Promossi
9 ai vent’anni di Un Posto al Sole. Iniziata quasi come una scommessa nel 1996, la soap tutta italiana ha raggiunto meritatamente l’ambito compleanno. Ascolti che tengono, malgrado una fascia oraria difficile e gli anni che passano, e la soddisfazione di essere arrivata laddove le più blasonate produzioni della concorrenza – che a differenza di Upas non hanno mai avuto un marcato taglio sociale – hanno fallito. Peccato che Rai e anche la stessa Fremantle abbiano spesso sottovalutato o trascurato la serie made in Naples.
8 a The Affair. L’appuntamento del mercoledì di Sky Atlantic ha un inedito modo di raccontare le vicende, narrate da una doppia prospettiva. Un espediente che affascina ma che, se aggiunge introspezione, toglie fluidità. Siamo scettici sull’annunciata terza stagione: per come è costruita – salvo eclatanti capovolgimenti – la serie avrebbe richiesto una fine al più presto.
7 a Giancarlo Magalli. Alle prese con l’ennesimo “incidente telefonico”, il conduttore non perde il suo umorismo ma invoca la fine del gioco diventato un cult. Tieni duro Giancarlo.
6 a Enrico Papi. Il conduttore è il “giullare” di Tale e Quale Show: le sue imitazioni di personaggi sempre contemporanei fanno sbizzarrire la rete. Tiepida consolazione, comunque, per l’ex padrone dell’access prime time di Italia1.
Bocciati
5 al debutto di Gogglebox. Un bellissimo progetto declinato in maniera inefficace. I protagonisti non risultano spontanei e la scelta dei programmi da commentare non è sempre felice (perchè ad esempio parlare della replica di Amore Criminale su Rai Premium con tutto quello che offrono i palinsesti nostrani?).
4 a Fan Caraoke, fermo ai box. La messa in onda dell’appuntamento che doveva dare una svecchiata al pubblico di Rai1 è durata solo una settimana per lo slittamento di un’ora di Braccialetti Rossi. Ci si chiede ancora perchè un programma simile a una rubrica (Carpool Karaoke) di terza serata di un late show americano – con ospiti e conduttore dalla caratura ben diversa rispetto a quelli a stelle e strisce – avrebbe dovuto “reggere” una seconda serata (quasi prima) di una tradizionale rete ammiraglia. Ad ogni modo, la parte più critica dell’operazione è il fatto che Rai1, rete del servizio pubblico, si sia prestata ad acquistare un format italiano di Nonpanic che ne ricalcava in aspetti fondamentali un altro internazionale.
3 a Flavio Insinna. Se non ci fossero illustri precedenti (una consegna mai trasmessa, ma da noi pubblicata in esclusiva) diremmo che il bravo conduttore romano meriterebbe un bel tapiro. Un matrimonio saltato, l’ennesimo prime time che floppa e l’inaspettata crisi di Affari Tuoi che da marzo dovrebbe esser sostituito da un nuovo access.
2 a Costantino della Gherardesca. Mentre Pechino Express cala costantemente negli ascolti (per trovare un dato così basso come quello di lunedì scorso bisogna risalire alla seconda edizione), il conduttore non risparmia frecciatine al competitor Grande Fratello Vip e a certi blogger che probabilmente scontano la colpa di non celebrarlo e twittarlo come farebbe quella che, a La Stampa, definisce la “critica seria”. Peccato che la sua popolarità sia principalmente quella che gli ha regalato il web.
1 alla promessa già tradita di Andrea Fabiano sull’inizio delle prime serate. Quando, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei palinsesti, il direttore di Rai1 annunciò la grossa novità eravamo convinti del fatto che, col tempo, si sarebbe tornati alle vecchie e insane abitudini. Ci sorprende, tuttavia, che il dietrofront sia arrivato così presto. Peraltro non siamo neanche “integralisti” nel sostenere che la prima serata debba iniziare alle 21:10 quanto piuttosto riteniamo importante che l’orario di inizio comunicato coincida con quello effettivo.
1. xxxxx ha scritto:
26 ottobre 2016 alle 16:44