“Non è nelle sue corde“, “Non mi trasmette niente“, “Mi emoziona“, “Ha un timbro particolare“. Sono questi i nuovi commenti degli italiani che non riescono a fare a meno dei talent show più in voga sul piccolo schermo del Belpaese. Telespettatori improvvisamente diventati eccellenti docenti di danza e prestigiosi vocal coach, pronti a decretare il successo di un ballerino o la sonora bocciatura di un cantante in erba.
Si, il tubo catodico nostrano è foriero di una nuova moda, quella dei talent show, che ha repentinamente soppiantato il “fenomeno” precedente che vedeva nell’uso e nell’abuso dei reality show l’unico appiglio mediatico per sperare di far impennare la colonnina dello share. E se risulta decisamente più apprezzabile questa nuova “corrente di pensiero” che vede nello scouting televisivo il più alto indice di gradimento da parte del pubblico, è altrettanto vero che il pericolo è dietro l’angolo.
Sembra riproporsi, infatti, la stessa situazione di alcuni anni fa quando, erroneamente, secondo l’opionione di chi vi scrive, i reality show vennero dati per spacciati, non riconoscendo che ad essere spacciata era, invece, la linea editoriale della quasi totalità delle emittenti che sperava nella produzione e realizzazione di uno show del genere per rintracciare un pubblico latitante che non solo ha continuato a latitare ma, avendo imparato a scegliere, ha conseguentemente decretato dei sonori flop per molti dei reality proposti. Illo tempore parlai di “reality a tutti i costi”. La conferma della floridezza del genere è arrivata, al contrario, proprio nel corso di questa stagione quando programmi come L’Isola dei Famosi e il Grande Fratello, forti di uno staff autorale pronto a garantire contenuti, hanno riscosso successi eclatanti e, per alcuni aspetti, decisamente meritati.