Nonostante il trasferimento coatto ad altra “struttura sanitaria” dell’idraulico più esibizionista d’Italia, a “Villa Grande Fratello”, rinomata casa di cura per patologici disadattati senza alcuna ragionevole speranza di guarigione, la sanità mentale sembra ancora un obiettivo di difficile raggiungimento.
Uno degli ultimi ricoverati, Tommaso, la cui cartella clinica dovrebbe essere immediatamente aggiornata giacchè manca in essa l’annotazione del drammatico inestetismo cutaneo (leggasi couperose) che flagella il suo patrizio faccione da bamboccione, ha presentato reclamo per la scarsa qualità dei pasti serviti dagli addetti alla mensa della clinica. Forse che l’ingenuo rampollo di nobile schiatta credesse che la commissione medica di Villa Grande Fratello fosse composta, tra gli altri, da Messegue, Vissani e la Lambertucci?
“Nemmeno alla Caritas si mangia così male”: così si è espresso il titolato paziente, gelato poi dalle parole di sdegno di Siria che, sfortunamente, sa cosa significhi mettersi in fila e attendere un pasto caldo alla Caritas. Deciso a inscenare una clamorosa protesta (fosse per noi, considerate le sue ultime affermazioni, gli avremmo suggerito un terapeutico sciopero della parola) l’insensibile Tommaso opta per una drastica privazione del sonno. Peccato, però, che proprio ieri sera, lontano da telecamere indiscrete, si sia, astutamente, rifugiato in confessionale per schiacciare un bel pisolino.
Frattanto i nostri pazienti sembrano afflitti da preoccupanti difficoltà respiratorie. Troppo fumo? Asma o altre infezioni bronchiali? Macchè, peggio! Le inaspettate e drammatiche complicazioni sono state, consapevolmente, prodotte dal buon vecchio Ferdi che, da cronico petomane, continua ad alimentare la gigantesca nube tossica che oscura, da giorni, la collina di Cinecittà. Si prescrive, per gli sfortunati compagni di corsia, immediata fornitura di bombole d’ossigeno e per lo spudorato pericoloso inquinatore un regime alimentare in cui siano, severamente, banditi i legumi.
Nessuna speranza, invece, di rintracciare il benché minimo segnale di attività celebrale sotto il casco di extension della povera Laura. Per la bionda reclusa sembra, altresì, profilarsi un rapido intervento di un logopedista allo scopo di procedere a una definitiva chiusura delle “e”, perennemente aperte e così fastidiose all’ascolto, che risuonano nei suoi deliranti discorsi. Contro un incauto Gianluca, che aveva osato definirla un personaggio poi non così adatto al genere reality, la surreale Laura ha dato di matto: “Proprio a me viene a dire queste cose”? “Il mio lavoro non si tocca”! Suvvia, Laura, manco t’avesse detto che ogni volta che esci dalla piscina la rete, tempestata dalle proteste, è stata costretta a far apparire un semaforo rosso al fine di far allontanare dal televisore i bambini che, atterriti, ti scambiavano per l’inquietante protagonista di The Ring!
Gianluca sentenzia: “ma questa è pazza“. E siamo a 3.
1. opium ha scritto:
27 febbraio 2009 alle 14:09