Nonostante il trasferimento coatto ad altra “struttura sanitaria” dell’idraulico più esibizionista d’Italia, a “Villa Grande Fratello”, rinomata casa di cura per patologici disadattati senza alcuna ragionevole speranza di guarigione, la sanità mentale sembra ancora un obiettivo di difficile raggiungimento.
Uno degli ultimi ricoverati, Tommaso, la cui cartella clinica dovrebbe essere immediatamente aggiornata giacchè manca in essa l’annotazione del drammatico inestetismo cutaneo (leggasi couperose) che flagella il suo patrizio faccione da bamboccione, ha presentato reclamo per la scarsa qualità dei pasti serviti dagli addetti alla mensa della clinica. Forse che l’ingenuo rampollo di nobile schiatta credesse che la commissione medica di Villa Grande Fratello fosse composta, tra gli altri, da Messegue, Vissani e la Lambertucci?
“Nemmeno alla Caritas si mangia così male”: così si è espresso il titolato paziente, gelato poi dalle parole di sdegno di Siria che, sfortunamente, sa cosa significhi mettersi in fila e attendere un pasto caldo alla Caritas. Deciso a inscenare una clamorosa protesta (fosse per noi, considerate le sue ultime affermazioni, gli avremmo suggerito un terapeutico sciopero della parola) l’insensibile Tommaso opta per una drastica privazione del sonno. Peccato, però, che proprio ieri sera, lontano da telecamere indiscrete, si sia, astutamente, rifugiato in confessionale per schiacciare un bel pisolino.