La tv è ormai appaltata all’arma, si sa. Tra distretti di polizia, squadre, carabinieri e scientifiche, è tutto un pullulare di divise, spesso apparentate con camici ospedalieri e amici stretti di preti di provincia. La fiction italiana pare vada fatta (principalmente) così, a parte qualche rara e felice eccezione.
L’estate passa, le repliche pure e pian piano si delineano i progetti per i palinsesti che verranno. Proprio in un’ampia intervista rilasciata a La Repubblica qualche giorno fa, Lino Banfi ufficializza la sua intenzione di dare l’addio al set di Un medico in famiglia. Smetterà dunque i panni di Nonno Libero dopo anni di onorato servizio, ostaggio di una famiglia continuamente allargata, per passare a Canale 5 con una fiction tutta nuova, in coppia con la figlia Rosanna Banfi: il Commissario Zagaria.
Eccone un altro, si dirà. Dopo il commisario Maigret, il commissario Montalbano, il commissario Rex, il commissario Cordier, il commissario Moulin, il commissario Köster, il commissario Manara, il commissario Navarro, il commissario Wallander, e pacchi di altri vari commissari televisivi, prepariamoci dunque a seguire anche le avventure di un nuovo commissario salentino, in una fiction tutta in salsa leccese.
Certo, il ritorno di Banfi nei panni di un commissario è, per i fan dell’attore, un piacevole tuffo nel passato. Il Brigadiere Pasquale Zagaria (che ama la mamma e la polizia, diceva) e il Commissario Lo Gatto sono forse due cult intramontabili, e sicuramente questa nuova esperienza sarà un grande successo della tv italiana. Ma non sarebbe il caso, a volte, di provare a ideare nuovi soggetti che non coinvolgano divise, toghe e abiti talari? Non siamo negli Stati Uniti, certo, non produrremo mai fiction ambientate su un isola deserta o a Twin Peaks. Ma ancora un commissario?