Carolina Victoria Benvenga



9
maggio

I LICEALI 2, PRESENTATA AL TELEFILM FESTIVAL LA SECONDA SERIE DELL’UNICO TEEN DRAMA ITALIANO

I Liceali 2 - Telefilm Festival 2009

“Raccontare una storia che ci appartenesse, raccontare cos’è la scuola, raccontare le forti contraddizioni all’interno di un’istituzione così importante“. Queste le parole con cui Pietro Valsecchi spiega le ragioni che lo hanno spinto, ne I Liceali, ad esplorare anche il mondo giovanile. Nel corso della conferenza stampa di presentazione della seconda stagione della fiction, tenutasi ieri al Telefilm Festival, il produttore non ha perso occasione per rimarcare il fatto che la serie, pur parlando della (e alla) nuova generazione, è allo stesso tempo rivolta anche agli adulti desiderosi di conoscere il mondo dei propri figli.

La fiction, forte del successo della prima serie, torna in onda dal 24 maggio, su Joi, con i dodici episodi inediti della seconda serie, che vedremo poi, in  chiaro, a partire da settembre su Canale 5. I Liceali grazie ad un ascolto medio del 20% di share sul totale individui e del 23% sul target commerciale (33% tra i 15 -34)  unitamente all’appartenenza ad un genere, quello del teen drama, poco presente nel panorama della fiction italiana, è riuscito a colmare, come asserito da Giancarlo Scheri direttore fiction Mediaset, un vuoto strutturale del palinsesto Mediaset.

La scelta di mandare in onda la serie in onda in anteprima pay su Joy è a detta di Federico Di Chio, direttore di Mediaset Premium, dovuta all’assoluta coerenza tra fiction, il target (giovane) e la programmazione della rete fatta di serial americani, modello a cui I Liceali si avvicinano per molti versi. Sulla seconda stagione, ai nastri di partenza, si esprime il regista Lucio Pellegrini: “In questa nuova stagione abbiamo pensato di distribuire meglio il peso tra le vicende dei ragazzi e quelle degli adulti, mantenendo quindi un migliore equilibrio; inoltre si potranno notare una recitazione più naturale, i caratteri dei personaggi vengono sempre più adattati a quelli degli attori, e l’utilizzo di un linguaggio visivo vitale”.