A volte ritornano. I bei tempi di Annozero, si intende. Ieri sera a Servizio Pubblico sembrava quasi di respirare l’aria elettrica del defunto talk show di Rai2, quello in cui gli ospiti si affrontavano a colpi di roncola e la tensione dialettica si tagliava a fette. L’illusione è avvenuta grazie ad Adriano Celentano, che ha rilasciato un’intervista al programma di Michele Santoro per raccontare i retroscena della sua partecipazione a Sanremo. Un po’ di rock ‘n’ roll nella trasmissione del giovedì sera.
A Servizio Pubblico il Festival del Molleggiato ha tenuto banco per l’intera puntata con filmati e testimonianze raccolte all’Ariston nei giorni della kermesse. Il tema della puntata non era stato scelto a caso ma sottendeva un obiettivo ben preciso. L’intenzione di Santoro era infatti quella di mostrare al pubblico la presunta crisi della governance Rai. A partire dal caso Celentano, il giornalista ha parlato di una tv pubblica allo sbando, in mano ai partiti (ma dai, che scoperta!) e influenzata della Chiesa.
Nel sostenere la sua tesi, Santoro è stato aiutato da alcuni ospiti presenti in studio. Corradino Mineo, ad esempio, ha attaccato: “in Rai ci vuole coraggio (…) Stiamo copiando da anni il sistema Mediaset e nessuno ne parla“. Secondo Lucia Annunziata la tv di Viale Mazzini “è serva del padrone della concorrenza“, e pure il Consigliere dimissionario Rizzo Nervo ha parlato di decadenza della Rai. Poi è intervenuto pure Carlo Freccero a dire che l’emittente non ha avuto il coraggio di difendere i suoi successi. Il ritratto di uno sfacelo, insomma.
La ciliegina sulla torta è stata l’intervista ad Adriano Celentano, che ha evidenziato un “errore nel meccanismo di conduzione della Rai”. A completare la sceneggiata, un incredibile sondaggione lanciato da Giulia Innocenzi al popolo del web: volete sostenere la candidatura di Beppe Grillo alla presidenza della Rai?
Ora, la contraddizione è evidente. Ieri sera Santoro ha dipinto la Rai come una zattera alla deriva in mano ad un branco di Schettini: opinione legittima e forse verosimile. Peccato che in questi mesi il giornalista non abbia fatto altro che strizzare l’occhio alla tv pubblica; più volte Michele ha detto di essere pronto a tornare in Rai, dove poteva fare ciò che voleva. Anche mandare a vaffanbicchiere il DG.
Un po’ come nella favola della volpe e l’uva, oggi Santoro disprezza ciò che non può avere. Già, bei tempi quelli di Annozero…
1. WHITE-difensore-di-vieniviaconme ha scritto:
24 febbraio 2012 alle 11:01