Alessandro Banfi
E’ stato l’artefice di tanti programmi che da anni sono in onda sulle reti del Biscione. Di Matrix, Mattino Cinque e, più in generale, della maggior parte dei programmi Videonews, Alessandro Banfi ne è il papà. Ma il condirettore della testata trasversale alle tre reti Mediaset dallo scorso settembre è passato anche dall’altra parte: dopo un test estivo, è approdato alla prima serata di Rete4 con Blog – La Versione di Banfi, talk politico che si presenta al pubblico con un obiettivo ben preciso: portare il palazzo al livello della gente. Di informazione e dell’infotainment dell’azienda di Cologno parliamo con il condirettore di Videonews che per la prima volta ci viene a ‘trovare’ su davidemaggio.it.
Alessandro, descrivi la ‘tua versione’ con tre aggettivi…
Il primo aggettivo è ironico, il secondo è approfondito, il terzo è anti-televisivo.
Perchè anti-televisivo?
Arrivato a 50 anni, può avere senso mettermi in gioco e andare davanti alla telecamere ma non come il bravo conduttorino. Ho lavorato con bravi, bravissimi conduttori dando loro una mano da fuori e so benissimo che quella era una cosa seria. Io invece sono passato da un’altra parte…
Che dicono i bravi conduttori con i quali hai lavorato vedendoti alla conduzione?
Non si preoccupano troppo perchè mi vedono lì col doppio mento, pelato… diciamo che non sono nel clichè! Sono un vecchio giornalista che ha fatto tante cose e ora fa anche questa! Se poi dovesse andar male e il pubblico dovesse pensare definitivamente che non è interessante, mi archiviano. Lo vivo con questo spirito.
Qualche motivazione che ti ha spinto a passare dall’altra parte ci sarà…
Ho una specie di pretesa. Togliermi la voglia di dire: ‘manca qualcosa nell’informazione televisiva sulla politica. Manca uno sguardo distaccato il giusto, manca il mettersi nei panni della gente, manca qualcosa di importante che io penso di poter dare senza troppe presunzioni’. Mi colpisce che la gente che viene a vedermi o riesce ad ascoltarmi nel rumore caotico di fondo della televisione, quasi mai mi dica che è stato inutile fermarsi.
L’obiettivo è rendere la politica comprensibile a tutti?
Cercare di tirar giù il palazzo e portarlo al livello della gente. E’ un momento drammatico da questo punto di vista e, quindi, molto stimolante. Vive di un paradosso pazzesco che credo non abbia paragoni nella storia dei 150 anni d’Italia: la gente odia i politici ma al tempo stesso non possiamo permetterci il lusso di rinunciare alla politica. Quindi, da una parte, i politici sono mal sopportati dalla gente che non vuole più ascoltarli e non li ritiene più credibili; dall’altra bisogna cercare di mantenere la razionalità e continuare a dire alla gente che dobbiamo prendere grandi decisioni e sperare che la politica riprenda forza perchè altrimenti la crisi mondiale ci porta in un declino infinito.
La Versione di Banfi è stata testata la scorsa estate. Come mai è stata riproposta nonostante i tiepidi ascolti?
Ti dovrebbe rispondere un responsabile editoriale di Mediaset, diciamo Piersilvio. Credo sia stato apprezzato lo sforzo di fare qualcosa di nuovo in un terreno molto arato; noi stiamo facendo un lavoro che forse ha bisogno di più tempo rispetto ad uno show di intrattenimento. Nel mio caso c’è bisogno di un altro avviamento perchè io non sono un uomo conosciuto. Se fossi stato conosciuto come Santoro, Floris, Mentana, Vinci… sarebbe stato diverso.
Non pensi che gli ascolti dipendano dal fatto che parte del pubblico abbia un pregiudizio nei confronti dell’informazione Mediaset?