Nell’occhio del ciclone, prima per le intercettazioni e le allusioni che lo tirano in ballo, poi per un intervento radiofonico non troppo diplomatico nei confronti di Nichi Vendola, Emilio Fede passa al contrattacco e risponde all’accusa di omofobia che rimbalza dal web e dalla carta stampata a seguito delle sue frecciatine a distanza al leader di Sel (che intanto si era premurato di precisare: “Io sono gay, ma non sono un porco. Ovviamente mi riferisco a Emilio Fede”).
Si difende innanzitutto così il direttore del Tg4:
La mia è stata una risposta a Nichi Vendola che mi ha, pubblicamente, accusato di essere procacciatore di droga, realtà mai esistita nella mia vita. [...] Meritava anche di più di quello che ho detto.
Le battutine, per chi non avesse avuto modo di leggerle, durante l’ospitata alla trasmissione radiofonica La Zanzara risuonavano così ai microfoni:
Va capito davanti e… di dietro perché uno non è che davanti dice una cosa e poi di dietro ne fa un’altra. Lui la fa davanti e di dietro
Se vado in cella speriamo che mi venga a trovare, però io mi paro il c..o
Nel giorno della rivelazione dei politici gay Fede risponde alle accuse e tiene a precisare la sua opininione sull’amore omosessuale, anche se le sue argomentazioni cadono un po’ nel cliché di chi è costretto a rimediare a qualche dichiarazione di troppo (questo il fido direttore ci conceda di dirlo):
Il riferimento all’omofobia non esiste. Nella stessa trasmissione ho ricordato che molti dei miei amici sono gay. Di loro, come possono testimoniare tanti servizi, ho sempre avuto rispetto. Mai usato neppure la parola ‘diversi’. soltanto parlato di ‘amore diverso’. Sono stato il solo che ha raccontato le nozze dell’onorevole Concia con il massimo rispetto.
A occhio e croce questa precisazione di Fede non servirà a placare gli animi, anzi sembra mettere ulteriore benzina sul fuoco nel già incandescente clima politico e istituzionale. Se si aggiunge che il buon Emilio ha chiuso la propria nota stampa con la promessa di trovare conciliazione con il nemico attraverso un anello, e per di più precisando di volerlo mettere al naso di Vendola, capite bene quanto siano esigue le possibilità di una pace mediatica.
Del resto abbiamo di fronte uno dei più accaniti e fedeli amici del Premier, uno che in onda e fuori onda non teme di nascondere la propria fede; dall’altro lato colui che è l’uomo dell’opposizione retoricamente più bravo a cantarle a Berlusconi, più volte additato come personaggio pornografico e maschilista.
1. Giuseppe ha scritto:
23 settembre 2011 alle 18:00