Massimiliano Rosolino e Marco Maddaloni
Alla fine, la vittoria è finita nelle loro mani. Fin dall’inizio dell’avventura di Pechino Express 2 gli Sportivi erano dati per favoriti e, dopo un’infinità di prove e missioni da compiere, sono riusciti a primeggiare e ad avere la meglio sulle Modelle Francesca Fioretti e Ariadna Romero e sui Laureati Laura Coratelli e Daniel Moreno Mendoza. A parlare, al riparo dall’umidità dei Paesi mediorientali e dai passaggi miracolosamente intercettati, è Massimiliano Rosolino, un personaggio non certo estraneo alle sfide che, dopo essersi distinto nel nuoto e aver trovato l’amore a Ballando con le Stelle, è riuscito a portarsi a casa anche un’altra medaglia: quella di vincitore, assieme a Marco Maddaloni, della seconda edizione di Pechino Express.
Hai vinto Pechino Express: com’è stato?
Beh direi che è abbastanza figo (ride, ndDM). Ho vinto delle emozioni, perché quando fai questi reality non ti capita di poterli rifare e per uno sportivo è molto delicata come esperienza. Ci tenevo tanto ad arrivare fino in fondo, a divertirmi, a divertire e a far sì che valesse la pena arrivare così lontano. Ieri è stata una grande soddisfazione, poi non ho certo vinto da solo, ma prima con la Sensini che era bravissima e poi con Marco, che è stato il mio gemello. Con la Sensini era stancante aspettare ogni giorno che passassero le tappe, i checkpoint e le ospitate la sera, mentre dopo, con Marco, siamo diventati dei veri boy-scout.
Se Alessandra Sensini fosse rimasta in gioco, avresti vinto lo stesso?
Bella domanda! Io dico di si, perché sono positivo (ride, ndDM). Lei era molto forte, così come tutte le donne di quest’edizione, dalla Marchesa a Corinne. L’unione di due sportivi che hanno voglia di divertirsi, però, ha avuto la meglio…
Le vittorie sono però arrivate con Marco…
Con la Sensini avevamo già vinto due tappe e con Marco ne abbiamo vinte altre tre, per poi aggiudicarci l’ultima. Alcuni giorni eravamo bravi, altri un po’ meno. Partivamo come dei diesel all’interno di ciascuna tappa ed era importante cercare di mantenere quella resistenza e quella velocità…
Dato che Pechino è un reality abbastanza fisico, possibile che, nel corso del viaggio, non ti sia mai sentito la vittoria in tasca?
No, perché non era fisico. Eravamo più allenati degli altri, ma alla fine la Marchesa è arrivata fino alle quinta puntata e andava più forte di noi. Potevi prendere un pullman che ti portava a destinazione, andare a piedi, usare tre macchine: occorreva una strategia. Ci voleva un po’ di gavetta e l’ho fatta con Alessandra e, quando è arrivato Marco, io ero già forgiato e lui ha dato una grande mano. Siamo entrati subito in sintonia, eravamo un branco in due: riuscivamo a reclutare passaggi, a farci ospitare…
Dicci la verità: eri a tuo agio con quel costumino all’inizio della Finale?