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gennaio

IL PECCATO E LA VERGOGNA DELL’AUDITEL: 8,5 MLN PER DON MATTEO, 825 MILA PER DOWNTON ABBEY

downton abbey

Downton Abbey

Vergogna! 8,5 milioni per Don Matteo, 825 mila per Downton Abbey. Il ritratto auditel che emerge dall’Italia televisiva è impietoso.

Tuttavia prima di lasciarsi andare a facili populismi, è opportuno andare a fondo e provare a capire perchè certi prodotti funzionano e altri no. Del resto non sempre l’alta qualità è respinta con veemenza dal pubblico italiano e non tutte le modeste fiction tricolori sono ben accette. Tralasciando il fenomeno Don Matteo, ci interroghiamo sul perchè Downton Abbey non abbia catturato il Belpaese.

Downton Abbey: esiste una rete giusta in Italia per valorizzarlo?

Le ragioni sono molteplici. Molti attribuiscono l’insuccesso alla mancata coerenza tra il prodotto e la rete che lo manda in onda (Rete 4) ma la realtà è che non esiste in Italia una casa mediatica adatta ad ospitare Downton Abbey, con riferimento tanto alle reti tematiche (qual è una rete femminile dal palato fine?) quanto alle generaliste. Fantasticando, forse il posto migliore per Downton Abbey sarebbe stato Rai1. Il pubblico maturo dell’ammiraglia della tv pubblica, che è molto fedele, poteva, pur banalizzandone i significati, dare una chance al prodotto, lasciandosi affascinare dalle ambientazioni d’epoca (magari lo avrebbero chiamato “La tenuta”). Difficile un successo di ascolti, ma almeno la prima rete avrebbe aperto un canale verso un altro tipo di produzioni.

Tornando a Rete 4, bisogna ammettere che la rete diretta da Giuseppe Feyles dimostra di tenere al period drama salvo poi perdersi in un bicchiere d’acqua quando lo fa iniziare con sensibile ritardo rispetto alle altre proposte delle reti concorrenti (magari qualcuno avrà pensato che il prime time sarebbe stato occupato da Tempesta d’amore o peggio ancora che Tempesta d’amore fosse Downton Abbey)  e carica di pubblicità la seconda ora di trasmissione.

Downton Abbey: l’Inghilterra non è l’Italia

Ma, si sa, il problema di collocazione può diventare accessorio in presenza di brand forti (peraltro la serie con Michelle Dockery è stata più volte replicata su Canale 5 ed è passata anche su Diva Universal).

Il vero motivo per cui non avrebbe mai ripetuto il successo ottenuto in madrepatria, tuttavia, è da rintracciare nel fatto che Downton Abbey è una serie inglese a 360 gradi. Descrive situazioni, luoghi, personaggi e tradizioni cari e familiari al pubblico della Regina e lo fa con scelte di regia, dialoghi e situazioni riscontrabili in molte fiction inglesi alle quali il pubblico d’Oltremanica è abituato. E tra Italia e Inghilterra esiste una differenza sociale, culturale e religiosa enorme: abbiamo due tipi di televisione diversissimi – a differenza di quello che accade con i cugini spagnoli – e non sorprende che spesso i format inglesi qui in Italia non funzionino o funzionino molto ma molto meno bene (X Factor su tutti). Poi, diciamocelo, Downton Abbey in alcuni punti può risultare pure noiosa, troppo di “testa” (come sottolineva Feyles alla Repubblica) e a noi piace la pancia (e purtroppo siamo abituati a prodotti molto ma molto elementari). Il racconto lento e “prosaico” di Downton Abbey si pone in contrasto pure con la maggior parte delle serie americane che puntano tutto su dialoghi serrati e vicende al cardiopalma.

Ciononostante anche la serialità a stelle e strisce in Italia fa fatica ad “allargarsi”: sopravvivono praticamente solo i crime che permettono una visione infedele e tutto sommato sono prevedibili. Il costume da noi è melodramma, è colpi di scena ripetuti e paradossali, è azione, è buoni e cattivi, è Elisa di Rivombrosa, è Orgoglio, è Il Segreto

La replica de Il Segreto ha surclassato il finale di Downton Abbey 3

E, a proposito, colpisce che, giovedì, la replica de Il Segreto – malgrado la messa in onda in preserale – abbia raccolto 500.000 spettatori in più di Downton Abbey; balza all’occhio perchè in Spagna la rete madre de El Secreto de Puente Viejo propone le vicende dei Crawley in prima serata (con ascolti normali) mentre alla saga di Pepa e Tristan è destinato il daytime. Colpa di una maggiore abitudine del pubblico spagnolo ai prodotti d’importazione e una vera e propria passione per tutto ciò che è in costume (tante, troppe sono le serie made in Spain ambientate nel passato).

Meritava di più Downton Abbey? Sì. Poteva ottenere maggiori ascolti? Sì. Dobbiamo “vergognarci” per il flop? Ni.

Nota a margine: ma perchè per i media gli 800 mila spettatori di X Factor sono sufficienti per far gridare al fenomeno mentre per Downton Abbey sono un clamoroso flop?

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29 Commenti dei lettori »

1. Marco89 ha scritto:

11 gennaio 2014 alle 16:09

Ciao Mattia! Intanto complimenti per l’ articolo, interessante e molto corretto nelle analisi e negli equilibri.
Parto dalla fine: X factor va sul satellite mentre Dowton Abbey va in chiaro, è una differenza abissale.
Per il resto sono il primo ad ammetterlo: a me prende più la pancia della testa, sono italiano fino al midollo e non me ne vergogno. Ogni popolo ha la sua cultura. In tv si cerca qualcosa di forte, di caldo, di rosso, gli italiani sono così non credo ne vada fatto un dramma ne vadano considerati inferiori. Questo però niente ha a che vedere con gli ascolti scandalosi di Don Matteo, fiction assolutamente mediocre e banale. Il resto lo proseguo nell’ altro messaggio sennò è un papiro.



2. Francesco ha scritto:

11 gennaio 2014 alle 16:27

Secondo me, come sempre, è colpa di COME viene trattato un programma e non della rete che lo ospita. Rete4 potrebbe anche andare bene come rete, ma deve assolutamente valorizzarlo di più. Già le puntate sono poche per ogni serie, e per questo motivo potrebbero andare in onda delle repliche oppure fare maggiore pubblicità e comunque non mandarlo in onda nel periodo natalizio dove, si sa, la gente dopocena esce di più oppure preferisce guardare altre cose in tv.



3. Marco89 ha scritto:

11 gennaio 2014 alle 16:34

Riguardo Dowton Abbey volevo dire 3 cose:
1. Le pubblicità sono veramente eccessive, soprattutto se il prodotto non è pieno di colpi di scena.
2. La serie in se è oggettivamente lenta, fatta benissimo ma a tratti veramente pesante.
3. La casa in cui è fatta abitare è sbagliata. Difficile pensare che chi segue Tierra de Lobos in prima serata e Dowton Abbey sia lo stesso preciso target. Quindi una delle due serie è fuori posto e lo si evince dagli ascolti. Non credo comunque che su Raiuno cambi molto.

Concludo con un esempio semplice: in Inghilterra un personaggio come Rosy Abate non avrebbe seguito, farebbe cilecca. Da noi è uno dei personaggi più riusciti degli ultimi anni, che incolla ancora milioni di persone alla tv. Esempio forse troppo banalotto ma efficace.



4. Mattia Buonocore ha scritto:

11 gennaio 2014 alle 16:51

@marco89 sì ma se ne parla come fenomeno a livello assoluto non relativamente al satellite. Tierra de Lobos cmq non ha avuto molti più spettatori rispetto a Downton Abbey.

@francesco Friends ha debuttato in estate su Rai3 alle 20, erano altri tempi (anche per le serie però) ma è un esempio che un po’ fa capire che alla lunga il prodotto può venire fuori.



5. lady vendetta ha scritto:

11 gennaio 2014 alle 18:20

DA è un capolavoro assoluto! Trasmetterlo in Italia è stato come dare perle ai porci. Teniamoci i vari don babbei, peccati e vergogne, rose di eva, ecc…. roba che all’estero non trasmetterebbero neanche in piena notte!



6. Franco2 ha scritto:

11 gennaio 2014 alle 19:39

Addirittura paradigma di qualità? E io che credevo fosse una banale soap opera, come tante altre prodotte dal Regno Unito.
Proverò a dargli un’occhiata.



7. Drew ha scritto:

11 gennaio 2014 alle 19:43

Bell’articolo
Anche io forse dovrei cercare spiegazioni, attenuanti, giustificazioni tecniche o culturali ma … mi accodo a Lady vendetta perchè di fatto l’osso del mio parere è quello!xD



8. Matteo G. ha scritto:

11 gennaio 2014 alle 20:01

Apprezzo l’articolo, ma non mi trovo d’accordo. Troppo spesso nei blog a tema televisivo si parla della nicchia e si tratta con sufficienza il nazional-popolare. Questo è uno di quei casi, Dowton Abbey è una fiction che va in onda su un canale che nessuno si calcola molto e senza un adeguata campagna pubblicitaria. Non ci possiamo quindi lamentare che sia visto da meno un milione di telespettatori. Don Matteo sarà una fiction semplice, ” all’ Italiana”, ma non possiamo criticare il pubblico che vede questa fiction, perchè perdonatemi, alla stessa stregua dovremmo criticare chi guarda “Il segreto” o “Il peccato e la vergogna” dove il livello recitativo è a dir poco deludente



9. kalinda ha scritto:

11 gennaio 2014 alle 20:13

Queste serie sono da canali satellitari o da Rai4.



10. Mattia Buonocore ha scritto:

11 gennaio 2014 alle 20:19

Quando si dice che Downton Abbey non è stata promossa a sufficienza non è del tutto vero. Giornali come Repubblica hanno dedicato ampio spazio alla serie che quest’anno è stata addirittura presentata nell’ambasciata (o una cosa simile) inglese a Milano. Canale 5 l’ha replicata più volte e Diva Universal ha comprato pure la pubblicità sui tram (peraltro non so come sia andata sul satellite ma si parla di un canale che fa numeri davvero piccoli).



11. Daniele Roselli ha scritto:

11 gennaio 2014 alle 20:21

Downton Abbey e’ uno dei migliori show mai trasmessi negli ultimi anni. Ben fatto, ben recitato, con ambientazioni fantastiche e curatissime, attori che sanno cosa fare e come farlo. I temi socio-culturali sono affrontati con intelligenza e sensibilità’ senza stereotipi. Lo guardiamo in pochi mi dispiace per chi si è’ perso tutto questo….e beccatevi Don Matteo and company…..



12. Elena ha scritto:

11 gennaio 2014 alle 21:44

DA è oggettivamente una delle serie più belle mai state create, e chi l’ha visto in lingua originale ha colto milioni di dettagli in più, che purtroppo il doppiaggio fa perdere (alcune cose meno importanti, alcune di più, come ad esempio il fatto che alcuni personaggi, molto ironici in italiano sembrano solo “burberi” e un po’ cattivi).
Poi, può piacere o no, è chiaro che se non piace il genere non c’è niente da fare… ma come serie è davvero stupenda.
Per quanto riguarda i pochi telespettatori purtroppo ci sono tante cose da considerare… il fatto di essere una serie “inglese” a tutti gli effetti è chiaro che il proprio paese ci “si riconosce”, è vero però anche che in Italia, siamo abituati a prodotti davvero mediocri, con attori inesistenti (la Arcuri? la Ferilli?)…



13. max79 ha scritto:

12 gennaio 2014 alle 02:21

Semplicemente cattiva collocazione, tutte ste questioni sulla cultura lasciano il tempo che trovano, anche l’america è cultura diversa, la germania e i prodotti tedeschi alcuni han avuto successo. Per x factor che in italia si dice non ha fatto boom (ma scherzate? È quasi entrato nella cultura popolare il dire “hai l’x factor) ci sono molti programmi inglesi arrivati qui e di successo, dalle fiction a show come il milionario e got talent) ma capisco che la linea editoriale del momento del blog è sminuire i risultati sky quindi va inserito un po’ ovunque a caso. Io downton ho visto le prime 2stagioni su diva, mia madre a 54 anni si è già vista la quarta in streaming e voi state ancora dietro al vetusto auditel delle generaliste, la serie è cult anche in italia rete4 o meno. Grandi ascolti ance negli usa, 10.2 milioni la prima puntata sulla tv via cavo.



14. Mattia Buonocore ha scritto:

12 gennaio 2014 alle 11:17

@max79 nel caso X Factor è entrato nella “cultura popolare” già su Rai2, per cui Sky non c’entra. Il paese reale non sa neanche cosa sia lo streaming.



15. lady vendetta ha scritto:

12 gennaio 2014 alle 14:54

la questione non sta nella differenza culturale tra Italia e Inghilterra, ma nell’educazione televisiva. i prodotti inglesi sono nella maggior parte ben scritti, ben girati, ben recitati, ben diretti, inoltre lì pensano anche a produrre qualcosa da poter vendere all’estero senza vergognarsene. Qua si produce solo per l’auditel, non si guarda la di là del proprio naso. Una con la ficisità della Dokery, avrebbe avuto successo in Italia, dove per poter recitare bisogna portare almeno una quarta? Vi immaginate DA con attori italiani? Lady Mary l’avrebbe fatta la Ferilli o l’Arcuri? Matthew sarebbe stato interpretato da Garko o da Berruti? E lady Violet? la solita Virna Lisi? praticamente un incubo! ci meritiamo la tv che abbiamo, Boris docet!



16. dumurin ha scritto:

12 gennaio 2014 alle 15:18

Secondo me molto dipende anche da come una rete pubblicizza un prodotto: ovvio Rete 4 non può certo pubblicizzare molto DA considerato che Rete 4 è una rete cadetta e non ammiraglia.
Sui prodotti in costume, in Italia funzionano sempre, qualcuno di più qualcuno meno ma in generale funzionano. Il problema è che le fiction in costume per “tirare” in Italia devono essere incentrate su intrighi, misteri, segreti ecc oltre alla storia d’amore. Ormai il melodramma romantico puro non funziona più in Italia (vedesi ad esempio gli insuccessi di Rossella 2 e Paura d’amare 2), in Italia funziona la commistione di generi, tipo il melodramma misto al mistery (che è la formula vincente degli ultimi anni considerato che tutte le fiction di genere melò-mistery hanno sempre funzionato molto bene in Italia).
DA è un ottimo prodotto, fatto bene, recitato bene, scritto bene, però è anche vero che è assai differente dalle serie a cui gli italiani sono abituati. Però è lodevole da parte di Giuseppe Feyles di volerlo tenere nel palinsesto, del resto perché non tenerlo? Anzi sarebbe bello se prendessero anche altre fiction inglesi decisamente belle (tipo The Paradise, Il Mistero di Edwin Drood, Lorna Doone, ecc.) o anche fiction francesi (oltralpe fanno delle ottime fiction che purtroppo non arrivano mai in Italia ed è un vero peccato!).

Sui prodotti spagnoli tipo Il Segreto ha successo perché è ben fatta, la storia si segue bene, poi è un miscuglio di segreti e colpi di scena (ogni personaggio ha qualcosa da nascondere) e sorprende il pubblico, è normale che sia riuscito a conquistare il suo pubblico con tutti questi colpi di scena.
Tierra de Lobos andò meno bene di Il Segreto ma non fu un disastro, anzi per Rete 4 andò bene, perlomeno la prima stagione, anche se comunque come serie è stata censuratissima.
In futuro sarebbe bello se arrivassero anche altre fiction spagnole tipo Isabel (sulla vita della Regina Isabella di Spagna), Aquila Roja, Gran Hotel (so che la Rai vuole realizzarne una sua versione italiana) e Zorro la Spada y la Rosa (questa è sudamericana).



17. cristina ha scritto:

12 gennaio 2014 alle 16:25

Io non ho mai visto DA, ma tutti ne parlano bene, secondo me è la rete che lo trasmette ad averlo penalizzato, rete 4 fa troppa pubblicità e come dicono altri utenti, all’pubblico italiano questo tipo di telefilm non interessa, perchè sono considerati prodotti televisivi troppo complicati (vedesi i vari: the newsroom, mad men ecc) perchè la tv in italia la guardano maggiormente gli anziani e perciò DA soprattutto su rete 4 (che è una rete per un pubblico non giovane e più acculturato non lo segue e preferisce vedere: il segreto e le fiction italiane che fanno pena rispetto a quelle americane o inglesi(vedi sherlock) che sono sicuramente migliori sia come storie e come recitazione. Per il successo di don matteo sono contenta perchè è una delle fiction a lunga serialità carine che fanno in questo paese. Detto questo W le serie americane e W Sherlock



18. cristina ha scritto:

12 gennaio 2014 alle 16:30

Volevo dire per un pubblico non giovane e non proprio acculturato (mi riferivo al target di pubblico di rete 4 che non segue DA)



19. pedro ha scritto:

12 gennaio 2014 alle 17:17

Queste sono le mie ragioni per il flop di Downton Abbey date anche da voi stessi:

“tra Italia e Inghilterra esiste una differenza sociale, culturale e religiosa enorme.”

“agli italiani prende più la pancia della testa”

“Rete 4 è una rete cadetta e non ammiraglia.” (Anche se Rete 4 è a mio parere la rete più adatta per questa serie).

“è differente dalle serie a cui gli italiani sono abituati.”

E queste sono le mie ragioni:

1.”non è una serie adatta per tutta la famiglia, al meno per la tipica famiglia italiana”

2.”è una serie molto molto “british”.”

Concludo dicendo che Downton Abbey è un capolavoro assoluto e che ormai tutti sappiamo che tv di qualità non sempre si traduce in ottimi ascolti. Anche in Spagna Downton Abbey non ha ottenuto ottimi ascolti, soprattutto se prendiamo in considerazione che è andata in onda su Antena 3. Perché? In generale, sono più o meno le stesse ragioni date da voi.



20. luigi ha scritto:

12 gennaio 2014 alle 21:19

leggo su questo e altri blog televisivi commenti di persone scandalizzate per il successo di don matteo e il flop di Downton Abbey.
Premetto che seguo il primo e non il secondo e mi trovo a chiedermi : se tutti criticano chi son questi8/9 milioni di italiani che seguono don matteo e chi son questi 800 mila che seguono d.a?
i primi tutti sfigati i secondi tutti intenditori e veri riconoscitori di prodotti di qualità? considerato che i numeri auditel sono solo statistiche su grandi campioni ma sono molto indicativi direi di no: semplicemente esistono cirda 10 milioni di persone che seguono un prodotto nazionale, ben fatto e ben recitato ( a differenza di altri stile gabriel garko che nonostante tutto rispetto) ,sicuramente un po’ prevedibile nelle trame e intreccio ma sicuramente anche rilassante e un davvero intrattenimento senza pretese “accademiche”… esistono circa un milione di persone di mente superiore che invece si appassionano a un prodetto inglese ben recitato sicramente e ben costruito , forse meno banale ma tanto lontano dalla cultura e dalla mentalità italiana.. tutto qui..entrambi possono convivere costituendo un alternativa per il vario pubblico che purtroppo o per fortuna non è tutto uguale ne per testa ne per sentimenti.
Personalmente amo le fiction piu storiche ma di” altri tempi”( i promessi sposi di nocita , la rivoluzione francese, la primavera di michelangelo e tanti altri che molti di voi palati raffinati nemmeno conoscono..) però non rifiuto prodotti anche di nicchia e sono ad esempio un estimatore di fiction inglese della granada tv su sherlock holmes( quella con jeremy brett)…per farvi capire che ognuno ha il suo gusto personale e tutto va rispettato e non ridicolizzato e demolito pensando che solo ciò che è ” superiore” nobilita l’animo….. da un 36 enne laureando in scienze della comunicazione e giornalismo.



21. pedro ha scritto:

12 gennaio 2014 alle 21:59

Sono d’accordo con te, Luigi. Ci mancherebbe altro! Tutto va rispettato e non ridicolizzato. E sai perché? Perché comunque alla fine entrambe sono fiction, non stiamo parlando di filosofia o di letteratura.

E come dici tu, “entrambi possono convivere costituendo un alternativa per il vario pubblico che purtroppo o per fortuna non è tutto uguale ne per testa ne per sentimenti.” Purtroppo? Per fortuna!

Scandalizarsi per il successo di Don matteo e il flop di Downton Abbey? Ma per favore!!!

Beh, io per fortuna non mi scandalizzo per questo. Altrimenti sarei una persona intollerante e di vedute ristrette! (Anche nel mio paese gli ascolti delle due ultime stagioni sono state anche un flop per una rete ammiraglia come Antena 3).



22. amandab ha scritto:

12 gennaio 2014 alle 22:07

Prima di tutto credo che paragonare gli 800 mila spettatori di x factor agli 800mila di rete4sia un grosso errore.
Sky si sa ha poco meno di 5milioni di abbonati,e rete4 è una rete “consolidata” da anni. Certo nell ultimo periodo è arrivata al capolinea (l addio di emilio fede ha convinto molti a nn guardare più nemmeno il tg) e pur avendo un target over, il passaggio dei soliti colossal storici, programmi di inchiesta etc..ha stancato!
Non sarà una rete ammiraglia ma poteva reggere bene DA, con un ottima promozione. Probabilmente e vero siamo fin troppo abituati a cose più elementari, e ormai quando guardiamo la tv non abbiamo più voglia di “impegnarci”, ed ecco spiegato il successo delle solite fiction arcuri-garko.
ma don matteo che sembra tanto suor therese che rai1 manda in onda nelle mattine estive non può raggiungere gli ascolti di un genio come Montalbano!
Ed ecco che ormai i veri ascolti si fanno in streaming!
Alla faccia di chi si lamenta sempre che in Italia prende più la pancia della testa, arriva una fiction ottima, ben recitata, costumi e location metavigliose e le snobbiamo.



23. Nimo ha scritto:

12 gennaio 2014 alle 22:38

Ero tra gli 825 mila che hanno seguito Downton Abbey.
Il fatto che sia molto inglese è uno dei motivi per cui la seguo, non mi piacciono le serie americane, tutte violenza e azione … comunque ognuno guardi cosa vuole!



24. Michele ha scritto:

13 gennaio 2014 alle 12:05

@Lady vendetta Condivido tutto quello che hai scritto però non accetto il tuo giudizio su Virna Lisi che a mio parere è un attrice eccelsa, con la A maiuscola, che potrebbe stare benissimo in serie come DA…

Purtroppo in Italia mancano non solo gli attori, ma soprattutto gli sceneggiatori, siamo indietro di venticinque anni, lo dimostra una serie come Don Matteo che appartiene ad un genere (preti investigatori) che in Europa ed in America andava di moda tra gli anni ‘80 ed i primi ‘90 da noi invece furoreggia adesso; magari nel 2020-2030 produrremo dei generi televisivi che in America vanno adesso.



25. Enzo C. ha scritto:

13 gennaio 2014 alle 15:25

E’ l’emblema di un Paese morto, anzi di ZOMBIE. Che non può avere scuse di palinsesto né di canale, ma neppure di presunta britannicità… Io che sono italiano quasi mai uscito dai confini nazionali, e che gradivo Don Matteo durante nel prime stagioni, prima che la scrittura perdesse ogni spessore e freschezza, in tempi in cui guardavo anche poche fiction estere, non trovo nulla di così “british” in Downton Abbey: anzi, mi sembra una scrittura, una messa in scena e una recitazione tra le più “universali”, non a caso sta diventando una serie cult in tutto il mondo. E resto allibito nell’apprendere che qualcuno la trova “noiosa”, anche soltanto a tratti… per me non c’è un solo attimo di questa fiction che mi farebbe addormentare, a differenza dell’odierno Don Matteo e del 95% della fiction italiana, definita non a caso “camomilla per anziani” da Paolo Virzì. Basti pensare agli scenari da cartolina, che i nostri produttori realizzano ancora egregiamente, ma con la differenza che non aggiungono altro, mentre in Downton Abbey non c’è scena panoramica e/o musicata che risparmi parole importanti dalla bocca dei personaggi, mentre nelle nostre fiction oltre alla fotografia predominano le espressioni elementari (sguardi, abbracci, sospiri, silenzi).
Certo conoscevo il divario di bacino d’ascolto alla vigilia, ma non mi aspettavo che Don Matteo facesse ancora quest’audience d’altri tempi, per giunta in una serata con Downton, quegli 8 milioni e mezzo sono un sintomo drammatico dell’analfabetismo di ritorno che affligge il Paese.



26. lady vendetta ha scritto:

13 gennaio 2014 alle 16:02

@michele: quale giudizio avrei espresso su virna lisi? non l’ho apostrofata con nessun aggettivo, ho scritto solo “E lady Violet? la solita Virna Lisi?” mah!



27. Michele ha scritto:

13 gennaio 2014 alle 16:18

Beh ”la solita Virna Lisi” mi sembra una frase un pò dispregiativa, ma forse ho capito male io…



28. lady vendetta ha scritto:

13 gennaio 2014 alle 18:07

con “solita” intendevo che, se in una fiction c’è da dare la parte di una donna di mezz’età, prendono sempre lei e questo indipendentemente dalle capacità dell’attrice, che io non mi permetto di giudicare….



29. Michele ha scritto:

13 gennaio 2014 alle 18:40

Metto questo commento (minimamente riveduto e corretto) che avevo scritto su un altro post ma che mi sembra perfetto, visto l’argomento, anche per questo qui:

La fiction RAI di oggi (escluse eccezioni rarissime) non è in grado di realizzare storie di spessore, con sceneggiature corpose, dialoghi studiati ed intelligenti, personaggi complessi e sfaccettati: tutto è sempre all’acqua di rose, tutto è sempre stereotipato e banale, i dialoghi sono un continuo susseguirsi di luoghi comuni e frasi fatte, il mondo è sempre diviso in maniera manichea con i buoni tutti da una parte ed i cattivi tutti dall’altra con i buoni che sono solo buoni ed i cattivi che sono solo cattivi, le trame finiscono così sempre sul tono della telenovela messicana anni ‘80 o sul melò Matarazziano anni ‘50, le ricostruzioni sono sempre imbottite di errori storici CLAMOROSI e quando qualcuno giustamente protesta ecco il dirigente, il regista, l’attore o il lacchè di turno che si giustifica dicendo che ”Rai 1 è un canale per famiglie e quindi si deve edulcorare il tutto” (ma con questa scusa serie come ”La piovra” non sarebbero mai state realizzate e forse qualche dirigente della Rai odierna lo avrebbe preferito)…



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