Una piazza colorata e ricca di ospiti costellata in lontananza dai monumenti più famosi del Belpaese, il classico stacchetto musicale che ci fa compagnia da più di vent’anni, un Comitato sempre all’erta e un Giancarlo Magalli pronto a coinvolgere il pubblico mattiniero della seconda rete Rai facendosi i “fatti nostri”. L’atmosfera rassicurante e familiare de I Fatti Vostri torna ad invadere il piccolo schermo con timide novità, ma tanta voglia di divertirsi.
E ai Fatti Vostri ci si diverte davvero: l’equipe che da anni anima la Piazza più famosa d’Italia è complice, compagnona, pronta a scavare i meandri del passato con quella vena nostalgica e compiaciuta di chi quegli anni li ha vissuti sulla propria pelle. Lontani dagli stratosferici montepremi offerti dalla concorrenza, il programma di Michele Guardì continua a puntare su pesci piccoli, su quei 500 euro che non cambieranno di certo la vita, ma che in tempo di crisi è sempre meglio racimolare in attesa di pagare l’ultima tassa sui metri cubi di aria respirata imposta dal Governo Monti. C’è sempre la telefonata a un ignaro signore di mezza età che, se rispondesse alla chiamata con “Fatti Vostri” e non con il canonico “Pronto”, si porterebbe a casa la piccola fortuna messa in palio da Magalli: peccato che quasi nessuno si azzardi a sostituire la consueta formula di rito di apertura della telefonata con quell’espressione poco gentile che potrebbe inimicarci la suocera, disperata per il mancato funzionamento dello scaldabagno e turbata dal misterioso funzionamento del salvavita Beghelli.
C’è sempre la pungente ironia di Magalli, c’è sempre la statuaria Adriana Volpe che si improvvisa annunciatrice di rete, c’è sempre la voce chiara e pulita di Marcello Cirillo intento a riproporre i grandi successi della musica italiana come “Il cuore è uno zingaro” e c’è sempre Paolo Fox e la sua druidica conoscenza astrale in grado di illuminarci sui perché della nostra indole ribelle e melanconica. Nuovo acquisto della squadra è la folta chioma ormai argentea di Demo Morselli che, dopo anni di militanza alla corte di Maurizio Costanzo, approda in piazza proponendo i classici del suo repertorio ormai stantio.