7
febbraio

FESTIVAL DI SANREMO 2017: COSA FARANNO PAOLA CORTELLESI E ANTONIO ALBANESE

Paola Cortellesi e Antonio Albanese

Paola Cortellesi e Antonio Albanese nella Sala Stampa dell'Ariston

Nel pieno del tour de force per promuovere il loro nuovo film Mamma o Papà? (regia di Riccardo Milani) Paola Cortellesi e Antonio Albanese hanno fatto tappa a Sanremo e prenderanno parte alla prima serata del Festival della Canzone Italiana: e come suggerisce il nome della kermesse anche i due attori comici hanno deciso di interpretare un brano sul palco dell’Ariston e ovviamente, questo lo suggerisce la tradizione, sarà un duetto d’amore. Se Albanese, in Sala Stampa, è stato più evasivo alludendo a una probabile denuncia da parte dell’Accademia della Crusca, la Cortellesi è entrata un po’ più nel dettaglio: racconteranno “l’ascesa e la discesa” di una storia d’amore, sintetizzando la trama del loro film (due genitori che lottano per non ottenere la custodia dei figli) e citando abbondantemente i successi sanremesi, in 2 minuti e 20 secondi. 




10
dicembre

A LEZIONE DA ANTONIO ALBANESE: IL COMICO SI RACCONTA ALLA VIGILIA DI “TUTTO TUTTO NIENTE NIENTE”

A lezione da Antonio Albanese

Antonio Albanese sale in cattedra per un giorno all’Università IULM di Milano per una divertente lezione-intervista condotta dal critico Gianni Canova dal titolo A lezione da Antonio Albanese”, una produzione Sky Cinema in onda mercoledì 12 dicembre alle 21.10 su Sky Cinema 1 HD. A cuore aperto, davanti agli studenti in aula e per il pubblico di Sky, Antonio Albanese ha parlato di sé,  oltre che dei suoi personaggi mantenendosi sempre in bilico tra ironia e commozione, con un occhio al passato e uno al nuovo film Tutto tutto niente niente, esilarante ritratto delle molteplici facce della nostra Italia.

Ha ricordato la nascita di alcuni dei suoi personaggi, carichi di “italianità” e spesso ispirati a fatti e persone reali, dalla gavetta agli esordi ai grandi successi in teatro, tv e cinema.

Con l’ironia si riesce a scalare l’ Himalaya. Il racconto al cospetto della sala gremita, parte dagli albori della sua carriera. «Tutto è cominciato ad Olginate, un paesino meraviglioso sul lago. Mentre lavoravo in fabbrica ho scoperto che avevo una sorta di centrale nucleare dentro che doveva saltare, sono andato a  lavorare in radio, e da lì, quasi per gioco, mi sono iscritto ad un corso di teatro iniziando così ad apprezzare questo il mondo meraviglioso anche se faticosissimo del teatro e grazie ad un’amica mi sono iscritto all’Accademia Paolo Grassi di Milano».

Così, tra una battuta tagliente ed un ricordo privato, Albanese ha riportato in vita i suoi personaggi, raccontando della nascita di Epifanio, definito dal comico «un collage, come del resto tutti i miei personaggi», con il suo mitico cappottino rubato nella sartoria dell’ Accademia Paolo Grassi e gli occhiali alla Elvis Costello, fino ad arrivare ai suoi ultimi personaggi, forse i più taglienti, Cetto La Qualunque, Rodolfo Favaretto e Frengo Stoppato. Nel regalare al pubblico la storia di Alex Drastico, si è soffermato a raccontare della storia del padre, uno di quei siciliani «che ha lasciato la Sicilia per fame, tatuando su di me storie di immigrazione».


12
dicembre

RIPRENDIAMOCI LA RAI: A TORINO A DIFESA DEL SERVIZIO PUBBLICO ANCHE ANTONIO ALBANESE E LUCIANA LITTIZZETTO

Riprendiamoci La Rai- Luciana Littizzetto ospite dell'evento a Torino

Nei giorni in cui Fiorello sembra aver dimostrato che il varietà non è morto se si fanno gli investimenti giusti e si arruolano i veri professionisti dello spettacolo, nel momento in cui l’approfondimento sembra interessare più dell’evasione da fiction, sembra scoccata l’ora x per il se non ora quando degli inguaribili sostenitori della Rai come servizio pubblico.

Con l’emblematico slogan Riprendiamoci la Rai va in scena stasera alle ore 21 nell’Aula Magna del Politecnico di Torino un dibattito evento sulle prospettive del sistema radiotelevisivo italiano in questa fase di transizione e di revisione economica e strutturale.

La RAI è cresciuta accanto alla nostra Democrazia, ha perseguito, attraverso i suoi professionisti, il diritto-dovere ad un’informazione indipendente e plurale, originale nelle sue forme e fedele allo spirito del dettato costituzionale.

La RAI è anche per queste ragioni un bene comune degli italiani, un patrimonio senza il quale l’Italia sarebbe più povera.

La RAI è ora in crisi. Una crisi che non è solo di conti ma anche di contenuti, di credibilità, di capacità di rappresentare la maggioranza degli Italiani.

Ma la RAI ha ancora al suo interno forze sane, professionalità e competenze umane, tecniche e industriali in grado di far tornare questa Azienda alla sua naturale vocazione di garantire il servizio pubblico radiotelevisivo.





5
gennaio

CHE TEMPO CHE FA: OTTIMO TRIBUTO ALLA BRUCIANTE AMAREZZA DELLA RISATA AUTENTICA DI CETTO LA QUALUNQUE (ANTONIO ALBANESE)

Antonio Albanese, Cetto La Qualunque

Amo profondamente la televisione e proprio per questo ne faccio poca. Si potrebbe racchiudere con questo manifesto di poetica la bella chiacchierata di Antonio Albanese a Che tempo che fa, nella puntata monografica a lui dedicata domenica sera. Una dichiarazione di intenti di un attore per nulla snob verso il mezzo che ne ha consacrato maggiormente il talento, un messaggio significativo che richiama profondamente il disperato bisogno di analisi, studio e professionalità per essere degni protagonisti di un piccolo schermo che, oggi più che mai, ha bisogno di una grande rinascita.

Lungo la carrellata storica, che Fabio Fazio ha riproposto attraverso la galleria di maschere che Albanese ha regalato al pubblico nel corso della sua carriera, è emerso, per chi nutrisse ancora dubbi, tutto lo spessore umano e artistico di un attore che ha saputo interpretare al meglio la vena profonda della comicità. Nel segno del pirandelliano sentimento del contrario l’umorismo di Albanese ha messo in scena, specie con la meravigliosa invenzione della becera demagogia politica di La Qualunque, la bruciante amarezza che sottende la risata autentica.

Una brevissima incursione nella vita di un abile osservatore del mondo contemporaneo, spesso crudamente profetico della turpitudine dell’animo umano. Il politico che intreccia sesso e affari con superficialità ed egoismo diventa, per ammissione dello stesso interprete, tristemente, un moderato rispetto alle cronache. Si può comprendere Antonio Albanese scoprendo che dietro alla sua gestualità, studiata a volte per più di un anno prima di essere regalata al tubo catodico, c’è un pensiero di grande respiro, una precisissima attenzione sociologica al dettaglio umano, filtrata da un’esperienza non indifferente di attore teatrale itinerante.