Da un paio di giorni rimugino su quello che ha detto Pippo Baudo dalla Gruber rispetto alla Dandini, alla sua situazione professionale e al suo rapporto con la Rai. Sono tante le cose che mi verrebbe voglia di dire ma ce n’è una che vince su tutte ed è il fatto che alla lamentela di Pippo nessuno ha opposto l’unica vera obiezione che andrebbe fatta e, cioè, che l’anchorman siciliano ha 75 anni e più di trent’anni di onorata carriera alle spalle e che, forse, è arrivato il momento di mettersi da parte.
E non lo dico a Pippo in quanto tale ma penso a tutti quelli che, ormai in pensione, dovrebbero lasciare il posto a chi viene dopo di loro. In Italia, allo stato attuale, sono a malapena arrivati da qualche parte i cinquantenni, figuriamoci quando arriveranno mai i quarantenni e, quando sarà il momento di chi, oggi, ha vent’anni o meno, le speranze di trovare un posto al sole sono praticamente pari a zero. Non ho niente contro Pippo Baudo, lo rispetto e rispetto il suo lavoro ma credo anche che abbia fatto il suo tempo e che sia arrivata l’ora in cui i network, invece di pensare ad un programma adatto a lui, comincino a pensare a come e dove trovare dei talenti che, nel tempo, facciano una carriera come quella di Pippo.
Baudo ha un contratto con la Rai fino ad agosto prossimo. Quanti possono vantare la stessa fortuna? Siamo tutti, come si dice a Roma, co na scarpa e na ciavatta, senza contratti sicuri, precari probabilmente a vita e costretti ad una concorrenza che, quando Pippo ha iniziato, nemmeno se la sognava. E io dovrei dispiacermi perché lui è un vulcano di idee ma non è messo nelle condizioni di realizzarle? Al limite posso avere empatia con lui ma senza la minima preoccupazione. Sapete quante persone conosco che sono un vulcano di idee e che consumano la suola delle scarpe in giro per produzioni nella speranza che qualcuno li stia almeno a sentire? Ne conosco troppi, è questo il problema. Non saranno tutti dei geni, d’accordo. E qualcuno probabilmente dovrebbe pensare ad un piano B per il futuro, ma molti sono persone in gamba a cui dovrebbe essere data una possibilità. Sono persone, e mi ci metto nel mazzo, che non avranno mai una pensione e che dovranno lavorare finché campano.
Qualcuno potrebbe obiettare che Baudo ha avuto successo per anni e che, solo per questo, bisogna continuare a farlo lavorare ma rispondo che non mi interessa quanto bene abbia fatto lui a questo mestiere e alla Rai, ma ciò che mi preme è quanto bene potrebbero fare quelli che, a differenza di Pippo, non hanno né contratti né pensione. Lui ce l’ha e probabilmente è anche una signora pensione. Se la godesse, allora, la sua pensione e si godesse il meritato riposo dopo la brillante carriera. E la pensione se la godessero pure tutti quelli che ce l’hanno ma ancora hanno contratti favolosi in Rai.
Nessuno di questi signori ha lavorato pensando al futuro di quelli che venivano dopo ma hanno pensato solo a sé stessi seguendo la logica dell’egocentrismo e non la logica della continuità. È il grande problema di questo Paese il fatto di non aver saputo crescere una classe dirigente degna di questo nome. L’età media si è alzata e, mentre una volta a quarant’anni si aveva una carriera, una casa di proprietà ed una famiglia, oggi a settantacinque si è ancora ragazzini e, a quarant’anni, sei considerato un pupo in età scolare e, se vuoi anche metter su famiglia, sei un pazzo visionario.
Io li rispetto questi signori e da loro ho imparato tanto, ma è ora che si mettano da parte e che la smettano di lagnarsi davanti ad una telecamera (beati loro che possono farlo). Se hanno tante idee strabilianti che le mattano al servizio di qualcun altro, qualcuno che, magari, con queste grandi idee possa davvero costruirsi un futuro.
1. Curiosity ha scritto:
4 ottobre 2011 alle 14:03