Quando la sua Piazza Affari personale va giù, impegnata fra figli, scalette, libri e lettere, il trucco segreto di Myrta Merlino per affrontare con grinta e piglio deciso le dirette mattutine de L’Aria che tira è una tazza colma di Coca Cola da sorseggiare davanti alle telecamere. Non sarà un caffè americano, in pieno stile Letterman, ma è di certo un piccolo rituale che la giornalista ha portato avanti in questa stagione della sua trasmissione di economia che va in onda dal lunedì al venerdì alle 11 su La7 e che in breve tempo è diventata un piccolo cult per gli italiani che, con la crisi finanziaria che dilaga, desiderano essere informati su risparmi, mutui, lavoro, borsa, tasse e bollette. Ora L’Aria che tira è diventato anche un libro dal sottotitolo Noi e i nostri soldi in tempo di crisi, un prontuario attuale e utile, che affronta quel che è essenziale sapere per capire a fondo il senso e le conseguenze dei cambiamenti avvenuti con la crisi europea e i successivi provvedimenti del governo Monti.
Il tuo libro sembrerebbe un instant book scritto in tempi strettissimi. Come è nata l’idea?
Il libro è nato di pari passo con il programma. Quando abbiamo iniziato la trasmissione, lo scorso ottobre, ci siamo prefissi di spiegare l’economia in maniera semplice agli italiani. In realtà poi nelle settimane successive siamo stati travolti da un’onda di telefonate, mail, lettere di gente comune che ci raccontava la propria storia, che chiedeva di poter intervenire in trasmissione. Ci siamo accorti allora che stavamo raccontando la vita degli italiani nell’anno forse più difficile dal dopoguerra ad oggi, dando voce a chi non ha voce. Per la prima volta in tv le persone hanno proposto le loro storie non da un punto di vista sentimentale, ma parlando di pensioni, di salari, dei problemi con le tasse. Mi sono sentita investita di una grande responsabilità e allora ho iniziato a raccogliere le lettere arrivate al programma. Alcune sono davvero intense, altre quasi commoventi. Il libro è nato quindi per fermare sulla carta queste testimonianze, che raccontano quali sono le sofferenze degli italiani del 2012, e per cercare di dare delle risposte a chi vede con incertezza il proprio futuro.
Dando voce direttamente alla gente avete sollevato problemi gravi ancor prima che finissero sulle prime pagine dei giornali. C’è una questione che hai seguito con particolare apprensione?
Sicuramente il difficile tema degli esodati. Una questione che sui giornali è finita a marzo ma che noi già dal 5 dicembre, ai tempi del discorso “lacrimoso” del Ministro Fornero ci eravamo posti in redazione grazie alle lettere di gente che si era fatta i conti e che si era chiesta se sarebbe andata comunque in pensione, dopo essere uscita dal mercato del lavoro. Gente che si è sentita tradita dallo Stato, persone che dopo aver sottoscritto un accordo con le proprie aziende si sono ritrovate in mano un pugno di mosche e che oggi non hanno nessuno si occupi di loro.
Visto il periodo voi giornalisti che trattate di economia siete richiestissimi. Sarah Varetto lo scorso anno, dopo essersi occupata del tema, è stata promossa alla direzione di Sky Tg24. Ti piacerebbe dirigere un giornale o un tg?