1
ottobre

DISAFFEZIONE DAI REALITY?

Reality Collage @ Davide Maggio .it

Se dovessimo rispondere alla domanda oggetto del titolo di questo post, guardando esclusivamente i dati auditel delle produzioni di quest’inizio stagione, probabilmente la risposta sarebbe obbligata e dovremmo rispondere con un secco SI!

Io, tuttavia la penso diversamente.

Prima di procedere…una premessa.

Ho sempre ritenuto il reality show il genere televisivo che meglio soddisfa le “esigenze” del popolo televisivo italiano.

Esigenze fondamentalmente voyeuristiche grazie alle quali potersi, da un lato, confrontare con gente comune che vive situazioni reali, dall’altro curiosare nella quotidianità e nell’intimità altrui con la sperenza di poterci ridere su.

E’ naturale che quanto più questa realtà sia eccessiva, animata, accesa, tanto più crescerà l’interesse e la curiosità nel telespettatore.

Non è un caso che i momenti di maggior successo (o quanto meno quelli più seguiti e che rimangono ben impressi nella memoria dei “guardoni”) siano :

  1. lo scontro (sino ad arrivare a quello fisico)

  2. l’intimità spinta (fino ad arrivare al sesso)

Chi non ricorda l’accapigliamento tra Antonella Elia e Aida Yespica (Isola dei Famosi) o le notti infuocate di Pietro Taricone e Cristina Plevani (GF1)?

Naturalmente, trattandosi di reality –> show, la mediazione televisiva è implicita e, conseguentemente, la situazione ”reale” proposta è, a ben guardarla, artificiale poichè architettata, influenzata e dominata dalla tv stessa che in questo modo influisce sulla realtà, modificandola. –br[Continua a leggere DISAFFEZIONE DAI REALITY?]–

Proprio per questi motivi, è facile intuire e soprattutto constatare che il successo di uno show del genere sia condizionato da fattore fondamentali quali :

  1. la scelta dei personaggi che daranno vita al programma : quanto più forte è la personalità, il carattere e il carisma dei personaggi, tanto maggiore sarà il successo del programma;

  2. la suggestività della storia che i personaggi dovranno vivere;

  3. una conduzione carismatica che renda il presentatore anche (e soprattutto) un buon “macchinatore” della realtà proposta.

Un’integrazione si rende necessaria parlando dei reality show in cui i protagonisti non sono più persone “normali” ma celebrità.

Entra, infatti, in scena un altro fattore che s’aggiunge a quelli precedentemente citati e trova in questo particolare genere di reality la Sua massima espressione : la miseria umana. A farla da padrona, in questo caso, è, infatti, il desiderio di spogliare una celebrità dei panni da very important person e ”metterla alla prova” con le difficoltà della vita di tutti i giorni.

Tutto ciò che ho premesso è stato, come è naturalmente che sia, ben capito dalle emittenti e, ancor più, dalle case di produzione, tant’è che quest’anno si è deciso di strafare!

Ecco qual è il vero punto.

Il pubblico non s’è stufato dei reality.

Il pubblico ha semplicemente imparato a scegliere : non ci si trova più (fortunatamente) di fronte ad un pubblico che accetta passivamente ciò che la TV propina ma i telespettatori si pongono ormai in atteggiamento critico nei confronti del piccolo schermo e hanno imparato a meglio utilizzare il telecomando optando, in alcuni casi, per il tasto rosso pur di non sorbire uno spettacolo che non si gradisce.

Quello che si è bocciato in questo inizio stagione non è stato, quindi, il reality ma IL REALITY A TUTTI I COSTI che pur non soddisfando tutti i punti precedentemente analizzati ha invaso i palinsesti del tubo catodico nostrano nell’erronea convinzione (presto smentita dai dati auditel) di dover riscuotere, per il sol fatto d’essere un reality show, un immeritato successo.

Se così non fosse e ci si trovasse, dunque, di fronte ad una disaffezione nei confronti dell’intero genere dei reality show non si giustificherebbe il successo de La Pupa e il Secchione, andato ben oltre ogni più rosea aspettativa.

Volendo passare dal generale al particolare, lasciando da parte Wild West che, a dirla tutta non brilla in nessuno dei 3 “requisiti da reality”, mi piacerebbe soffermarmi su Reality Circus e cercare di capire le motivazioni alla base del calo d’ascolti de L’Isola dei Famosi Honduras.

Inutile negare che Reality Circus sia difficile, già di per sè, da “etichettare” come reality show : la puntata serale è condita da “semplici” esibizioni circensi che hanno per protagonisti degli pseudoVIP in cui la “realtà” (nel senso sopra spiegato) è assolutamente essente. In daytime la maggior parte dello spazio è dedicato alla preparazione atletica senza che le bramate quotidianità e intimità raggiungano il telespettatore. Già questo basterebbe a definire Reality Circus come VIPSHOW e NON come reality show.

Ma nemmeno questa definizione sembra calzare a pennello per il reality in questione.

Quelli che dovrebbero essere infatti dei reality show in cui ad essere protagonisti siano delle celebrità, si sono trasformati in veri e propri uffici di collocamento per sottospecie di artisti appena affacciatisi sul mondo dello spettacolo o l’ultima spiaggia per artisti in via d’estinzione.

Quest’anno, però, si è voluto proprio esagerare.

Si è passati a sponsorizzare e a regalare visibilità a personaggi del tutto sconosciuti e spacciati per vip.

Il pubblico è rimasto deluso da due trasmissioni (in particolare l’Isola) che, pur risultando interessanti, avrebbero dovuto vedere personaggi noti mettersi in discussione. Così non è stato e il telespettatore non è più disposto a farsi prendere in giro.

La conseguenza? 

In un caso si è bocciato in toto un reality di nuova creazione (Circus), nell’altro è stato punito un programma ormai storico qual è L’Isola dei Famosi.

Trovo a tal proposito interessanti, esemplificativi e divertenti due servizi realizzati da Matrix che hanno tradotto in video le parole (dure) di Nicoletti (critico televisivo e giurato a La Pupa e il Secchione) che hanno ad oggetto proprio quest’ultimo punto della discussione.

Probabilmente, proporVi il video, è la maniera migliore per concludere.

Buona Visione

[Clicca qui per il video]

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11 Commenti dei lettori »

1. fuffa aggregator 0.1 ha scritto:

2 ottobre 2006 alle 10:01



2. Sw4n ha scritto:

2 ottobre 2006 alle 10:38

Il problema è che stanno proponendo gran cagate. Selvaggio west è atroce.



3. Davide Maggio ha scritto:

2 ottobre 2006 alle 10:43

@ Sw4n : appunto ! Mi visiti dall’‘Università eh?!? Bravo bravo!



4. ninna_r ha scritto:

2 ottobre 2006 alle 11:23

E’‘ incredibile come tu riesca a seguirli un po’‘ tutti…a me viene il malditesta solo cambiando canale su uno di questi per sbaglio… ;)



5. Davide Maggio ha scritto:

2 ottobre 2006 alle 11:27

@ ninna_r : sai cos’‘e’‘, ninna? A me piace parlare con cognizione di causa e se devo far televisione o, quanto meno, parlarne, è nelle mie abitudini…arrivare preparato :-) D’‘acccccooooordo?



6. Dynit ha scritto:

3 ottobre 2006 alle 19:00

A me piacciono più o meno tutti i reality :P (tranne Wild west <.< e la striscia quotidiana di Reality Circus) quindi concordo in toto con quanto hai scritto :).



7. Davide Maggio ha scritto:

3 ottobre 2006 alle 19:12

@ Dynit : mi fa piaZere!



8. Camelot Destra Ideale ha scritto:

3 ottobre 2006 alle 23:04

Anche io sono un fanatico spettatore di reality…mi divertono e sono d’‘accordo con te: tutte le componenti che hai valutato, quelle voyeristiche e quelle della indentificazione sono fondamentali…per questo i reality dureranno a lungo…anche se alcuni, tipo Wild West, per quel poco che ho visto, sono davvero insignifcanti…l’‘auspicio, però. è che non si adagino sugli allori…l’‘anno scorso il cast del Gf era squallido forte…nessuno davvero divertente e avvincente…



9. Davide Maggio ha scritto:

3 ottobre 2006 alle 23:07

@ Camelot Destra Ideale : la sai una cosa? Potresti fare Camelot TV Ideale! Non per altro ma perchè le Tue idee rispecchiano le mie che sono, naturalmente, QUELLE GIUSTE! Ah ah ah… Modestus te salutat!



10. "Davide Maggio’s Blog » VOGLIA DI FLOP?" ha scritto:

13 aprile 2007 alle 03:09

[...] Risultati più che sufficienti anche e soprattutto in considerazione di quella che tutti definiscono “crisi dei reality” ma che per me è, più semplicemente, una acquisita capacità del pubblico italiano a saper prendere le distanze dal reality a tutti i costi. [...]



[...] riproporsi, infatti, la stessa situazione di alcuni anni fa quando, erroneamente, secondo l’opionione di chi vi scrive, i reality show vennero dati per spacciati, non riconoscendo che ad essere spacciata era, [...]



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