In una puntata di Report più battagliera che mai Milena Gabanelli sfodera ancora una volta tutta la sua capacità dialettica e polemica per suonarle a destra e sinistra, al centro e ai tecnici sollevando sospetti su strane coincidenze e intrecci sicuramente da approfondire meglio, su riforme semplici da attuare ma a cui nessuno pensa. Tra i tanti temi affrontati c’è anche la nuova Sicilia di Rosario Crocetta, eletto circa un mese fa, coraggioso proclamatore di una rivoluzione della dignità.
In un servizio che raccoglie delle testimonianze in alcuni quartieri di Catania i giornalisti di Report portano la lucina rossa su alcuni risultati elettorali particolarmente eclatanti, lanciando ancora una volta il sospetto che nella parte più a Sud del Paese il clientelismo domini le relazioni sociali e che per il nuovo Governatore la sfida alla vecchia gestione e alla consolidata prassi siciliana sia davvero ardua. Non è la prima volta del resto che la trasmissione arriva alle pendici dell’Etna per misurare il polso alla classe dirigente.
Del resto c’era stato in tv anche un Totò Cuffaro, che direttamente dal carcere aveva più o meno confessato a Santoro che non riteneva facile una via d’uscita dall’impasse della Trinacria, ad augurare a Crocetta una svolta difficile, difficilissima. La Gabanelli porta alla luce ancora altri dati che lasciano pensare: Report infatti fa emergere una sorta di parentopoli addensata attorno al sistema della formazione regionale che necessiterebbe di un radicale ripensamento dei canali di finanziamento.
L’impegno crocettiano e l’arruolamento di Franco Battiato come assessore basteranno ad arginare una tradizione lunghissima di fondi destinati in maniera opinabile? La conduttrice è chiara quando dice che forse non basterà il cantautore a cambiare musica, come a voler dire che la Giunta di buonissime intenzioni non basta a rassicurare sull’effettivo cambiamento dell’Isola.
La padrona di casa non nasconde del resto le sue perplessità anche su un’eventuale imitazione a livello nazionale dell’alleanza Pd-Udc, nel caso in cui dalle urne uscisse una situazione poco chiara, o addirittura già prima del voto. E’ proprio il partito di Casini ad essere maggiormente sulla graticola dopo il reportage siciliano.
Nel giro di poche settimane comunque ad essere coinvolti nelle inchieste della redazione d’assalto della terza rete sono più o meno tutti i partiti ancora superstiti nell’arco parlamentare, con buona pace di Di Pietro che stasera si sentirà in buonissima compagnia. Un’evidenza che sicuramente rafforza la percezione di obiettività del gruppo di giornalisti guidati dalla Gabanelli che non risparmia consigli e rimproveri a nessuna delle parti in causa nello scacchiere politico, con un coraggio sempre più apprezzabile viste le continue battaglie legali che da anni si trovano ad affrontare a seguito delle inchieste.
1. amazing1972 ha scritto:
10 dicembre 2012 alle 13:41