Somiglia più ad un lungo film che ad una fiction: il racconto offerto da Una Grande Famiglia 2 è come un fiume in cui tutti gli elementi scorrono insieme e lo spettatore, dopo i primi minuti della prima puntata, aveva già capito che, solo alla fine del percorso, avrebbe, forse, capito qualcosa. Fino ad allora solo misteri, domande su domande e un dubbio che sovrasta tutto: ci si può fidare di Edoardo (Alessandro Gassman)?
Una Grande Famiglia 2: Edoardo, un protagonista sui generis
Il figlio maggiore di Eleonora (Stefania Sandrelli) ed Ernesto Rengoni (Gianni Cavina) è il perno intorno al quale ruota tutta la narrazione. Lo era nella prima serie, in cui di lui avevamo solo ricordi e racconti perché lo immaginavamo morto, e lo è adesso che è tornato continuando a mentire alla sua famiglia, non spiegando davvero cosa è accaduto e cosa ancora sta accadendo. Sebbene la fiction di Ivan Cotroneo nasca come racconto corale il cui vero ed unico protagonista dovrebbe essere la Famiglia, Edoardo ha e mantiene il sapore del personaggio principale.
Tra i pregi che la seconda stagione ha conservato della prima, c’è l’originalità dell’espediente narrativo che lì ha permesso di costruire una storia sull’assenza invadente di un personaggio, qui (nella seconda stagione) di renderlo un protagonista sui generis. Perché per i protagonisti di solito si fa il tifo, con loro ci si immedesima o semplicemente si amano: ma Edoardo Rengoni, non ha forse il retrogusto amaro del nemico?