Le Interviste di DM


9
settembre

EMANUELE FILIBERTO A DM: SANREMO VA RISTRUTTURATO COMPLETAMENTE. BASTA TV CON PUPO, STO PREPARANDO UN NUOVO TALENT

Emanuele Filiberto di Savoia

Dai sottaceti Saclà alla co-conduzione di Ciak … si canta! e de I Raccomandati passando per i podi di Ballando con le stelle, primo gradino, e del Festival di Sanremo, secondo posto. E a partire da questa sera, con l’anteprima in onda alle 23.40 su Rai 1, co-conduttore di Miss Italia 2010. Questi i passi, lunghi e spediti, di Emanuele Filiberto all’interno del tubo catodico nostrano. Fra curiosità, sgomento e una valanga di critiche, il discendente di casa Savoia sta rimpinguando il suo curriculum con una serie di esperienze televisive degne di nota. E non sembra intenzionato a fermarsi, nonostante la sua scalata stia facendo storcere il naso a molti.

“Leggo sempre il vostro sito e le critiche che mi vengono mosse”, ha infatti esordito prima di cominciare l’intervista. “A chi punta il dito contro di me dico che senza critiche sono un uomo morto. Le critiche, che se sono costruttive ascolto con attenzione, fanno sì che io sia ancora vivo. Più mi fischiano, più mi guardano”.

A proposito di fischi, a Sanremo ne hai ricevuti davvero tanti. In questi giorni non si fa altro che parlare del presentatore del prossimo Festival, ti piacerebbe cimentarti in questo ruolo?

“Assolutamente no. Sanremo ormai è uno spettacolo vecchio. Va ristrutturato completamente, così com’è non ha più un gran senso. Mi sono divertito a partecipare, ma non l’avrei mai guardato come spettatore: il Festival dovrebbe essere un programma musicale, invece è schiavo dell’auditel. Bisogna chiedersi se Sanremo è uno show televisivo, e in questo caso va bene invitare chi come me non c’entra niente con la musica e serve a creare polemiche, o se è un concorso musicale. Ci sono già troppi talent-show come X Factor o Amici che danno l’opportunità ai giovani di emergere e siamo pieni di gente che fa audience e non sa cantare. Vogliamo fare l’ennesimo talent show o dare spazio alla vera musica?”.

Cosa faresti quindi per far tornare il Festival agli antichi fasti?

“Toglierei importanza al televoto e darei spazio al giudizio critico di professionisti del settore. Basta giurie demoscopiche, bisogna tornare al voto dei tecnici”.

E’ curioso che questa proposta arrivi proprio da te che grazie al voto popolare hai vinto Ballando e quasi vinto Sanremo. Anche se, non sempre è andata così. Quando hai tentato la carriera politica ad esempio…

“Quando mi sono candidato per la circoscrizione estera (nel 2008, ndDM) è andata male perché ho fatto una campagna elettorale con poco budget. E’ andata molto meglio invece con l’UDC per le elezioni europee (nel 2009, ndDM) quando sono risultato essere il primo nome del partito in Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta, anche se poi non sono stato eletto. Il pubblico evidentemente preferisce vedermi in tv”.




8
settembre

INTERVISTA A MILLY CARLUCCI, DOMANI SU DAVIDEMAGGIO.IT

Milly Carlucci, intervista

DOMANI, SU DAVIDEMAGGIO.IT

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7
settembre

PLATINETTE RACCONTA A DAVIDEMAGGIO.IT COSA FARA’ A MATTINO CINQUE





6
settembre

ALESSIO VINCI COMMENTA IL TGLA7 SU DM: MI FA QUASI SORRIDERE CHE VENGA VISTO COME UNA COSA NUOVA


3
settembre

BOOM! L’ISOLA DEI FAMOSI CI SARA’. LO ANNUNCIA GIORGIO GORI A DAVIDEMAGGIO.IT

Giorgio Gori, amministratore delegato Magnolia

Il principale rebus della prossima stagione è stato risolto. L’Isola dei famosi, reality principe della tv di Stato, andrà regolarmente in onda nella primavera 2011. La stessa conduttrice, in una recente intervista a Panorama, non era in grado di fornire certezze, ma ora l’ufficialità è data dai microfoni di DM, che per primo avevo svelato i tentennamenti della rete per una nuova edizione dello show. Ad annunciarne la partenza è il patron di Magnolia, Giorgio Gori, produttore dello show intervistato dal nostro Luca Alberici.

Come ogni anno, allora, può partire il toto cast, preludio di ogni nuova edizione del reality. Sempre che non venga giudicato più interessante il toto-conduttore.





1
settembre

INTERVISTA A GRAZIANO GALATONE: IL RENZO DEI PROMESSI SPOSI DI GUARDI’ TRA L’EMOZIONE DEL DEBUTTO E IL DISINCANTO VERSO LA NUOVA TV DEI FINTI TALENTI

Il suo nome forse vi dirà poco, ma se vi diciamo Febo di Notre Dame de Paris scommettiamo che le cose cambiano? Quest’oggi vi proponiamo un’intervista a Graziano Galatone, uno dei volti più interessanti del musical made in Italy, proprio a pochi giorni dal debutto a San Siro nei panni di Renzo ne I Promessi Sposi di Michele Guardì. Ma il nostro non è nuovo a ruoli celebri: da Cocciante a Lucio Dalla, Graziano calca il palcoscenico teatrale ormai da moltissimi anni. Non abbiamo perso occasione per fargli alcune domande sulla televisione e del difficile rapporto di quest’ultima col teatro, anche alla luce dei poco esaltanti risultati che la “sua” Tosca ha riscosso sul piccolo schermo. E Graziano ha colto l’occasione anche per fare un appello al Ministro delle Comunicazioni per migliorare la proposta televisiva del servizio pubblico. Tutto questo in attesa dell’uscita del suo nuovo disco di inediti a dicembre dove lo ritroveremo in quello che, a sua detta, è il ruolo che maggiormente gli si addice: quello di cantante popolare.

Quanto ti ha aiutato avere un padre musicista nel tuo percorso artistico?

E’ stato fondamentale. Io ho cominciato come batterista esattamente come mio padre e così ho acquisito il senso del ritmo a cui chiaramente ho abbinato, col tempo, la voce. Voce e percussioni, tra le altre cose, sono gli strumenti musicali più antichi, utilizzati già dalle tribù africane.

Per il tuo lavoro hai girato il mondo. Qual è il posto che Graziano ha nel cuore?

Ce ne sono moltissimi ma dovendo scegliere direi senza dubbio la Calabria. E’ lì che è partita la voglia di crescere musicalmente ed è la Calabria che mi ha fatto capire l’importanza del contatto con il pubblico. Da lì a Roma il passo è stato breve.

Da Notre Dame de Paris di Cocciante alla Tosca di Dalla: due mostri sacri a confronto. Con chi hai avuto maggiori difficoltà?

Due esperienze diversissime e importantissime. In Notre Dame si doveva essere molto rispettosi della forma e della scrittura dei testi e non c’era possibilità d’improvvisare. Dalla è noto invece per essere un grande improvvisatore e in tourneè ci ha lasciato molta più libertà. Tra i due caratteri preferisco quello di Dalla che a differenza di Cocciante è molto più estroverso.

Dicono che Cocciante sia severissimo.


26
agosto

INTERVISTA A FRANCO VILLA: NON SARO’ PIU’ IL VALLETTO DI BARBARA. LA COSA PIU’ STRANA CHE HO FATTO? L’AUTOGRAFO

Intervista a Franco Villa

Lecchese, di 30 anni, Franco Villa è conosciuto al grande pubblico per essere stato il valletto di Barbara D’Urso nella bislacca Domenica Cinque. Prima di allora si era affacciato al mondo dello spettacolo con una carriera da modello e una breve partecipazione ad Uomini e Donne in veste di corteggiatore. Ora che il ruolo nella trasmissione domenicale non gli competerà più, Franco studia recitazione e dizione per coronare il suo sogno di diventare un attore. DM l’ha incontrato e ha scoperto una persona umile che malgrado qualche scampolo di notorietà è rimasto con i piedi per terra. A cominciare dal negozio nel quale ancora lavora… 

Allora Franco ci confermi che non sarai più il valletto di Domenica cinque? 

Sì, è uscito anche sui giornali, Barbara sta cercando un nuovo valletto, si faranno nuove selezioni. Per quanto riguarda la mia persona, però, ci saranno delle novità ma sono scaramantico e preferisco non parlarne. Diciamo che ci sarò ma in una nuova forma e non necessariamente di domenica. Se mi chiedi nello specifico di un mio eventuale coinvolgimento a Domenica cinque o a Pomeriggio cinque ancora non so dirlo. 

Come si lavora con Barbara D’Urso? 

Benissimo, mi sono trovato davvero a mio agio con lei e il suo staff. Oltre alla padrona di casa ne approfitto per ringraziare tutta la redazione di Videonews e Brachino che lavorano splendidamente. 

Si dice che dietro le quinte Barbara sia molto esigente. 

Può darsi ma credo sia esigente come è giusto che sia per una donna della sua professionalità ed esperienza. 


26
agosto

ALESSANDRO GRECO A DM: “MIA MOGLIE INFLUENZA LE MIE SCELTE PROFESSIONALI? E’ LA STESSA COSA CHE SUCCEDE A BONOLIS-BRUGANELLI, AMADEUS-CIVITILLO O CONTI-MORISE”.

Alessandro Greco e Beatrice Bocci

E’ una scoperta di Raffaella Carrà. Un marchio di fabbrica, quest’ultimo, che gli ha consentito di coronare il proprio successo sul finire degli anni 90 con un piccolo cult della tv italiana: Furore, game show trasmesso da Raidue. A nove anni dall’ultima edizione, però, Alessandro Greco è ancora in cerca di una seconda chance che lo “riconsegni” al grande pubblico. Nel frattempo, si dedica alla radio e al Gran Concerto (con alcuni cambiamenti, che ci racconta), programma di Raitre che vuole avvicinare i più piccoli al mondo della musica classica. All’orizzonte, però, sembra esserci una novità: un game show testato per Endemol alcune settimane fa. Lo racconta a davidemaggio.it Alessandro che abbiamo incontrato sulle spiagge palermitane di Mondello dove ha condotto per RTL 102.5 il tour estivo di Password. 

Alessandro, dove eravamo rimasti?

Siamo rimasti all’anno scorso con la seconda edizione di Gran Concerto. Oppure possiamo andare ancora  indietro…

Potremmo tornare all’ultimo programma di grande successo che hai condotto: Furore. Quanto ti manca?

Furore mi manca tantissimo. E manca tanto anche ai telespettatori. Da quando Furore non è più in onda, le persone che ho avuto modo di incontrare negli spettacoli e nelle feste di piazza che ho presentato sembrano avere un nastro registrato in bocca. La frase è sempre la stessa: “Alessandro quando ritorna Furore?”.  Io sono pronto a scommettere che facendo una settimana di spot a tappeto, il programma tornerebbe alla grande e il pubblico sarebbe contento.

Come vivi  il fatto di essere stato protagonista di un successo come Furore e ora essere, invece, al timone di un programma di nicchia (Gran Concerto su Raitre)?

Io ho sempre cercato di fare ciò che mi è stato chiesto. La mia storia è fortemente legata a Furore ma è importante far sapere al pubblico che se un conduttore lo vedi meno non per forza dipende dal personaggio. Dipende anche, e soprattutto, da scelte effettuate da chi è preposto ad avere quel ruolo.

Qualcuno dice che nelle tue scelte professionali abbia influito (un po’ troppo) tua moglie (Beatrice Bocci).

Sono le classiche leggende metropolitane prive di fondamento. Credo anche che siano esternazioni cattive che in alcuni casi vanno a minare sia la persona che le attività professionali. Io e mia moglie abbiamo un percorso artistico che è parallelo ma che, a seconda delle richieste che ci sono state e che potrebbero esserci, si può intersecare. E’ successo, ad esempio, con La Talpa perché Mediaset ci ha voluti entrambi, ma noi non ci siamo mai imposti a nessuno. Anche perché questo tipo di potere è appannaggio di altri.