“Raccontare una storia che ci appartenesse, raccontare cos’è la scuola, raccontare le forti contraddizioni all’interno di un’istituzione così importante“. Queste le parole con cui Pietro Valsecchi spiega le ragioni che lo hanno spinto, ne I Liceali, ad esplorare anche il mondo giovanile. Nel corso della conferenza stampa di presentazione della seconda stagione della fiction, tenutasi ieri al Telefilm Festival, il produttore non ha perso occasione per rimarcare il fatto che la serie, pur parlando della (e alla) nuova generazione, è allo stesso tempo rivolta anche agli adulti desiderosi di conoscere il mondo dei propri figli.

La fiction, forte del successo della prima serie, torna in onda dal 24 maggio, su Joi, con i dodici episodi inediti della seconda serie, che vedremo poi, in  chiaro, a partire da settembre su Canale 5. I Liceali grazie ad un ascolto medio del 20% di share sul totale individui e del 23% sul target commerciale (33% tra i 15 -34)  unitamente all’appartenenza ad un genere, quello del teen drama, poco presente nel panorama della fiction italiana, è riuscito a colmare, come asserito da Giancarlo Scheri direttore fiction Mediaset, un vuoto strutturale del palinsesto Mediaset.

La scelta di mandare in onda la serie in onda in anteprima pay su Joy è a detta di Federico Di Chio, direttore di Mediaset Premium, dovuta all’assoluta coerenza tra fiction, il target (giovane) e la programmazione della rete fatta di serial americani, modello a cui I Liceali si avvicinano per molti versi. Sulla seconda stagione, ai nastri di partenza, si esprime il regista Lucio Pellegrini: “In questa nuova stagione abbiamo pensato di distribuire meglio il peso tra le vicende dei ragazzi e quelle degli adulti, mantenendo quindi un migliore equilibrio; inoltre si potranno notare una recitazione più naturale, i caratteri dei personaggi vengono sempre più adattati a quelli degli attori, e l’utilizzo di un linguaggio visivo vitale”.

Presenti alla conferenza anche gli attori che interpretano i liceali: Federico Costantini, Vittorio Emanuele Propizio, Lorenzo Richelmy, Alberto Galetti, Daniele De Angelis, Alessandro Sperduti, Carolina Victoria Benvenga e la new entry Chiara Mastalli nei panni di Monica Morucci. Ciascuno di loro ha tenuto a sottolineare il clima disteso e amicale che si respirava sul set tale da favorire il buon esito delle riprese. Di loro ha colpito la spontaneità e la loro inesperienza con i media: un attore è arrivato persino a dichiarare che non guarda più i teen drama perchè ormai grande. Peccato, però, che il core target della fiction abbia proprio la sua stessa età. Anche se ancora per poco. Per loro, infatti, questa serie potrebbe essere l’ultima, quanto meno da protagonisti: la terza serie, già in fase di scrittura, sembrerebbe veder ridotta o addirittura cancellata la loro presenza visto che al termine della seconda serie  i personaggi da loro interpretati conseguiranno l’agognata maturità.

In chiusura di conferenza c’è stata una breve discussione sullo stato della fiction italiana. Scheri riferendosi a Mediaset si è così espresso: ”Stiamo sviluppando nuove linee narrative, alle quali il pubblico risponde bene (tv movie del mercoledì, ndDM).Vogliamo internazionalizzare i contenuti e le tecnologie, con l’obiettivo di esportare i nostri prodotti sul mercato estero proprio come accade in Italia con le serie tv americane (…) Intelligence con Raoul Bova, in onda nella prossima stagione, ne è un esempio”. Per Pellegrini necessario è avvicinarsi agli standard americani conservando però la specificità italiana attraverso un mix di commedia e realismo. Federico Di Chio ha invece rammentato i sempre più frequenti casi di fiction made in Italy che si distinguono per una qualità paragonabile in tutto e per tutto al grande cinema.

[Foto: TFF 2009, sito ufficiale]

Articoli che potrebbero interessarti

	I LICEALI 2 ARRIVANO SU CANALE 5 DI VENERDI. SARA’ LO SLOT GIUSTO?
	Taodue annuncia ‘La Valanga’, fiction su Rigopiano
	SQUADRA ANTIMAFIA SI CHIUDE CON DE SILVA NUOVO BOSS E TANTI DUBBI SULLA MORTE DI ROSY ABATE
	PIETRO VALSECCHI, MA UN PO’ DI AUTOCRITICA MAI?