Angela Rafanelli 'nella vita di' una pornostar
[Davide Maggio per Tv Sorrisi e Canzoni] Da iena di Italia 1 a coraggiosa «infiltrata»: per «Le vite degli altri», su La7, Angela Rafanelli ha vissuto in prima persona, per 30 giorni ognuna, sei realtà difficili, estreme, pericolose. «Vite fisiologicamente ed emotivamente lontane anni luce da quello che sono» racconta. «Ma la diversità non è mai stata un ostacolo, anzi, mi ha arricchito».
Angela, ha mai avuto paura?
«Ho avuto paura nei 30 giorni in cui ho vissuto in caserma perché mi sono resa conto che la mia emotività è venuta fuori in maniera molto forte. In altre situazioni, come con la prostituta Magda, il pianto era dovuto al non poter impedire cose che nemmeno lei avrebbe voluto fare».
Ha corso dei rischi?
«Non in caserma, ma in sala operatoria in Tanzania. C’era un letto pieno di aghi usati e ho iniziato a rincappucciarli, cosa che non si dovrebbe fare mai. E infatti… mi sono bucata. Per fortuna è tutto a posto».
È stato più semplice avere a che fare con i malati di mente?
«Non c’è confine tra noi e loro. Dopo aver trascorso un mese in una comunità per malati di mente mi sono detta: “Sono matta anche io”. Hanno le stesse nostre paure, con la differenza che noi siamo socialmente inseriti e loro no. Esternano la loro sofferenza con modi che sono riconosciuti come folli; hanno il problema della verbalizzazione e non riuscendo a dare un nome a quello che provano, sono solo azione».
Le è capitato di essere bersaglio delle loro «azioni»?
«Sì, mi hanno pure mollato un ceffone…».
Se fosse obbligata ad abbandonare la sua vita per passare a una delle sei che ha vissuto, quale sceglierebbe?
«Sicuramente quella dell’ortopedico volontario in Tanzania. Avevo il terrore del sangue, ma grazie ai medici ho superato questa paura. Se avessi vent’anni starei già studiando per una laurea in medicina!».
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..:: DIETRO LE QUINTE ::..
Non trovi che ‘Le Vite degli Altri’ sia una specie di Grande Fratello?
Per alcuni aspetti si, anche se ultimamente è stato fatto un importante lavoro autorale, grazie al quale il GF si è trasformato quasi in una soap opera. Diciamo, quindi, che in quanto a concept ci sono dei punti di contatto; nell’evoluzione, invece, no.
Certamente la baracca di una prostituta è meno confortevole della casa di Cinecittà…