Televisione


2
ottobre

BUONA DOMENICA(Z)

Buona Domenica new logo @ Davide Maggio .it

Ieri, ho deciso di farmi una scorpacciata di Buona Domenica perchè volevo vedere se la nuova “release” del pomeriggio domenicale dell’ammiraglia di Mediaset si fosse scrollata di dosso l’etichetta di “top of the trash” che, tempo fa, le attribuii.

Se qualche piccolo passo in avanti s’e’ fatto, l’impronta “Mauriziana” permane e si fa sentire non poco.

Il filo conduttore della scorsa puntata era, senza alcun dubbio e come al solito, il sesso.

Nauseabondo!

Superfluo soffermarsi sul penoso trio Bettarini-Gregoraci-Varone per il quale ci si continua incessantemente a chiedere quale sia stata la meta del fortunato pellegrinaggio portatore di, altrimenti inspiegabili, fama e di successo.

Opportuno, forse, presentare la scaletta del programma per rendere meglio l’idea dell’elevato spessore del contenitore di Paola Perego.

  • Si inizia con il cercalippo : gioco che per quanto demenziale punta semplicemente ad accaparrarsi spettatori in apertura di programma vista la partecipazione al gioco degli esclusi da La Pupa e il Secchione; il titolo pur facendo riferimento a Claudio Lippi (cerca….lippo) lascia pensare a tutt’altro cer…calippo!

  • Si prosegue con un forum su La Prima Volta : siamo alle 15.30 circa del pomeriggio (bene sottolinearlo) e un gruppo di giovani ha lasciato, quanto meno me, a bocca aperta;

  • Calcio in Rosa :  ossia far spu***nare alle ex-fidanzate gli ex-fidanzati calciatori. Ovviamente la speranza è quella che le ospiti scendano in particolari decisamente piccanti. Ieri è stata la volta della ex di Cassano;

  • Selezione delle assistenti da reality di Bettarini : delle povere invasate disposte a tutto pur di… affiancare Bettarini ne La Talpa. Vergognosa la parte della Perego che ha marciato parecchio (a suon di doppi sensi, naturalmente non capiti da Bettarini) sull’esibizione di un’aspirante assistente, “rea” d’aver scelto di suonare il flauto per l’ex calciatore;

  • Telegionale del Gossip : no comment. In quel momento, ero quasi imbarazzato a guardare il programma;

  • Momento musicale, Franco Califano : non è un caso la scelta di intervistare Califano, noto (o quanto meno presunto) playboy che non parla d’altro (seppur in maniera divertente e simpatica) che di sesso. Quasi dimenticavo : NON HA CANTATO.

  • il Ring : interivista a Sgarbi che è ritornato a parlare (come al solito in maniera poco elegante ma efficace) della lite con la Mussolini;

  • Intervista a Lorena Bobbit : la donna che 13 anni fa evirò il marito s’e’ lasciata intervistare, per la prima volta in una tv Europea. Purtroppo si son dovuti accontentare di una donna che, ormai madre di famiglia, non s’è lasciata andare in particolare hot, come probabilmente speravano.

Ecco, questa è la nuova Buona Domenica.

Il problema è che, se la cornice è sicuramente meno dionisiaca della precedente, il voler a tutti i costi parlare di sesso & co per accalappiare spettatori ha ormai seccato, soprattutto quando di sesso non si sa parlare e lo si cerca di fare forzatamente per gli scopi appena citati.

Peccato! La Perego e Lippi, per quanto non siano delle grandi cime della conduzione, potevano, a mio parere, riscattare Buona Domenica realizzandone una versione sicuramente più elegante dedicando il pomeriggio a quella forma di intrattenimento che in gergo si chiama infotainment, termine derivato dalla fusione di entertainment (intrattenimento) e information (informazione).




1
ottobre

DISAFFEZIONE DAI REALITY?

Reality Collage @ Davide Maggio .it

Se dovessimo rispondere alla domanda oggetto del titolo di questo post, guardando esclusivamente i dati auditel delle produzioni di quest’inizio stagione, probabilmente la risposta sarebbe obbligata e dovremmo rispondere con un secco SI!

Io, tuttavia la penso diversamente.

Prima di procedere…una premessa.

Ho sempre ritenuto il reality show il genere televisivo che meglio soddisfa le “esigenze” del popolo televisivo italiano.

Esigenze fondamentalmente voyeuristiche grazie alle quali potersi, da un lato, confrontare con gente comune che vive situazioni reali, dall’altro curiosare nella quotidianità e nell’intimità altrui con la sperenza di poterci ridere su.

E’ naturale che quanto più questa realtà sia eccessiva, animata, accesa, tanto più crescerà l’interesse e la curiosità nel telespettatore.

Non è un caso che i momenti di maggior successo (o quanto meno quelli più seguiti e che rimangono ben impressi nella memoria dei “guardoni”) siano :

  1. lo scontro (sino ad arrivare a quello fisico)

  2. l’intimità spinta (fino ad arrivare al sesso)

Chi non ricorda l’accapigliamento tra Antonella Elia e Aida Yespica (Isola dei Famosi) o le notti infuocate di Pietro Taricone e Cristina Plevani (GF1)?

Naturalmente, trattandosi di reality –> show, la mediazione televisiva è implicita e, conseguentemente, la situazione ”reale” proposta è, a ben guardarla, artificiale poichè architettata, influenzata e dominata dalla tv stessa che in questo modo influisce sulla realtà, modificandola. –br[Continua a leggere DISAFFEZIONE DAI REALITY?]–

Proprio per questi motivi, è facile intuire e soprattutto constatare che il successo di uno show del genere sia condizionato da fattore fondamentali quali :

  1. la scelta dei personaggi che daranno vita al programma : quanto più forte è la personalità, il carattere e il carisma dei personaggi, tanto maggiore sarà il successo del programma;

  2. la suggestività della storia che i personaggi dovranno vivere;

  3. una conduzione carismatica che renda il presentatore anche (e soprattutto) un buon “macchinatore” della realtà proposta.

Un’integrazione si rende necessaria parlando dei reality show in cui i protagonisti non sono più persone “normali” ma celebrità.

Entra, infatti, in scena un altro fattore che s’aggiunge a quelli precedentemente citati e trova in questo particolare genere di reality la Sua massima espressione : la miseria umana. A farla da padrona, in questo caso, è, infatti, il desiderio di spogliare una celebrità dei panni da very important person e ”metterla alla prova” con le difficoltà della vita di tutti i giorni.

Tutto ciò che ho premesso è stato, come è naturalmente che sia, ben capito dalle emittenti e, ancor più, dalle case di produzione, tant’è che quest’anno si è deciso di strafare!

Ecco qual è il vero punto.

Il pubblico non s’è stufato dei reality.

Il pubblico ha semplicemente imparato a scegliere : non ci si trova più (fortunatamente) di fronte ad un pubblico che accetta passivamente ciò che la TV propina ma i telespettatori si pongono ormai in atteggiamento critico nei confronti del piccolo schermo e hanno imparato a meglio utilizzare il telecomando optando, in alcuni casi, per il tasto rosso pur di non sorbire uno spettacolo che non si gradisce.

Quello che si è bocciato in questo inizio stagione non è stato, quindi, il reality ma IL REALITY A TUTTI I COSTI che pur non soddisfando tutti i punti precedentemente analizzati ha invaso i palinsesti del tubo catodico nostrano nell’erronea convinzione (presto smentita dai dati auditel) di dover riscuotere, per il sol fatto d’essere un reality show, un immeritato successo.

Se così non fosse e ci si trovasse, dunque, di fronte ad una disaffezione nei confronti dell’intero genere dei reality show non si giustificherebbe il successo de La Pupa e il Secchione, andato ben oltre ogni più rosea aspettativa.

Volendo passare dal generale al particolare, lasciando da parte Wild West che, a dirla tutta non brilla in nessuno dei 3 “requisiti da reality”, mi piacerebbe soffermarmi su Reality Circus e cercare di capire le motivazioni alla base del calo d’ascolti de L’Isola dei Famosi Honduras.

Inutile negare che Reality Circus sia difficile, già di per sè, da “etichettare” come reality show : la puntata serale è condita da “semplici” esibizioni circensi che hanno per protagonisti degli pseudoVIP in cui la “realtà” (nel senso sopra spiegato) è assolutamente essente. In daytime la maggior parte dello spazio è dedicato alla preparazione atletica senza che le bramate quotidianità e intimità raggiungano il telespettatore. Già questo basterebbe a definire Reality Circus come VIPSHOW e NON come reality show.

Ma nemmeno questa definizione sembra calzare a pennello per il reality in questione.

Quelli che dovrebbero essere infatti dei reality show in cui ad essere protagonisti siano delle celebrità, si sono trasformati in veri e propri uffici di collocamento per sottospecie di artisti appena affacciatisi sul mondo dello spettacolo o l’ultima spiaggia per artisti in via d’estinzione.

Quest’anno, però, si è voluto proprio esagerare.

Si è passati a sponsorizzare e a regalare visibilità a personaggi del tutto sconosciuti e spacciati per vip.

Il pubblico è rimasto deluso da due trasmissioni (in particolare l’Isola) che, pur risultando interessanti, avrebbero dovuto vedere personaggi noti mettersi in discussione. Così non è stato e il telespettatore non è più disposto a farsi prendere in giro.

La conseguenza? 

In un caso si è bocciato in toto un reality di nuova creazione (Circus), nell’altro è stato punito un programma ormai storico qual è L’Isola dei Famosi.

Trovo a tal proposito interessanti, esemplificativi e divertenti due servizi realizzati da Matrix che hanno tradotto in video le parole (dure) di Nicoletti (critico televisivo e giurato a La Pupa e il Secchione) che hanno ad oggetto proprio quest’ultimo punto della discussione.

Probabilmente, proporVi il video, è la maniera migliore per concludere.

Buona Visione

[Clicca qui per il video]


29
settembre

CONTRADDIZIONI?

Che Barbara Palombelli, prezzemolina del giornalismo italiano e moglie dell’amato (da Lei) Vice Presidente del Consiglio Francesco Rutelli, abbia firmato un contratto che la legherà al TG5 dal 1° ottobre…

… mi fa moooooolto riflettere!

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29
settembre

LA SOAP OPERA DEI PALINSESTI IMPAZZITI

Non ho mai scritto un post che si limitasse a riportare pedissequamente gli scritti di qualche altro autore.

Avete presente, però, quando, leggendo un giornale, un blog o qualsiasi altra fonte di notizie condividi un articolo al punto tale da dire a Te stesso : “Ecco. Esattamente ciò che avrei scritto io“?

Aldo Grasso @ Davide Maggio .itUna sensazione grazie alla quale Ti sembra che ciò che stai leggendo sia la materializzazione dei Tuoi pensieri!

Bene! A me è capitato con l’articolo di Aldo Grasso (nella foto) che sto per riportarVi, pubblicato ieri sul Corriere della Sera.

Lungi da me il paragonare i semplici scritti di questo blog ad una penna elegante qual è quella del noto critico televisivo! Ci mancherebbe altro!

Parlo, fondamentalmente, dei contenuti, non della forma e non Vi nascondo che l’aver trovato, nell’articolo di Grasso, delle affinità di interpretazioni e di vedute con quanto ho scritto alcuni giorni fa e con ciò che penso su questa ”scostumata” questione, mi ha inorgoglito un po’! 

Oggetto di analisi è  l’ormai infinita “soap opera dei palinsesti impazziti”.

Buona Lettura 

Un sinistro scricchiolio sta allarmando i custodi del palazzo televisivo. Da dove proviene? Chi l’ha provocato? Lo scricchiolio è causato dalla follia dei palinsesti. Che ormai oscillano come trottole, mappe impazzite. Da tempo, sui giornali, l’inizio della prima serata di Canale 5 e Raiuno è segnalato alle 21. In realtà, non inizia mai prima delle 21.20.
Perché questo inganno? La seconda serata non esiste più, è slittata a mezzanotte. Gli show finiscono all’ una di notte, con buona pace di chi la mattina deve alzarsi. Un telefilm di successo come Dr. House viene brutalmente spostato causando la ribellione dei telespettatori; il programma di Bonolis va in prima serata, poi in seconda, poi viene collocato nella fascia preserale; Reality circus dal lunedì passa alla domenica, dalla domenica al mercoledì: una giostra. Le anomalie non finiscono qui, anzi paiono ben più profonde. Joe Petrosino vince ampiamente la serata di domenica 24 settembre con quasi sei milioni di spettatori, favorito dal clamoroso flop del reality di Canale 5 (3.104.000 spettatori, 16,38% di share, 5/6 punti sotto gli obiettivi della rete). Lunedì 25 Petrosino perde duecentomila spettatori e quasi il 5% di share, andando contro una logica sempre rispettata: ovvero che la seconda puntata di una fiction di successo va meglio della prima, per l’effetto valanga e per l’effetto persistenza, degli spettatori che hanno visto la prima. Ma qui entra in gioco la contro- programmazione de L’Onore e il rispetto, coi suoi 5.656.000 spettatori (22%), già accumulati nelle 4 puntate precedenti. Altri flop da palinsesto. Le quattro serate di Miss Italia, a dimostrazione di come ormai la manifestazione non sia più vissuta come evento. O l’inatteso insuccesso di Luca Barbareschi: Giorni da Leone 2, il seguito di una fiction in onda nel 2002. Allora fece il 20% di share, ma il seguito non funziona. La prima puntata (5 settembre) ha uno share di appena il 12,16 per cento, ridicolo per Raiuno. Tanto che si decide di sfilarla subito per sostituirla con una replica di Bartali.

Ma la situazione più clamorosa riguarda Paolo Bonolis. Fattore C, un format così collaudato e sperimentato da sembrare un plagio, floppa clamorosamente in prima serata: domenica 10 settembre supera il 23% di share ma la domenica successiva crolla al 17,61. Spostato nel preserale non fa di meglio, meno del 18% di share.

Programmi dislocati, orari oltraggiati, soppressioni improvvise, sforamenti abituali. Il palinsesto (dal greco palímpsèstos, «raschiato di nuovo», a significare l’originale programmazione trimestrale fatta di tanti fogli sovrapposti) è ormai inattendibile. Rispetto ai corrispettivi francesi (grille) e inglesi (schedule), il termine italiano sottolinea l’incessante lavoro di perfezionamento, ridefinizione, correzione cui è sottoposta la programmazione. Che può essere infatti continuamente rielaborata in rapporto agli obiettivi della rete (proprio come le antiche pergamene venivano continuamente corrette e riutilizzate). Ma la sensazione è che la nostra programmazione venga raschiata ogni giorno, senza sosta, da una mano insensata. Ciò che vediamo sul piccolo schermo corrisponde raramente a ciò che è riportato dalle guide ufficiali.

«Il palinsesto è matematica», sostiene Alba Parietti. Ha ragione. Ma il suo reality sa contare solo fino al 7 (di share). Gli esempi si sprecano, giusto per fornire una sismografia del terremoto in atto. Per Raiuno e Canale 5, come detto, il ritardo è cronico, e francamente anche un po’ ridicolo.

Non va molto meglio sulle altri reti, la litania dello sforamento si ripete. Il telefilm su Raidue e The Oc su Italia 1 iniziano con cinque minuti di ritardo, il film su Retequattro con quindici. Raitre è in orario, e anche La7 non sgarra. Però il programma di Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni sfora volentieri. Nel maggio scorso ha ceduto la linea a Gad Lerner solo alle 21.43. Che non l’ha mollata prima delle 24.00. Per la disperazione di Piero Chiambretti, previsto con Markette alle 23.30. Siccome non è un caso isolato, il conduttore ha pensato di ribattezzare il suo programma Uno mattina Markette.
L’altra sera ha bevuto il calice amaro anche Bruno Vespa battuto da Enrico Mentana che aveva in studio Luciano Moggi (Moggi è la variabile impazzita del palinsesto: una volta era chiamato per rispetto adesso per alzare l’audience). Ma Vespa è stato costretto dal film di Raiuno a partire molto tardi. Da cosa dipende questa debolezza intrinseca della tv generalista, questa assurda partita a scacchi che denota mancanza di rispetto nei confronti dello spettatore? Alcuni impazzimenti sono dovuti alle logiche perverse dei palinsesti.

Il ritardo della prima serata è stato «inventato» da Striscia la notizia per fare il pieno d’ascolto. Da questo «male» ne discende un altro ancora più grosso. Per non avere concorrenza in quell’ ora topica, Mediaset è stata costretta a riportare Bonolis all’ovile, a peso d’oro. Ma Bonolis è tornato con tutto il clan di Lucio Presta (Paola Perego, Amadeus, Panicucci) imponendo alcuni programmi rivelatisi poi dei fallimenti (Amadeus è già sparito dal video).

Visto che parliamo di clan, la disarticolazione dei palinsesti dipende anche dal fatto che in troppi ci mettono le mani. Ormai personaggi come Lucio Presta, Bibi Ballandi, Lele Mora, Beppe Caschetto contano più dei direttori di rete. Non a caso a dirigere Raiuno c’è Fabrizio Del Noce, un giornalista che non si era mai occupato di programmazione. A dirigere Canale 5 ci sarà Massimo Donelli (tanti auguri!), la cui unica esperienza tv consiste nell’ aver diretto Sorrisi e canzoni (dove spesso si è lamentato dell’infedeltà dei palinsesti!). Qualcuno imputa la follia della programmazione alla crisi imprevista dei reality (difficoltà che coinvolge persino un campione d’ascolti come L’isola dei famosi) o all’esplosione del satellite, di Sky (è il caso di Lost, laserie di culto, che in onda il lunedì regala share record a Fox). Qualcun altro, più addentro, la spiega con la difficoltà delle reti ammiraglie (specie Canale 5) a raggiungere gli obbiettivi promessi agli investitori pubblicitari; di qui gli spostamenti, le protezioni, i traslochi, le cancellazioni apparentemente inspiegabili. Tutto questo mina due meccanismi su cui si fonda, o si dovrebbe fondare, il patto comunicativo della tv: l’abitudine e la fedeltà. Il pubblico è consuetudinario e affezionato ai programmi preferiti. Perché svilire così il palinsesto? Gli orari dei treni non sono sufficienti per garantire a un Paese una rete efficiente di trasporti, ma senza orario i treni non si muovono, e se si muovono creano solo caos.


27
settembre

…E LA RAI FA CAUSA A MEDIASET

Rai logo @ Davide Maggio .it VS Mediaset logo @ Davide Maggio .it

A tartassare ulteriormente il preserale di Canale5 ci pensa la Rai.

L’ufficio legale della Radio Televisione Italiana ha adito le vie legali per contestare l’analogia di Fattore C con Affari Tuoi portato al successo, negli scorsi anni, dallo stesso Bonolis.

Propongo un mio format per il preserale di Canale5. Si chama “il Labirinto”. Visto che Mediaset visita quotidianamente questo sito… che colga la palla al balzo!

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27
settembre

NUOTA CHE TI PASSA

Amadeus @ Davide Maggio .itDicono che Mediaset abbia profumatamente pagato una vacanza ad Amadeus per attutire il colpo della chiusura di Formula Segreta!

Nelle acque di quale paese starà sguazzando il presentatore che abbiamo voluto a tutti i costi al preserale di Canale5?

Sbizzarritevi…


27
settembre

TENDENZIOSA AUTOREFERENZIALITA’ del TG5

Non so a Voi, ma a me il servizio del TG5 che sto per proporVi è sembrato eccessivamente autocelebrativo in relazione ad una situazione notevolmente diversa da come è stata prospettata

Un "cerimonia" che ha "rubato" al telegiornale circa 3 minuti in cui son stati passati in rassegna i "successi" (successi?!?) ottenuti dai programmi  "colpiti" da una rivoluzione di palinsesto (praticamente tutti) che pare non sia ancora finita.

A parte Striscia la Notizia, io questo successo stento a vederlo, quanto meno per le trasmissioni citate.

Guardate Voi stessi…

Come direbbe qualcuno, TOTALE RIBALTAMENTO DELLA REALTA’!

[Thanks to Tony Jay per il video]

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26
settembre

STRISCIA : E’ BOOM; AFFARI TUOI REGGE ALLA GRANDE; L’EREDITA’ CRESCE ANCORA e FATTORE C S’ATTACCA!

Ezio Greggio & Michelle Hunziker - Striscia la Notizia @ Davide Maggio .it

La giornata (televisiva) di ieri è stata sotto gli occhi dei riflettori per due sfide importantissime :

1. Lo scontro in access prime time tra Affari Tuoi (Insinna version) e il ritorno di Striscia la Notizia

2. La nuova "battaglia" preserale tra un’ormai collaudata Eredità e il sostituto Fattore C.

Ebbene. Relativamente alla prima sfida, abbiamo assistito a una bella lotta tra Striscia la Notizia e Affari Tuoi.

Il programma di Antonio Ricci ha fatto il botto : 9.490.000 telespettatori per la prima puntata con un 33,10% di share; Affari Tuoi, però, si è difeso egregiamente. Nonostante il passaggio del testimone, Insinna riscuote un bel successo e porta a casa 7.001.000 ascoltatori con un 24,72% di share.

Lodevole! Striscia e Affari Tuoi sono stati rispettivamente il primo e il secondo programma più visti di ieri.

Diversamente è andata per il preserale.

Non c’è niente da fare per Canale5. Dopo l’uscita di scena di Gerry Scotti s’è abbattuta una specie di maledizione che colpisce Mediaset in questa precisa fascia oraria.

Bonolis è riescito a difendersi ma il primato spetta all’Eredità che totalizza nella prima parte (La Sfida dei 6) un ascolto di 3.945.000 (23,51% di share) e addirittura 6.126.000 nella seconda (con un sonoro 28,03% di share). Fattore C deve accontentarsi di 3.334.000 di ascoltatori (17,97%).

E Amadeus se la ride di gusto!!!

[Per partecipare come concorrente a Fattore C o a L'Eredità, clicca sulla categoria "casting" nel menu alla Tua destra]

A parte le due sfide sopra citate, bisogna segnalare la "decretazione di un flop", quello di Wild West.

Il reality di Alba Parietti è stato seguito da  1.532.000 ascoltatori, share 7,81%. Il risultato è di per sè già pietoso (per essere eufemici) ma se pensate che lo scorso lunedi i telespettatori furono 2.498.000 (share 14.47%), il risultato è doppiamente deludente. Come dire… non solo gli ascoltatori sono stati pochi sin dalla partenza ma dopo averlo visto si sono DIMEZZATI, affossando definitivamente il programma.

Niente sfortuna dunque, ma scelta ben precisa del pubblico!

E’ chiaro che per la coscia più famosa d’Italia non c’è più niente da fare… quanto meno in TV.

Peccato che non abbia avuto nemmeno il tempo di assaporare l’agognato  ritorno in televisione che già deve preparare armi a bagagli e tornare a casina sua!

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