Le Interviste di DM


17
giugno

INTERVISTA A MARA VENIER

Tra poco, su davidemaggio.it

L’INTERVISTA E’ DISPONIBILE CLICCANDO QUI

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11
giugno

FLAVIA VENTO LANCIA UN APPELLO DALLE PAGINE DI DM: “MILLY PRENDIMI PER LA PROSSIMA EDIZIONE DI BALLANDO. E’ IL MIO SOGNO”

Showgirl, attrice, cantante. La sua vera vocazione è ancora un mistero ma in attesa di trovare una propria dimensione artistica Flavia Vento ci ha rilasciato un’intervista a tutto tondo in cui ci ha parlato della sua carriera, dei suoi progetti futuri e del suo amore per la tv. Dall’abbandono dei celebri reality a cui ha preso parte alla voglia di tornare sull’Isola dei Famosi; dalla stima per Barbara D’urso e Monica Setta a quella per Michela Vittoria Brambilla; da un progetto cinematografico che ce la farà apprezzare in vesti comiche alla realizzazione di un sogno. Eh si, la nostra ospite di questo pomeriggio, direttamente dalle spiagge di Fregene, approfitta di davidemaggio.it per lanciare un accorato appello che stavolta non riguarda i suoi adoratissimi amici a quattro zampe, ma, udite udite, nientemeno che Milly Carlucci.

Allora Flavia, via il dente via il dolore, cominciamo subito dalla domanda che più ti fa arrabbiare e non ne parliamo più: quanto ti secca essere ricordata per il tuo personaggio “sotto-vetro” a Libero?

Come ho già detto in quella trasmissione ero un’attrice che interpretava il ruolo che le era stato richiesto. Era una provocazione, nemmeno volgare se si considerano i balletti delle donne mezze nude che si vedono oggi in televisione. Non mi sono mai sentita una donna oggetto.

A proposito di donna oggetto, pensi che le donne in tv lo siano realmente o piuttosto fingano per raggiungere i propri scopi?

Dipende dalla donna. In televisione è proposto un modello di donna molto furba che per raggiungere il successo sa gestire bene le proprie doti, usando anche il corpo. Poi è ovvio che c’è donna e donna, sia chiaro.

Si potrebbe fare un esempio concreto con La Pupa e il Secchione magari…

Non l’ho mai visto, io guardo molto poco la televisione. Forse sarò anormale ma la sera invece di guardare la tv preferisco uscire o leggere un bel libro.

Guardi poca televisione ma il tuo sogno è farla però.

Mi piacerebbe moltissimo. Per me la televisione è un posto magico. Quando vado in onda mi sembra di essere in un sogno. E’ la tv il mio mondo. Spero che l’anno prossimo si realizzi il mio desiderio di partecipare ad un programma televisivo. Mi piacerebbe condurre una trasmissione che veda come protagonisti dei bambini ma mi vedo molto portata anche per il genere musicale. Mi vedrei bene alla conduzione di “Io canto”. Ma in realtà il mio sogno è un altro.

Quale?

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10
giugno

FRANCESCA CIPRIANI A DM: VORREI MOSTRARE IL MIO LATO DRAMMATICO O FARE LOVE BUGS CON ENRICO PAPI. SE VINCE L’ITALIA AI MONDIALI? MI VESTO DA SUORA

Al grido di “Io sono la vera Pupa” è entrata a far parte del cast de La Pupa e Il Secchione dove, grazie ad un misto di simpatia e forza di volontà, ha vinto il premio finale. Discussa e criticata ben prima della sua partecipazione al comedy show, per via di qualche taglia di troppo, Francesca Cipriani si è raccontata a DM e l’impressione avuta è stata tutto fuorchè quella di trovarsi dinanzi ad una sprovveduta. Dalle accuse di fingere, alla “rivale” Pasqualina, al rapporto con la popolarità e con Lele Mora, Francesca ha fatto della diplomazia la sua arma migliore per rispondere ad ogni domanda. Peccato che quando si parla di Belen Rodriguez non riesca proprio a trattenersi…

E’ da un po’ di tempo che l’Italia si chiede Francesca Cipriani ci è o ci fa?

In generale ti dico che sono una persona molto ironica e autoironica. Il filone comico è quello che prevale in me e che mi piace di più, però sono anche altro. Riesco a fare cose che non siano comiche e ad essere seria, ho un carattere fatto di varie sfaccettature. Ad esempio, nel programma mi sono impegnata e ho imparato tutto quello che si doveva studiare. La vittoria, infatti, è stata sulle nozioni e ho dimostrato, dunque, che se voglio riesco anche a studiare.

In passato sei stata conduttrice di un telegiornale locale, viene da chiedersi come sia possibile che non conoscessi alcuni personaggi dell’attualità.

Bè diciamo che il Governo ogni cinque anni, se non prima, cambia.

Ma non sempre cambiano anche i politici…

Al telegiornale locale di politica non mi occupavo io, mi occupavo di altre cose come la cronaca. La politica meglio non toccarla perché quando sei conduttrice di un telegiornale devi essere molto neutrale e competente.

Hai detto che vincere la Pupa e il Secchione per te era un sogno. Perché?

Perché volevo partecipare ma anche vincere, visto che mi trovavo in gioco; per questo ce l’ho messa tutta, mi sono divertita, impegnata e ce l’ho fatta.

Hai già pensato a cosa fare con i 100 mila euro della vincita?

Mi sembra non siano 100 mila euro, bisogna fare una conversione e non l’ho ancora fatta. Di certo fanno comodo, soprattutto in questo momento di crisi. Devo dire, però, che sono contenta per i soldini ma soprattutto per il titolo che ho avuto.

Come rispondi a chi indica Pasqualina come vincitrice morale, lei stessa a DM ha dichiarato che con il televoto avrebbe senz’altro vinto lei.





9
giugno

PASQUALINA SANNA A DM: CON IL TELEVOTO IO E TASSINARI AVREMMO VINTO. SECCHIONI GAY? AL MIO TASSINARI OGNI TRE QUARTI SI ALZAVA LA BANDIERA.

E’ la vincitrice morale del comedy show più discusso dell’anno; in coppia con il suo Tassinari ha divertito e fatto sorridere i tanti spettatori de La Pupa e Il Secchione. A pochi giorni dalla fine della sua avventura, DM l’ha incontrata e si è fatto dire tutto ma proprio tutto su pupe e secchioni. Dalla contentezza per essere così amata dal pubblico al rapporto con Tassinari, alle “lavate di capo” della Barale, Pasqualina Sanna non ha avuto alcun pelo sulla lingua. Ma è quando le chiediamo di parlare delle sue “colleghe” o di dire la sua sulla presunta omosessualità di alcuni secchioni che la verace Pupa, con una proverbiale spontaneità, dà il meglio di sè. Perchè, che piaccia o no, Pasqualina è così come la si vede in televisione.

La prima domanda è d’obbligo: Pasqualina ce l’ha o non ce l’ha la cellulite?

Lo sai che non l’ho capito nemmeno io.

Non l’hai capito?

 E’ che mi faccio giudicare, non mi giudico.

Ok, meglio andare avanti, te lo aspettavi il terzo posto?

Sinceramente sì, me lo aspettavo perchè, come è successo 4 anni fa per Monti, era scontato che vincessimo noi, quindi sì mi aspettavo il terzo posto.

E se ci fosse stato il televoto?

Avremmo vinto noi. Siamo noi la coppia con la C maiuscola e lo dico non perché voglia vantarmi, ma perché ovunque io mi giri si parla solo di me e Tassinari. La Gialappa ci ha fatti neri, siamo stati i più simpatici, i più rinomati, ho tanti giornali a casa che parlano di noi e mi hanno detto che siamo usciti ovunque.

La definizione di vincitrice morale, con Tassinari, ti rende contenta o ti fa “rosicare” ancora di più per la sconfitta?


31
maggio

INTERVISTA A CLAUDIO LIPPI: AVREI POTUTO CONDURRE CENTOXCENTO SU RAIDUE IN PRIME TIME. MA LIOFREDI, PASQUINELLI E MEDIASET…

Non lo vediamo in televisione da alcuni anni, quando – per manifestare tutto il suo disappunto nei confronti di un determinato tipo di televisione – fece armi e bagagli e abbandonò il contenitore domenicale che lo vedeva protagonista. Una scelta che è costata cara al presentatore che, a distanza di anni, continua a pagare per questa “ribellione” e cerca ancora una propria collocazione in palinsesto. Dai mancati incontri con i Berlusconi, padre e figlio, alla riappacificazione con Lucio Presta e Paola Perego, dalle pregresse esperienze de Il Pranzo è Servito e Tira e Molla (Si o No) ad un bizzarro appuntamento con il Direttore di Raidue Liofredi, Claudio Lippi si racconta a DM svelandoci i retroscena di un suo ipotetico approdo (mai avvenuto) a Raidue. 

Allora Claudio, a che punto siamo rimasti?

Siamo rimasti ad un episodio che si trascina tuttora. Un momento che non è mai stato letto per come io speravo di averlo fatto capire. O sono stato poco chiaro io oppure c’e’ stata una forte strumentalizzazione.

Parliamo del tuo abbandono di Buona Domenica?

Si. Arrivavo a quell’edizione dopo 10 edizioni con Costanzo nelle quali ho sempre fatto parte di squadre in cui si alternavano i giocatori: Fiorello, Papi, Lopez, Barale, Freddi, Capua, Laurenti, Insegno. C’e’ stata, quindi, una lunga militanza in una trasmissione nella quale, per scelta di un unico responsabile che si chiamava Maurizio Costanzo, se si andava bene si condividevano i successi e ciascuno prendeva i propri meriti; se viceversa andava male, la colpa cadeva solo su Costanzo. Eravamo abbastanza protetti: è un ombrellone talmente largo che se ne prendeva tutte le responsabilità, nel bene e soprattutto nel male. Quando Costanzo abbandonò Buona Domenica, mi fu proposto di essere il fil rouge tra una trasmissione che era diventata storica e una nuova formula. Per creare una continuità mi si chiese di rimanere con dei ruoli che non furono mai sufficientemente condivisi e discussi.

Vale a dire?

Il mio problema non era tanto l’essere sul ring che, comunque, era lontano dal mio modo di fare spettacolo o di interpretare la domenica pomeriggio, ma risiedeva principalmente in una difficoltà di dialogo. Mi fu, infatti, assegnata una ”quota autorale”  grazie alla quale portavo dei suggerimenti, ma non mi è stata data mai la possibilità di metterli in pratica. Quando, alla seconda o alla terza puntata, sarebbe dovuto essere ospite proprio Luca Laurenti proposi di rifare quel gioco (ideato da me) col quale bisogna indovinare cosa c’era scritto su una fascetta attaccata sulla fronte dei concorrenti. Mi si impose di fare, invece, la classifica del Senso della Vita fatta da Bonolis – Laurenti. Ebbi un moto di rivolta: “perchè devo fare una cosa che fa un collega quando avevo la mia?”. Non immagni cosa sia successo…

E dunque?

Non volevo diventare un ingranaggio di un sistema che non conosco e non condivido. Ho una credibilità con un certo pubblico e non voglio perderla. Non pretendo di essere protagonista (nella mia vita non l’ho quasi mai fatto). E’ molto più saggio essere un’ottima spalla piuttosto che un mediocre professionista. Non ho il sacro furore del “ci penso io, l’ho inventato io” (imita Pippo Baudo, ndDM).

 Non volevi deludere quel pubblico che ha una certa idea di te?

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12
maggio

INTERVISTA A MACCIO CAPATONDA, CAMPIONE DI CLICK SUL WEB.

Questa volta devo iniziare ringraziando Davide (Maggio s’intende) perchè mi ha dato modo di conciliare il lavoro ad una personale passione. Sono fresca di Telefilm Festival, dove sono andata sabato scorso per conoscere uno dei miei miti: Maccio Capatonda. Maccio è il personaggio di punta del comico Marcello Macchia. Le sue performance umoristiche a Mai dire con la Gialappa’s, su All Music e a Tatami di Raitre gli sono valse migliaia di clip su Youtube, milioni di views e un altro mezzo milione di seguaci in Facebook. Insomma, un fenomeno di culto della rete, venerato dai giovani in fuga dalla tv generalista.

Da quest’anno, Maccio Capatonda e la sua Shortcut (casa di produzione che ha fondato con Enrico Venti) sono approdati anche a FlopTv, la web-tv umoristica di Fox Channels Italia, con Drammi medicali, il serial parodia delle fiction medicali, con Elio de Le storie tese. Se non conoscete il soggetto e se siete in cerca di spassosi spunti parodistici sulla nostra tv e sul nostro cinema, vi suggerisco di digitare in YouTube le seguenti parole: Padre Maronno, Mariottide, Jerry Polemica, Piccol, e trailer Capatonda. Ma bando alle ciance! Eccovi l’intervista (con la quale ho inaugurato peraltro il mio nuovo sito www.cinziabancone.it) e grazie Davide per avermi permesso di diffondere, in questo spazio, un po’ di sano umorismo macciano, che ce n’è tanto bisogno!

Nelle scorse settimane, Flop-tv ha ricevuto in premio un Webby Award. Anche la rete comincia ad avere dei riconoscimenti. Che effetto ti fa?

Mi rende molto felice ma credo sia anche ora, visto che ormai la rete ha quasi surclassato la tv.

Com’è che con un compagno del liceo ti sei ritrovato a fare l’attore e a fondare una casa di produzione? Hai studiato recitazione?

Io ed Enirco abbiamo fatto l’università di Tecnica Pubblicitaria insieme a Perugia e siamo stati mandati entrambi a fare uno stage a Milano in due aziende diverse. Dopo qualche anno ci siamo resi conto di avere due ruoli esattamente complementari, lui organizzazione, io creatività. Questo ci ha permesso di unire le forze. Io non ho studiato recitazione però ho fatto un corso di dizione per tre mesi.

E la gavetta l’hai fatta?

Nel campo del demenziale l’ho iniziata a 10 anni, dopo che ricevetti in regalo la mia prima videocamera. Da allora ho sempre girato film filmetti e cavolate varie con gli amici. Per quanto riguarda la gavetta seria come ti dicevo l’ho fatta a Milano in questa grande casa di produzione dove fui mandato a fare uno stage e rimasi a lavorare per circa 2 anni e mezzo ricoprendo diversi ruoli come assistente di produzione, assistente regia, operatore backstage, galoppino ecc.

Ma che modello di business c’è in rete? Come si monetizza questo successo?


7
maggio

DAVID DI DONATELLO: IN SECONDA SERATA SU RAIUNO I PREMI AL CINEMA ITALIANO. VIDEO INTERVISTA AL CONDUTTORE TULLIO SOLENGHI.

I David di Donatello giungono alla 54^edizione. La cerimonia di premiazione si terrà all’Auditorium Conciliazione a Roma e verrà presentata per il secondo anno consecutivo da Tullio Solenghi. La cerimonia andrà in onda alle ore 18.30 in diretta su Raisat Cinema mentre i telespettatori delle generaliste dovranno accontentarsi di una differita in onda alle ore 23.20 su Raiuno, dopo la serata finale di Ciak si canta! (anche se il programma di Pupo continuerà con due speciali “estate” fino al 21 maggio).

Nell’ambito della cerimonia si assegneranno i quattro David Speciali alla carriera a Tonino Guerra, Lina Wertmüller, Bud Spencer e Terence Hill, votati a norma di Statuto dal Consiglio Direttivo dell’Accademia, il Premio David per il miglior documentario di lungometraggio e quello per il miglior cortometraggio, votati da una Giuria presieduta da Andrea Piersanti e composta da Francesca Calvelli, Enzo Decaro, Paolo Fondato, Enrico Magrelli, Mario Mazzetti, Paolo Mereghetti e il Premio David Giovani, assegnato da un’altra Giuria composta da più di seimila studenti delle scuole superiori di tutta Italia, che verrà consegnato da Luigi Abete, Presidente di BNL-Gruppo BNP PARIBAS.

La serata sarà ricca e celebrerà il cinema italiano che anche in questa stagione ha ottenuto buoni consensi dalla critica e ottimi incassi. In pole position con ben 18 candidature c’è “La prima cosa bella” di Paolo Virzì che dovrà vedersela con il film di Giorgio Diritti “L’uomo che verrà” con 16 candidature e con “Vincere” di Marco Bellocchio che ne ha ottenute 15. Tra i favoriti anche “Baarìa” di Giuseppe Tornatore in lizza per 14 statuette e “Mine vaganti” di Ferzan Ozpetek, per 12. L’appuntamento è per questa sera in seconda serata su Raiuno.

Nel frattempo, dopo il salto, video intervista al conduttore Tullio Solenghi a cura del nostro Carmelo Aurite e TUTTI I VINCITORI:


27
aprile

INTERVISTA AD ALESSANDRO GRIECO, DIRETTORE DI COMEDY CENTRAL: NON VOGLIAMO ESSERE FOX O CW. NOI SVILUPPIAMO UN’IDENTITA’ NAZIONALE

Alessandro Grieco

Nell’ambito del progetto di ricerca “Web 2.0 ed innovazione: il ruolo dei blog nell’entertainment televisivo oggi è la volta del contributo di Alessandro Grieco, direttore di Comedy Central. Innovativa, dinamica ma soprattutto ironica e divertente, questa è l’impronta che Grieco ha impresso alla rete che dirige, facendone un unicum nel panorama televisivo italiano. A dispetto di chi la vorrebbe votata alla serialità statunitense, Comedy Central si propone di essere il tempio della comicità e, come tiene a sottolineare l’head of programming acquisitions  and production, all’insegna del made in Italy. Ma per saperne di più ecco le sue dichiarazioni.

Come avviene il processo che va dall’ideazione al lancio di nuove produzioni televisive (fiction incluse) in Comedy Central?

Sostanzialmente il processo nasce da un’analisi di posizionamento editoriale del canale. Una volta avuto chiaro quello che serve, tenendo presente, quindi, i valori e le caratteristiche del posizionamento attuale, cominciamo a vagliare i nuovi format. Tenga presente che noi riceviamo circa 15 format al mese buoni. Cerchiamo di capire, poi, quelli che meglio interpretano le esigenze della rete; a quel punto la seconda valutazione fondamentale è relativa alla programmazione strisciata o settimanale (di prima serata solitamente). Dopo cominciamo a selezionare i formati e a lavorare sulla rosa di papabili, in modo che il formato che si adegua al canale e ai budget disponibili in quel momento venga prodotto. Il più delle volte viene realizzata una puntata zero, testata con dei focus group e/o delle ricerche; qualora ciò non fosse possibile ci fidiamo del nostro intuito.

Come giudica il livello di innovazione della televisione italiana? E nello specifico il livello di innovazione in Comedy Central?

Comedy Central effettua rispetto ai canali Sky un maggior numero di ore autoprodotte. Il motivo è che riteniamo che la comicità sia sostanzialmente locale. Questa è un’osservazione rilevante che si riscontra in tutti i campi; se lei guarda la programmazione cinematografica nel mondo vede che i titoli sono tutti uguali al 90%  esclusi quelli comici che fanno grandissimi ascolti in patria ma sono di esportazione limitata. Un esempio proviene dal mercato americano, che notoriamente esporta di più: comici come Chris Rock o Adam Sandler in Italia sono conosciuti sostanzialmente dagli appassionati. Per quanto riguardo la televisione in Italia, è sostanzialmente tradizionalistica per cui una volta scoperto un filone si tende a lavorare sempre su quel filone. La televisione generalista non tende ad innovare completamente con i formati ma ad apportare a dei format già conosciuti delle ulteriori innovazioni pezzettino per pezzettino più che radicali. Il motivo è  la paura che un programma completamente nuovo possa influire negativamente sui risultati d’ascolto. Riguardo a Sky vi è indubbiamente più attenzione all’innovazione ma non sempre questa è poi cosi radicale. Lo spettatore di Sky, a fronte di una miriade di canali diversi, tende comunque ad appassionarsi su cose che già conosce, su volti noti, e per questo motivo anche per programmi nuovi si pensa ad un cast composto da personaggi già conosciuti.