice con la quale abbiamo fatto un tuffo in un virtuale backstage per scoprire cosa si cela dietro la cattiveria e la spietatezza del personaggio interpretato. E’ con vero piacere che diamo il benvenuto a Giulia Michelini su DM.

Giulia, che ci facevi nei giorni scorsi dall’avvocato?

E’ un periodo un po’ così. Sto cambiando alcune cose, ne sto sistemando altre. Devo riassettare un po’ la mia vita.

Ti trovi bene nel ruolo di cattiva?

Si, mi piace e mi sono divertita molto. Nei tre anni ho cercato di diversificare un po’ il personaggio: in queste ultime puntate, ad esempio, è più fragile e non spietata e cattiva come al solito.

Nella quarta serie come sarà?

E’ una bella domanda. Bisognava decidere se partecipare o meno. Io tengo al progetto ma dopo tre anni diventa difficile mettere nuova farina. Ci sarò sicuramente perchè alla fine siamo arrivati a un compromesso ma il ruolo di Rosy Abate penso che sarà ridimensionato. Lei probabilmente collaborerà, ma non potrà fare molto altro visto che sarà in carcere.

Quindi questa sera Rosy Abate verrà arrestata (ultima puntata di Squadra Antimafia alle 21.10 su Canale5)?

Presumo proprio di si (ride, ndDM).

Nella vita sei ‘tosta’ come lo sei per fiction?

Nel quotidiano non tanto, sono abbastanza morbida e anche lasciva per certi versi. Sono determinata solo per le cose a cui tengo veramente. Rosy Abate è una che agisce subito e quando vuole qualcosa la ottiene, seppur con la forza. Io, invece, procrastino, procrastino…

Il tuo curriculum è molto legato al Presidente di Taodue, Pietro Valsecchi…

E’ totalmente legato a Valsecchi; non ho mai lavorato in RAI. Fino a poco fa avevo proprio un’esclusiva con Pietro ed era difficile uscire dalla scuderia. Adesso sono sicuramente più libera, tendo a fare contratti annuali. Con Taodue, invece, si procedeva con contratti triennali e, pur essendo una grande sicurezza, ogni tanto c’è anche voglia di fare altro e di spaziare.

Per esempio, cosa?




10
giugno

EDOARDO CAMURRI A DM: SODDISFATTO DI MI MANDA RAITRE MA IL PROGRAMMA SOFFRE LA CRONACA NERA DI QUARTO GRADO

Edoardo Camurri

Con un curriculum da giornalista culturale, all’età di 37 anni Edoardo Camurri ha conosciuto l’ebbrezza della prima serata. Gli è stato affidato, infatti, il difficile quanto prestigioso compito di rilanciare Mi Manda Raitre, storico brand della terza rete di Viale Mazzini. Dopo sei puntate, come spiega il conduttore a DM, il bilancio è soddisfacente: la ’sostanza c’è’ e gli ascolti, anche se bassi, vanno interpretati. Colpa di una serata non proprio facile e della cronaca nera di Quarto Grado, sul cui appeal presso il pubblico Edoardo ha una teoria…

Com’è arrivato un ‘filosofo per vocazione’ a Mi Manda Raitre?

Facendo dei colloqui e un provino; una cosa meravigliosa e molto seria così come dovrebbe essere. Io mi occupavo del cosiddetto giornalismo culturale: ho curato per Adelphi un libro su Rodolfo Wilcock, importante scrittore della seconda metà del Novecento, altre cose culturali sul Foglio e ho condotto Omnibus Estate oltre ad aver fatto tanta radio. Poi ho ricevuto una telefonata dalla Rai che mi invitava a fare un colloquio, al quale è poi seguito un provino vero e proprio in cui ho simulato due casi da Mi Manda Raitre con dei figuranti.

Sei soddisfatto di come procede la trasmissione?

Sì, certo, la sostanza c’è. Per quanto riguarda gli ascolti non lo sono perché si può sempre fare di più. Sono dati che vanno interpretati: come diceva Nietzsche ‘non esistono fatti ma solo interpretazioni’. In un palinsesto molto difficile come quello del venerdì sera dove Rai 3 storicamente fatica, noi abbiamo fatto guadagnare qualcosina. Inoltre dopo un anno e più di assenza del programma con un conduttore nuovo ed esordiente non era facile. Non ci aiuta la concorrenza molto forte di Quarto Grado, così come il fatto che proponiamo temi duri in una serata della settimana in cui gli italiani hanno voglia di svagarsi. Anche la cronaca nera di Quarto Grado è una forma di svago se pensiamo ai gialli che d’estate leggiamo avidamente.

Che ne pensi dell’invasione della cronaca nera sulla tv generalista?

Sui casi di cronaca c’è un aspetto interessante che si collega alle favole tradizionali. Un esempio è la storia di Pollicino: una favola tradizionale che da secoli raccontiamo ma che è cronaca nera efferata. Ritengo perciò che la cronaca nera tocchi aspetti profondi della psiche collettiva, che susciteranno sempre interesse e che vanno ad agganciarsi a degli archetipi di cui siamo in qualche modo succubi. Si tratta del fango primordiale nel quale noi sguazziamo da sempre. Più che sociologica, dunque, darei una spiegazione archetipica al successo della cronaca nera.

Avete pensato di cambiare collocazione al programma?


10
giugno

MARCO BOCCI A DM: MI SONO INFATUATO SUL SET, MA NON MI SONO MAI CONFESSATO. IN SQUADRA ANTIMAFIA 4 CI SARA’ UNO SCONTRO PIU’ FRONTALE DI CALCATERRA CON DE SILVA

Marco Bocci

Continua quest’oggi la nostra intervista a Marco Bocci, il vice questore Calcaterra di Squadra Antimafia – Palermo Oggi 3. Qualora aveste perso la prima parte, potete leggerla qui.

A proposito di amore, complimenti per la scena hot dell’ultima puntata di Squadra Antimafia; sembravi particolarmente coinvolto… (ridiamo, ndDM).

Ah si?!? (ride, ndDM). Beh, allora è un complimento. Noi ci proviamo…

Non è imbarazzante?

A volti si, però poi no. Non voglio dire che ti ci abitui perchè l’abitudine in questo mestiere è brutta, ma impari a fare i conti con quello che sei nella vita e con quello che interpreti in quel momento.

A cosa pensa un attore quando gira una scena di sesso?

Ti posso dire quello che penso io. Io spero di riuscire a trasmettere a chi guarda la carica erotica, la passione.

Non capita mai che…

Ci si ecciti?

Esatto!

E’ difficile. Quella che arriva al pubblico è una situazione che sul set è molto diversa. Hai almeno 30 persone intorno e sono talmente tante le cose che devi fare che è difficile eccitarsi.

Tinto Brass ha sbagliato a scartarti?

Io non ho veramente imbarazzo per niente ma ha fatto bene a non scegliermi. Dove dovevo andare!

Però sono degli erotici d’autore…





9
giugno

MARCO BOCCI A DM: C’E’ TROPPA GENTE CHE METTE BOCCA NELLA FICTION SULLA GENERALISTA. IN ROMANZO CRIMINALE C’E’ STATA UNA VOLONTA’ DI CHIUDERE TUTTO ALL’IMPROVVISO.

Marco Bocci, il vice questore Calcaterra in Squadra Antimafia Palermo Oggi 3

Avete presente quando la sera, terminata una bella giornata di lavoro, vai a bere qualcosa con un amico e inizi a parlare, parlare, parlare?!? Ecco! Con Marco Bocci è successa una cosa del genere. Il vice questore Calcaterra di Squadra Antimafia – Palermo Oggi 3 non è un tipo che si tira indietro e, pur essendo assolutamente diplomatico, ha avuto modo di raccontarsi a tutto tondo con particolare brio. Il risultato è stata un’intervista fiume che proprio per la sua spontaneità vi proponiamo integralmente, seppur divisa in due parti: una più seria (che state per leggere) e una più divertente, una sorta di ‘dietro le quinte’, che leggerete, invece, domani poco prima del gran finale della fiction della quale è protagonista. La nostra chiacchierata, a dirla tutta, inizia con una confessione di chi vi scrive: Lo sai che sto diventando un fanatico di Squadra Antimafia?

La figata è proprio questa. Squadra Antimafia è apprezzata anche dagli addetti ai lavori, non me lo sarei mai aspettato. Significa che c’è un giusto equilibrio tra un prodotto nazional-popolare ed uno di qualità.

Basta una storia giusta e una buona sceneggiatura?

La penso esattamente così. Sono uno di quelli che crede che alla base di un buon progetto debba esserci assolutamente una buona scrittura, una sceneggiatura forte con una storia che coinvolga. Se non c’è questo, puoi impegnarti al massimo, puoi lavorare con i migliori professionisti ma non si va da nessuna parte.

Gli attori contano poco?

Contano, però è ovvio che in qualche modo debbano essere ‘assistiti’.

Facciamo così, puoi portare con te soltanto una tra Giulia Michelini e Simona Cavallari: chi scegli?

No, vabbè… non puoi. Non ti risponderò mai perchè sono diplomatico. Diciamo che porterei qualcosa dell’una e qualcosa dell’altra.

Sei un paraxxlo!

Assolutamente si (ride, ndDM).

Di sicuro non porteresti Fabrizio Corona…

Sicuramente no. Però, in realtà, io non l’ho conosciuto per niente. Non ho girato con lui nemmeno una scena. L’ho incontrato una volta sul set ed è stato carino ma professionalmente non so nemmeno com’è lavorarci insieme.

Nella scorsa puntata, però, il ritorno del ‘catanese’ è stato accolto dalla squadra della Duomo con un “che faccia da caxxo!”. Sembrava una battuta particolarmente sentita. Quanto c’era di sentito e quanto di scritto?

(ride, ndDM) Vedendo la replica ho avuto la stessa impressione pure io e mi sono detto: “porca puxxana, non e’ che magari è troppo?”. Quando si diventa molto famosi non per essere attori ma per quello che si fa nella vita è molto difficile distaccare il personaggio dal ruolo che sta interpretando. E’ una gran pecca di tutti gli attori che si fanno conoscere un po’ troppo per questioni private. Quando vedi il catanese pensi subito a Fabrizio Corona ed è difficile  che non vengano in mente tutti i casini che ha fatto e i problemi che ha avuto.

Tornando a parlare di fiction scritte come si deve, hai recitato in Romanzo Criminale; se dovessi fare un confronto con Squadra Antimafia?


8
giugno

ANGELA RAFANELLI A DM: SONO EMERSA IO IN UN PROGRAMMA IN CUI RACCONTO GLI ALTRI

Angela Rafanelli 'nella vita di' una pornostar

[Davide Maggio per Tv Sorrisi e Canzoni] Da iena di Italia 1 a coraggiosa «infiltrata»: per «Le vite degli altri», su La7, Angela Rafanelli ha vissuto in prima persona, per 30 giorni ognuna, sei realtà difficili, estreme, pericolose. «Vite fisiologicamente ed emotivamente lontane anni luce da quello che sono» racconta. «Ma la diversità non è mai stata un ostacolo, anzi, mi ha arricchito».

Angela, ha mai avuto paura?

«Ho avuto paura nei 30 giorni in cui ho vissuto in caserma perché mi sono resa conto che la mia emotività è venuta fuori in maniera molto forte. In altre situazioni, come con la prostituta Magda, il pianto era dovuto al non poter impedire cose che nemmeno lei avrebbe voluto fare».

Ha corso dei rischi?

«Non in caserma, ma in sala operatoria in Tanzania. C’era un letto pieno di aghi usati e ho iniziato a rincappucciarli, cosa che non si dovrebbe fare mai. E infatti… mi sono bucata. Per fortuna è tutto a posto».

È stato più semplice avere a che fare con i malati di mente?

«Non c’è confine tra noi e loro. Dopo aver trascorso un mese in una comunità per malati di mente mi sono detta: “Sono matta anche io”. Hanno le stesse nostre paure, con la differenza che noi siamo socialmente inseriti e loro no. Esternano la loro sofferenza con modi che sono riconosciuti come folli; hanno il problema della verbalizzazione e non riuscendo a dare un nome a quello che provano, sono solo azione».

Le è capitato di essere bersaglio delle loro «azioni»?

«Sì, mi hanno pure mollato un ceffone…».

Se fosse obbligata ad abbandonare la sua vita per passare a una delle sei che ha vissuto, quale sceglierebbe?

«Sicuramente quella dell’ortopedico volontario in Tanzania. Avevo il terrore del sangue, ma grazie ai medici ho superato questa paura. Se avessi vent’anni starei già studiando per una laurea in medicina!».

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..:: DIETRO LE QUINTE ::..

Non trovi che ‘Le Vite degli Altri’ sia una specie di Grande Fratello?

Per alcuni aspetti si, anche se ultimamente è stato fatto un importante lavoro autorale, grazie al quale il GF si è trasformato quasi in una soap opera. Diciamo, quindi, che in quanto a concept ci sono dei punti di contatto; nell’evoluzione, invece, no.

Certamente la baracca di una prostituta è meno confortevole della casa di Cinecittà…





7
giugno

FEDERICA DE DENARO A DM: CON MICHELE SANTORO, ANNI DURISSIMI.

Federica De Denaro

Dietro le quinte di Se… A Casa di Paola. E’ li che incontro Federica De Denaro e le intenzioni sono inizialmente solo quelle di scambiare due chiacchiere bevendo un caffè. Nessuna intervista, nessuna dichiarazione scottante da rilasciare. Ma dopo pochi minuti, mi accorgo che la ‘cuoca’ del pomeriggio di Rai1 di cose da raccontare ne ha parecchie: dai suoi inizi con Michele Santoro ai sette anni trascorsi a La Vita in Diretta, Federica è stata una piacevole sorpresa. Ho pensato di condividere con voi lo stupore che ha colpito me, scoprendo alcuni particolari del suo percorso umano e professionale.

Riavvolgiamo il nastro, come ha cominciato Federica De Denaro la sua carriera televisiva?

E’ iniziato tutto dall’università. Facoltà di Sociologia a La Sapienza scelta quasi per caso. Ero appassionata di teatro e volevo iscrivermi a lettere. Era però chiusa la segreteria e mi sono detta: “sai che c’è, faccio sociologia”. Ed e’ stata la scelta giusta. Io che a scuola sono sempre stata promossa a fatica, all’università ho completato i miei studi in 3 anni e mezzo e mi sono laureata con 110 e lode. Una passione pura.

Che è proseguita con…?

Con una specializzazione in comunicazione di massa. Ho conosciuto Maurizio Costanzo che era docente a contratto e la mia è stata la prima tesi in cui ha fatto da correlatore. Proprio per la tesi, che trattava di comunicazione politica, intervistai, grazie a Costanzo, Michele Santoro negli studi di Via Teulada. Poi ci siamo persi di vista ma mi ero messa in testa che volevo lavorare con Santoro. Avevo visto infatti un crawl nell’ultima puntata di Tempo Reale in cui si diceva che cercavano collaboratori.

E…?

Incomicio a chiamare un certo Giovanni Blasi una volta a settimana. Ero diventata il suo incubo, ma alla fine mi hanno chiamata per un colloquio con Santoro. Era la prima volta che entravo in Rai (via Teulada). Finito il colloquio, sfrutto quest’occasione e non vado via subito: volevo godermi la Rai e ho iniziato a fare un giro ‘turistico’. Arrivo poi alla portineria e mi dicono “De Denaro, la stanno cercando urgentemente da un’ora dalla redazione”. Contatto la redazione e mi dicono: “Sei piaciuta molto a Santoro, vogliamo subito fare un provino in video”. Non ero mai stata in video sino a quel momento e non avevo neanche messo in conto questa possibilità.

Com’è andata?

Senza trucco, così com’ero, facciamo un provino in uno studio di Via Teulada. Io sono una che suda poco, ma in quell’occasione ero completamente bagnata. Eravamo io, Michele Santoro, Giovanni Blasi e la regista Simonetta Tavanti. Mi dissero: “parla di un argomento serio a piacere e noi nel frattempo ti diciamo ciò che devi fare. Non devi interromperti”.

Di che hai parlato?

Di comunicazione politica mentre mi dicevano “vai avanti, vieni indietro, spostati a destra etc etc”. Alla fine arriva l’immancabile “le faremo sapere” ma, in realtà, spariscono. Era infatti l’estate in cui Santoro era in trattative con Mediaset. Compravo i giornali per seguire qualunque cosa riguardasse Santoro. Quando leggo che il passaggio era fatto mi sono detta “è finita” ma caparbia… continuo a chiamare Giovanni Blasi.

E questa volta come è andata?


31
maggio

SIMONA CAVALLARI A DM: I PRODUTTORI ORMAI SCELGONO ATTORI IMPROVVISATI PER RISPARMIARE E FARE CLAMORE (FABRIZIO CORONA!)

Simona Cavallari (Claudia Mares) in Squadra Antimafia Palermo Oggi 3

Eccezionale. La fiction di Canale5 difficilmente riesce ad imporsi al grande pubblico, ma quando lo fa, lo fa come si deve. E’ il caso di Squadra Antimafia – Palermo Oggi che dopo un debutto quasi tiepido, si è affermata con la seconda serie per poi esplodere definitivamente nella terza, trasformandosi in breve tempo in fiction di culto del piccolo schermo nostrano. Non potevamo non fare quattro chiacchiere con il ‘boss’ della Duomo di Palermo: una riuscitissima Claudia Mares, interpretata da Simona Cavallari, più in forma che mai. Quando la contattiamo, ci risponde al telefono con fare molto ‘english’, motivo per cui le chiediamo subito “Sei una donna un po’ fredda?”

No, assolutamente.  E che ti devo dire…

Non so, magari ‘Ciao bestia’! (ridiamo, ndDM). Scherzi a parte,  cinematograficamente parlando cosa è cambiato nell’arco di tempo che va dalla Piovra del 1984 a Squadra Antimafia?

Nel cinema fondamentalmente sono cambiati i tempi, si girava con molta più calma. Credo sia una questione di soldi. E per lo stesso motivo ci sono tutti questi attori improvvisati che i produttori prendono per risparmiare e per fare clamore.

Il riferimento a Fabrizio Corona è puramente… voluto?

Ma magari a lui hanno dato pure un sacco di soldi. Spero di no (ride, ndDM). Che poi sul set è stato anche carino. In tv è un po’ arrogante ma umanamente non posso dire niente, è un bravo ragazzo. E’ la sua immagine che non mi piace. Era, tra l’altro, abbastanza tranquillo quando si presentava sul set.

Quando si presentava?!?

Si, a volte non si presentava.

Professionalmente come l’hai trovato?

Sul set era sempre a telefono. Ma lui fa bene. E’ chi lo chiama che non capisco perché lo faccia.

A proposito di artisti con i quali hai lavorato, chi ha segnato la tua carriera?

Si può ‘rubare’ da tutti. Michele Placido è una persona molto generosa: ho iniziato con lui in Pizza Connection e poi abbiamo fatto la Piovra insieme; non è un attore vanitoso, non ti ruba la scena. Altri due sono sicuramente Claudio Gioè (Ivan Di Meo in Squadra Antimafia, ndDM) e Giulia Michelini (Rosy Abate in Squadra Antimafia, ndDM). Sono due attori giovani ma pieni di talento e lavorando con loro si diventa più bravi. Con Giulia non ho mai discusso né litigato e pur essendo noi le due primedonne, eravamo le meno vanitose.

Chi è il più vanitoso?


31
maggio

ENZO MICCIO: AH, SE POTESSI RIVESTIRE MILLY CARLUCCI!

Ma come ti vesti - Enzo Miccio e Carla Gozzi

[Davide Maggio per TV Sorrisi e Canzoni] Enzo Miccio torna con la quinta edizione di Ma come ti vesti?!, il programma che insegna a migliorare il proprio aspetto e a rinnovare il guardaroba, condotto insieme con Carla Gozzi su Real Time.

E’ consapevole di non essere proprio simpatico in Ma come ti vesti?!?

Posso essere amato e odiato per la mia franchezza. Ma se non parlassi io, parlerebbe la mia faccia. E’ anche questione di responsabilità: non posso mica fingere quando con una cliente si sceglie l’abito nuziale! Comunque alla fine l’obiettivo è quello di esaltare ciò che c’è di buono nei protagonisti del programma.

Lei si occupa di buon gusto: in tv dove lo riscontra?

Io guardo poca televisione. Mi piacciono i programmi che fanno ridere, da Zelig a Colorado. O i talk impegnati e quelli notturni alla Marzullo, che per inciso avrebbe bisogno di una ‘rimaneggiata’…

Che rimaneggiata vuole dare a Marzullo?

Probabilmente ha perso qualche taglia ma non ha cambiato il guardaroba e negli abiti ci balla dentro. Per non parlare del parrucchiere…

Si potrebbe pensare ad un’edizione vip di ‘Ma come ti vesti?!’?

L’ho proposto tante volte alla produzione, potrebbe avere grande seguito.

A quale artista vorrebbe cambiare look?

A Milly Carlucci, una grande professionista che adoro ma che veste in maniera orribile.

Lei lavora per la gioia degli altri; per far felice lei, invece, cosa si dovrebbe fare?

Il giorno in cui ho compiuto quarant’anni ho lavorato a Roma. Tornato a Milano, ho trovato in aeroporto i miei amici che mi hanno festeggiato con champagne, cappellini e fiori finti (che detesto). Mi hanno riempito il cuore di gioia.

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..:: DIETRO LE QUINTE ::..