7
giugno

FEDERICA DE DENARO A DM: CON MICHELE SANTORO, ANNI DURISSIMI.

Federica De Denaro

Dietro le quinte di Se… A Casa di Paola. E’ li che incontro Federica De Denaro e le intenzioni sono inizialmente solo quelle di scambiare due chiacchiere bevendo un caffè. Nessuna intervista, nessuna dichiarazione scottante da rilasciare. Ma dopo pochi minuti, mi accorgo che la ‘cuoca’ del pomeriggio di Rai1 di cose da raccontare ne ha parecchie: dai suoi inizi con Michele Santoro ai sette anni trascorsi a La Vita in Diretta, Federica è stata una piacevole sorpresa. Ho pensato di condividere con voi lo stupore che ha colpito me, scoprendo alcuni particolari del suo percorso umano e professionale.

Riavvolgiamo il nastro, come ha cominciato Federica De Denaro la sua carriera televisiva?

E’ iniziato tutto dall’università. Facoltà di Sociologia a La Sapienza scelta quasi per caso. Ero appassionata di teatro e volevo iscrivermi a lettere. Era però chiusa la segreteria e mi sono detta: “sai che c’è, faccio sociologia”. Ed e’ stata la scelta giusta. Io che a scuola sono sempre stata promossa a fatica, all’università ho completato i miei studi in 3 anni e mezzo e mi sono laureata con 110 e lode. Una passione pura.

Che è proseguita con…?

Con una specializzazione in comunicazione di massa. Ho conosciuto Maurizio Costanzo che era docente a contratto e la mia è stata la prima tesi in cui ha fatto da correlatore. Proprio per la tesi, che trattava di comunicazione politica, intervistai, grazie a Costanzo, Michele Santoro negli studi di Via Teulada. Poi ci siamo persi di vista ma mi ero messa in testa che volevo lavorare con Santoro. Avevo visto infatti un crawl nell’ultima puntata di Tempo Reale in cui si diceva che cercavano collaboratori.

E…?

Incomicio a chiamare un certo Giovanni Blasi una volta a settimana. Ero diventata il suo incubo, ma alla fine mi hanno chiamata per un colloquio con Santoro. Era la prima volta che entravo in Rai (via Teulada). Finito il colloquio, sfrutto quest’occasione e non vado via subito: volevo godermi la Rai e ho iniziato a fare un giro ‘turistico’. Arrivo poi alla portineria e mi dicono “De Denaro, la stanno cercando urgentemente da un’ora dalla redazione”. Contatto la redazione e mi dicono: “Sei piaciuta molto a Santoro, vogliamo subito fare un provino in video”. Non ero mai stata in video sino a quel momento e non avevo neanche messo in conto questa possibilità.

Com’è andata?

Senza trucco, così com’ero, facciamo un provino in uno studio di Via Teulada. Io sono una che suda poco, ma in quell’occasione ero completamente bagnata. Eravamo io, Michele Santoro, Giovanni Blasi e la regista Simonetta Tavanti. Mi dissero: “parla di un argomento serio a piacere e noi nel frattempo ti diciamo ciò che devi fare. Non devi interromperti”.

Di che hai parlato?

Di comunicazione politica mentre mi dicevano “vai avanti, vieni indietro, spostati a destra etc etc”. Alla fine arriva l’immancabile “le faremo sapere” ma, in realtà, spariscono. Era infatti l’estate in cui Santoro era in trattative con Mediaset. Compravo i giornali per seguire qualunque cosa riguardasse Santoro. Quando leggo che il passaggio era fatto mi sono detta “è finita” ma caparbia… continuo a chiamare Giovanni Blasi.

E questa volta come è andata?

Mi chiamano per un provino a Mediaset con l’ufficio del personale. Ma in questo caso mi hanno preso alla sprovvista: mi dissero “tra quattro giorni inizi a lavorare” e dopo dieci giorni mi sarei laureata.

Non eri ancora laureata?

Si, sono stata precoce. Avevo voglia di lavorare. In realtà avevo anche bisogno.

Bisogno? Non mi sembri una tipa che ha bisogno di lavorare…

Ci sono dei momenti della vita in cui si ha anche bisogno di lavorare. Ci sono degli alti e bassi per tutte le famiglie.

Ti sono venuti gli occhi lucidi…

La grinta di cui ti parlo è dettata proprio da alti e bassi della vita, te lo dico senza vergogna.  Mio padre è un imprenditore, si è sempre occupato di import-export e, nei momenti bassi, una fascia media ne soffre particolarmente. Però è stata la mia fortuna: dicono che il dolore e la sofferenza fortifichino, io dico di no ma è vero che l’agiatezza ti fa avere un po’ meno grinta.

Eppure hai l’aspetto della ‘pariolina’…

E’ stato sempre il mio dramma.  Già bionda e con gli occhi chiari non sei simpatica a prescindere (ride, ndDM).

Torniamo a Santoro. Alla fine ce l’hai fatta.

Si. Tre anni di Moby Dick, grazie ai quali divento giornalista professionista. Ti dirò di più, la prima puntata di Moby Dick, su Italia1, si aprì con la telecamera non su Santoro ma su di me. Ricordo alla perfezione la sigla prima della diretta. Tutti attendevano il passaggio di Santoro da Rai a Mediaset e invece si sono ritrovati me che intervistavo Renzo Rosso, l’imprenditore della Diesel. Pagherei per vedere quel documento.

Torneresti a lavorare con Santoro?

Si. E’ come il CAR e sono stati anni durissimi. Spesso uscivo dalla redazione e per la tensione nervosa mi venivano le lacrime agli occhi. Ero un po’ Alice nel Paese delle Meraviglie che si trovava, a 24 anni, a stretto contatto con degli squaletti del giornalismo…

Che intendi per squaletti del giornalismo?

E’ un gruppo in cui le gerarchie si sentono fortemente. Per alcuni versi può anche essere giusto e la gavetta serve a imparare quando devi parlare e quando devi star zitta. Prima di capirlo, però, qualche portata in faccia la prendi… Quel tipo di giornalismo è una vocazione. E io non l’avevo.

E’ per questo che sei passata, poi, a La vita in Diretta?

Si, credo sia stata una questione di coerenza. Io già avevo capito che quella non era la mia vita, soprattutto nell’ultimo anno. Il Kosovo è stato determinante. Per me star lì a raccontare e non fare, mi aveva ferito.  E’ una situazione di disagio nella quale dovresti fare e non raccontare.

Fai volontariato?

Vorrei farlo al Bambin Gesù ma non ho il coraggio. Ho perso un figlio, il gemello di mia figlia, dopo 6 giorni ed è un trauma che non riesco a superare. Ho vissuto 2 mesi in terapia intensiva con l’altra mia figlia. E’ un’esperienza che mi ha segnata. E vorrei dare una mano in quel senso, pur non avendo ancora il coraggio di rientrare in terapia intensiva. Dopo che respiri quell’atmosfera, quando torni devi essere serena.

Il tuo aspetto da ‘pariolina’ nasconde qualcos’altro…

…una vita ricca di eventi. Anche la mia analista l’ha definita così (ride, ndDM). Pariolina non mi sento nel modo di pensare. Anzi, nemmeno borghese. Io credo di avere molte anime. Ce n’è una sicuramente più borghese ma ce n’è una fortissima – e forse nascosta – molto più rockettara, trasgressiva.

Hai ‘stressato’ qualcuno anche per arrivare da Cucuzza?

Mi sono proposta a Daniel Toaff ma con più tranquillità rispetto a qualche anno fa. Sono stata meno petulante. Anche con lui c’è stato un colloquio abbastanza tosto e non faceva nulla per essere simpatico. Quando mi prese, in redazione da Santoro tutti mi guardavano come una pazza. La Vita in Diretta era per loro l’anti Cristo. Era La Vita in Diretta di Cucuzza, quella dei trenini. Da parte dei capi, però, ho trovato un’apertura maggiore. E sono stati anni bellissimi. Ho trovato la mia dimensione. Anche l’ospite più piccola mi piaceva intervistarla, mi incuriosiva e lo facevo con passione. E poi oltre agli insegnamenti di Daniel Toaff, lo stare in diretta tutti i giorni è stata una palestra di serie A.

Hai un profumo che mi sta entrando in testa…

Love in white di Creed. Bianco è il mio colore preferito. Pensa che mia figlia l’ho chiamata Bianca.

Ma la cucina, però, è marrone…

Però ci sono dei girasoli gialli ‘di scena’ alle spalle, per schiarire un po’ l’ambiente e per portare un po’ di sole in cucina. Nella cucina originale non ci sono. Quella finestra dà su una chiostrina interna che non era il massimo da far vedere.

Ci sono anche delle foto su quella porta-finestra. Prendine una a caso e ‘raccontacela’…

Rappresenta me e mia figlia in Grecia quest’estate, 90 gradi all’ombra, in un’isola che si chiama Sifnos. C’ero stata con mio marito, e ci siamo tornati con le figlie. Molto romatico.

Proponi al pubblico sempre ricette semplici. E’ questo il segreto della cucina in televisione?

E’ una scelta nata da piu’ riflessioni. Prediligo ricette economiche, e’ stato questo il punto di partenza. Si spende facilmente tantissimo per mangiare e quindi in tempi di ristrettezze economiche secondo me e’ improponibile sottoporre dei piatti costosi. Credo che possa irritare. La cucina è fatta di tanti sapori, tanti idee. Questo programma doveva avere due caratteristiche: economicità e velocità. Anche la casalinga ormai va di fretta.

Sei un po’ la Parodi di Rai1?

(ride nervosa, ndDM) Speriamo qualcosa di più. Professionalmente intendo. Massima stima ma ho visto pochissime puntate. Conosco il suo successo e non mi dispiacerebbe se la Rai pensasse a me come la loro cuoca.

Hai creato anche un claim come la Parodi…

Lei assaggia il suo piatto. Io invece riassumo le due caratteristiche del programma. “Anche oggi abbiamo speso poco e impiegato poco tempo. Insomma bastano passione, fantasia e un po’ De Denaro”.

Sei una mitomane… (ridiamo, ndDM)

Non potrei fare questo lavoro se non fossi egocentrica. Ma sono un’egocentrica timida.

Quante volte hai combinato dei guai cucinando per la tv?

Diverse volte. La cosa più divertente fu un flan di polenta ripiena di fontina (mentre cucinavo ingrassavo) che e’ crollato. Abbiamo interrotto la registrazione e ho dovuto rimettere in piedi il tutto. Non sono poi brava con le torte. Hanno un aspetto che mette malinconia.

Non ti senti una cuoca quindi…

Per quanto riguarda la fantasia moltissimo. Penso di avere una qualità: anche se non faccio la spesa per quattro giorni, con qualche scatoletta ti faccio una bella cenetta. Io ho portato me stessa in cucina. E’ proprio il mio atteggiamento. Vado a braccio.

Quante puntate registri al giorno?

Due volte a settimana. In una faccio i cinque mercati e due puntate. Nell’altra faccio tre puntate. E’ molto lunga la registrazione di ogni puntata. Circa due ore.

Tutta la roba che prepari che fine fa?

Una gran parte la mangia la squadra (sono 4 persone, tutti uomini). E poi invito gli amici per testare le mie ricette. Non rimane niente.

Tu niente libri?

Proprio in questi giorni ho incontrato un responsabile di Rai Trade che, incrociandomi, mi ha detto che mi aspetta in ufficio per parlare del libro e del dvd.

Per chiudere, una ricetta per i lettori di DM.

Prosciutto e melone, siamo chiusi per ferie (ride, ndDM).



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11 Commenti dei lettori »

1. marghe ha scritto:

7 giugno 2011 alle 13:38

Devo dire che mi ha piacevolmente colpita: più umana e meno rigida di quanto traspare dalla tv!



2. Antonio ha scritto:

7 giugno 2011 alle 15:23

Bella intervista….e lei mi ha piacevolmente colpito!



3. zia-assunta ha scritto:

7 giugno 2011 alle 15:32

alla vita in diretta si vedeva che era brava, sempre preparata, la gavetta serve.



4. ales79 ha scritto:

7 giugno 2011 alle 16:42

Appunto perchè indiscutibilmente brava non potrebbero farle fare qualcosa di più???



5. lillina ha scritto:

7 giugno 2011 alle 17:00

Ecco una che ha fatto la gavetta si è imoegnata su molti fronti e poi dove è arrivata.. a un programmino di cucina veloce e sinceramente per quelle poche volte che l’ho seguito piuttosto discutibile, d’accordo si puntava sul lato di minima spesa ma certe ricette.. beh lasciamo perdere. Come dire…evviva come al solito i lati A, i lati B ma non la meritocrazia!



6. Zoro ha scritto:

7 giugno 2011 alle 17:07

mi piace, preparata oltre ad essere anche bella!



7. Davide Maggio ha scritto:

7 giugno 2011 alle 17:27

Zoro: dal vivo molto di più.



8. Alessandro ha scritto:

7 giugno 2011 alle 17:28

Deliziosa :-)



9. Awee ha scritto:

7 giugno 2011 alle 18:52

Ho visto il suo spezzone di programma ed ho anche provato le ricette: gli straccetti di pollo con la rucola sono ottimi.



10. marcko ha scritto:

7 giugno 2011 alle 21:47

sicuramente brava e preparata nel suo lavoro,ma quasto già lo si sapeva. ma da questa intervista veniamo a conoscenza della suo percorso lavorativo della sua grinta e della ostinazione nel voler raggiungere degli obbiettivi.molto brava. unica cosa ke non mi piace è la sua rubrica di cucina, ke trovo un’inutile e poco riuscito scopiazzamento del lavoro della paradi.



11. guerra ha scritto:

8 giugno 2011 alle 12:04

Un bellissimo sorriso con dietro una vita vera e un lavoro fatto con grande professionalità! Grazie Federica, sei l’esempio di come la tv sia fatta anche di persone reali e belle!
Ti sorrido.



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