Cominciare a raccontare una storia partendo da un (brutto) finale non è mai una scelta sicura. Perché l’espediente del flashback, o comunque del ripercorrere i fatti partendo dall’epilogo, toglie ogni speranza a coloro ai quali ci rivolgiamo e può levargli anche la voglia di restare ad ascoltarci.
Altri Tempi: un racconto veloce ma cupo con interpreti di livello
Altri Tempi, miniserie che gode della sofisticata regia di Marco Turco, ha sfidato questo pericolo, iniziando con la morte violenta della protagonista Maddalena (Vittoria Puccini) e affidando ad una sua lettera, scritta alla senatrice Lina Merlin, il compito di tornare indietro in quei tempi per raccontare la sua storia e il suo dolore. Il dolore di una ragazza rimasta sola al mondo, violentata dall’unica persona di cui poteva fidarsi e costretta a prostituirsi in una casa chiusa per assicurare un futuro alla figlia nata dallo stupro.
Ed è proprio un nutrito gruppo di personaggi subdoli e negativi, che di certo non aiutano ad intravedere la luce oltre il buio, quello che Maddalena incontrerà sulla sua infausta strada. Le uniche ad aiutarla davvero saranno le prostitute delle quali diventerà amica, a dispetto dei problemi che la sua presenza ingenua ed inesperta porterà nel bordello in cui sarà costretta a lavorare.
Una storia dai toni cupi e disperati, vibrante di frustrazione ed impotenza, rischiarata però dall’ottima interpretazione delle attrici protagoniste. Per prima la Puccini, attrice da sempre carica d’intensità che nella storia interpreta più ruoli in uno: quello della giovane sprovveduta, della madre disperata e poi della donna d’affari ormai risolta, che non teme più nulla.