Cosa hanno in comune Michelle Obama, il Principe William e sua moglie Kate, Sandra Bullock, Courtney Love, Katy Perry, Tom Hanks, e Sarah Jessica Parker? Sicuramente un cospicuo conto in banca, ma non solo. Ad accomunare principi, first lady e star del cinema hollywoodiano vi è, infatti, nientemeno che la passione per Downton Abbey. Le avventure della famiglia aristocratica dei Crawley, che vive con la numerosa servitù in una casa nello Yorkshire dell’Inghilterra post-edoardiana, hanno conquistato un po’ tutti, fatta purtroppo eccezione per il nostro Paese dove il riscontro è stato sin dall’inizio piuttosto tiepido. Chissà che non vada meglio con il quarto capitolo che prenderà il via proprio questa sera alle 21.10 su Rete4.
Il canale – diretto dallo scorso 15 ottobre da Sebastiano Lombardi – ha sempre creduto, soprattutto grazie all’ex direttore di rete Giuseppe Feyles, sulla qualità della serie, che nel 2011 è entrata nel Guinness dei primati come show dell’anno più acclamato dalla critica, diventando la prima serie britannica a vincere tale riconoscimento. L’anno successivo, in seguito alle nuove nomination agli Emmy Awards, la serie è diventata lo show non americano più candidato nella storia del premio, mentre nel 2013 è stato classificato al quarantatreesimo posto tra le serie televisive meglio scritte di sempre dalla Writers Guild of America.
Un successo più che meritato per Downton Abbey, le cui stagioni hanno attraversato le varie fasi della storia inglese: dall’affondamento del Titanic alla dichiarazione di guerra alla Germania, dalla pandemia d’influenza spagnola, allo scandalo Marconi, al periodo tra le due guerre e alla formazione dello Stato Libero d’Irlanda, con un’attenzione e cura dei particolari difficilmente riscontrabile in altre serie in costume. Un prodotto di altissima qualità che spiace non veder apprezzato anche in Italia, dove al contrario vanno per la maggiore fiction e soap di fattura neppure lontanamente paragonabile.