Paradiso o Inferno: per i 17 concorrenti di MasterChef 4 è stato un po’ come scegliere tra pillola azzurra o pillola rossa in Matrix, quando ieri sera si sono trovati dinnanzi al doppio enigma delle due Mistery Box con un unico alleato, il libero arbitrio.
MasterChef 4, quarta puntata – Mistery Box
Se la Mystery Box paradisiaca si rivela a tutti subito nella sua ineffabilità (pesce San Pietro, fiori eduli, uova, farina, finocchietto selvatico, erba cedrina, fagioli cannellini e burro) con Valentina, Amelia, Fabiano e Simone che decidono di sposare la causa ultraterrena, per alzata di mano scopriamo che tutti gli altri, compreso Paolo il catechista, decidono di scendere agli inferi della cucina. Ad attenderli il filetto di manzo, prosciutto crudo, caviale nero, peperoni, cipolla di Tropea, peperoncino, foglie di tabacco, il fuoco e un peccato da espiare: cucinare 15 minuti dopo i compagni che hanno preferito il Paradiso.
Tra terra e cielo, Barbieri, Cracco e Bastianich scelgono i tre migliori piatti, decidendo la salvezza solo per ‘Il paradiso in terra’ di Amelia, che batte i “Fagottini ripieni di San Pietro” di Simone e il piatto dal nome variabile di Stefano. L’aspirante chef campana, oltre a scegliere l’ingrediente principe dell’Invention Test – che propone cozze anconetane, trippa di baccalà o guanciale salato – potrà divertirsi ad infliggere una punizione, sì proprio come una dea bizzosa, a tre dei suoi colleghi di bancone. Amelia potrà infatti assegnare loro un ingrediente sgradito, e quindi diverso da quello scelto. La concorrente opta per le cozze anconetane, ma la sua strategia di (s)favoreggiamento non convince i più: decide di ‘accelerare il processo di selezione naturale’ e assegna il baccalà ai tre concorrenti da lei ritenuti più deboli, ossia Chiara, Serena e Paolo.