Foglietta al vento. Terminato il Festival di Sanremo 2019, Anna Foglietta si è lanciata al volo sulle polemiche, senza risparmiare nessuno (eccezion fatta per Claudio Baglioni). Se durante il Dopofestival da lei condotto l’attrice vi era sembrata sopra le righe e desiderosa di farsi notare, consolatevi: in quel frangente si era pure trattenuta. Intervenendo stamane su Radio Capital, ha infatti raccontato la propria esperienza sanremese in tono critico, sparando a zero.
“(Sanremo, ndDM) È stato un frullatore incredibile, ma non direi che è un’esperienza indimenticabile. Certo, è un concentrato di vita e ci sono emozioni fortissime, ma visto dal di dentro perde il fascino che vedete dal di fuori. È tutta una tensione, un corri corri, è tutto rapido, molto compresso, non c’è il tempo di costruire un pensiero artisticamente più alto. Ma mi sono sentita libera, nessuno mi ha detto ‘questo sì e questo no’. Se lo rifarei? Sì, ma puntando un po’ di più i piedi sui testi e sugli autori“
ha dichiarato l’attrice a Circo Massimo, la trasmissione radiofonica di Massimo Giannini. In realtà, dal Dopofestival non ci saremmo aspettati un pensiero artisticamente elaborato ma solo la capacità – disattesa – di creare un irriverente brio nella notte sanremese.
Esprimendosi poi sui protagonisti della kermesse, Foglietta non ha risparmiato giudizi:
“A me Baglioni piace sempre, non riesco a criticarlo. Bisio, invece, secondo me non è riuscito a esprimersi per quello che è e per come voleva: è un grandissimo mattatore ma è partito con il piede sbagliato e non è riuscito a sbloccarsi. Virginia Raffaele è riuscita a dimostrare, in parte, la sua verve da prima donna. Rispetto a Bisio l’ho vista più morbida, più allineata a un certo tipo di intrattenimento. Non mi sono piaciuti gli sketch, alcuni erano imbarazzanti“.
In radio, l’attrice ha inoltre aggiunto che si sarebbe aspettata un festival più politicizzato, viste le iniziali polemiche sui migranti. “Poi invece c’è stato un silenzio incredibile rispetto a tutto questo” ha aggiunto, spiegando di rendersi conto che “essendo lo spettacolo più nazionalpopolare che abbiamo, quelle polemiche potevano risultare sterili e pretestuose“. Già, per non parlare del rischio di strumentalizzazione che si sarebbe corso e che poi, a bocce ferme, si è verificato nelle polemiche sulla vittoria di Mahmood
A proposito, secondo la stessa Foglietta, il giovane cantante che ha ottenuto il primo posto al Festival “fa politica suo malgrado, è l’emblema del fallimento del pensiero salviniano“. Concetto poi ribadito:
“Sia Ultimo che Mahmood appartengono a una generazione di ragazzi pensanti che non accettano il pensiero razzista ed esclusivista“.
Il realtà, sin dalle sue prime dichiarazioni da vincitore, Mahmood aveva prontamente scansato le polemiche a sfondo politico con sorriso e un’espressione quasi stupita, ribadendo di essere italiano al 100%. Quanto ad Ultimo, al centro delle ormai note polemiche sul potere delle giurie di ribaltare l’esito del televoto, l’attrice si è espressa così:
“Secondo me è giusto che giuria di qualità e giornalisti siano determinanti, altrimenti ci saremmo trovati sul podio sempre cantanti molto amati dai ragazzini, come quelli che escono da Amici, e non avremmo avuto un’evoluzione reale della musica. È come l’Academy che giudica gli Oscar: non è che Meryl Streep viene giudicata dal contadino o dall’amministratore delegato. Il voto popolare è determinante fino a un certo punto; poi c’è il voto, giustamente più incisivo, di chi conosce bene la musica. Ultimo deve stare molto calmo: è un ragazzo e un artista splendido, ma ha fatto un autogol (…) Deve essere consigliato meglio dal punto di vista comunicativo. Uno che in 13 mesi è arrivato primo fra le nuove proposte e secondo fra i big non si può proprio lamentare“.
Considerazioni condivisibili, anche se quest’anno di esperti musicali nella giuria d’onore non ne abbiamo visti (eccezion fatta per il presidente Mauro Pagani, ovviamente). Va anche detto che anche i tanto bistrattati talent spesso hanno contribuito all’evoluzione della musica aprendosi a nuovi generi.
Quanto a Sanremo, tuttavia, Ultimo accettando di prendere parte alla kermesse sapeva benissimo di andare incontro al parere di più giurie che, se da una parte si potrebbero equilibrare diversamente, dall’altra sono pur sempre un elemento da anni presente al Festival.
1. Marco Urli ha scritto:
12 febbraio 2019 alle 23:29