Continua la nostra chiacchierata con Enzo Paolo Turchi. Se hai perso la prima parte, clicca qui.
Vuoi dire che uno che non sa recitare o cantare non può avere un’opinione o che, se ce l’ha, vale meno?
Dare un’opinione è una cosa, dire “Sei uno stronzo, che cazzo vuoi?!” è un’altra. Se sei propositivo e dai opinioni va bene, ma se detti legge dicendo “tu chi sei, ma come ti permetti” quando sono io a non conoscere Antonella Elia è un’altra. Non so cosa abbia fatto più di portare i concorrenti a La Corrida, e non è questo grande ruolo artistico. Allora iniziamo ad offendere pure noi, anzi a dire la verità, ma se io non voglio che lei faccia queste cose, non posso farlo io. Questo ti fa fare delle scelte che paghi, anche economicamente; sono uscito alla settimana puntata e non è facile, potevo vincere, però sono entrato in studio e il pubblico mi ha amato.
Tu sei stato un simbolo della tv del varietà. Cosa ne pensi della televisione attuale e anche del varietà che in qualche modo sta tornando?
La crisi del varietà c’è sempre stata, anche negli anni 60 e 70. E’ un su e giù, sono i cicli della televisione e della vita. La rivista, il varietà non finiranno mai, quello che finirà è il varietà che non si adegua ai tempi, bisogna attualizzarlo. Il varietà di una volta si deve vedere su Da Da Da, noi dobbiamo aggiornarlo. Ci deve essere una soubrette che sa ballare e recitare, un comico più giovane e l’altro emergente, il conduttore bravo, la soubrettina giovane che impara. Deve avere belle luci e bei costumi, la chiave è la stessa solo che deve essere resa al passo con i tempi. Oggi le automobili hanno 4 ruote, come trent’anni fa, ma le componenti sono diventate più moderne.
Che ne pensi della danza in tv?
Dobbiamo ringraziare Amici, Maria de Filippi ha attualizzato la danza, l’ha portata in tv facendola arrivare al grande pubblico. Mi fa ridere quando si dice che nei varietà non funziona più il balletto; a me funzionano, è chiaro che se prendete una persona che non sa fare il coreografo non funzioneranno mai. Io ho fatto tanta gavetta mentre oggi si studia poco. Il balletto non è un video che va in montaggio, è come una bella canzone, deve avere un inizio, una parte centrale, e ti deve prendere raccontando una storia.