Non ha bisogno di presentazioni Irene Ghergo. Eccentrica autrice, inseparabile collega di Gianni Boncompagni con il quale ha costruito programmi cult del piccolo schermo nostrano, frequentatrice del jet-set, instancabile talent scout, perennemente circondata da amici. Pochi ma buoni. Proprio come quelli che intervista in ‘Amici Miei‘, programma di Rai 5 (domani, 22.45) dove Irene Ghergo veste anche i panni di conduttrice. Con la ‘Madonna dei Monti Parioli’ abbiamo fatto una chiacchierata per parlare, manco a dirlo, di televisione.
Sai che qualche giorno fa un amico comune ti definiva come una persona straordinariamente esperta di pubbliche relazioni, capace di arrivare a tutti, dalla Regina Elisabetta all’ultimo operaio di una fabbrica di provincia?!
Mi sembra che mi sopravvaluti (ride, ndDM). Certamente ho avuto una vita in una direzione di grande comunicazione; prima della tv ho per molti anni lavorato con Lucherini ed è lì che mi sono formata; prima ancora, quando non lavoravo ed ero una signora dell’alta borghesia, mi divertivo a fare degli strani miscugli di salotto.
Avresti piacere ad essere definita una bravissima esperta in PR o una bravissima autrice?
Le cose non sono mai in una direzione sola. E’ il mix delle cose, come quando in un programma mischi alto e basso. Come autore, tra l’altro, sono abbastanza atipico, anomalo; vengo da una scuola molto complicata che è quella di Boncompagni e ho avuto un percorso molto originale…
Originale ma anche attuale?
Gianni è più avanti degli altri. Non si formattizza. Dice che l’unico format italiano che ha un senso è la Santa Messa. Tutti gli altri sono comprati o copiati.
Come mai, allora, non è in onda un programma di Boncompagni?