31
marzo

Emilio Fede, Cassazione conferma la condanna per il tentato fotoricatto a Crippa

Emilio Fede

Condanna confermata per Emilio Fede. La Corte di Cassazione ha convalidato la sentenza di secondo grado a carico del giornalista 89enne, ritenuto responsabile di un tentativo di ricatto fotografico nei confronti di Mauro Crippa, Direttore Generale dell’informazione di Mediaset che nel marzo 2012 decise il suo licenziamento dall’azienda. Pochi mesi prima, l’ex direttore del Tg4 era stato coinvolto negli scandali del caso Ruby.

La Suprema Corte ha confermato la sentenza della Corte di Appello, che il 4 aprile 2019 aveva ritenuto responsabile il giornalista per due capi di imputazione e lo aveva assolto da uno degli episodi che gli erano contestati, riducendo lievemente la condanna di primo grado a due anni e tre mesi. Respinto dunque il ricorso presentato dalla difesa di Fede, dichiarato inammissibile.

Secondo i giudici di terzo grado, la sentenza impugnata “ha adeguatamente giustificato la ricostruzione del ruolo di mandante di Fede rispetto all’elaborazione di foto compromettenti da utilizzare contro Crippa, individuato come il principale responsabile del suo licenziamento da Mediaset”. In particolare, stando alle motivazioni, “si sono ampiamente illustrate le ragioni di fatto e logiche, in virtù delle quali Fede è stato individuato quale ideatore del reato di estorsione, programmando la realizzazione delle immagini compromettenti per Crippa (risultando irrilevante ai fini di causa se le stesse fossero vere o false), nonché quale autore del tentativo di utilizzo delle stesse a fini strumentali rispetto al disperato tentativo di evitare il licenziamento da Mediaset che Crippa, responsabile dell’informazione, aveva deciso di attuare”.

Nell’ambito dello stesso procedimento, Emilio Fede – affidato ai servizi sociali in seguito alla condanna a 4 anni e 7 mesi nel processo Ruby – è stato anche condannato per la minaccia tramite sms rivolta al suo ex personal trainer Gaetano Ferri, anche lui convolto nel fotoricatto e giudicato con rito separato per aver assemblato il fotomontaggio.

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1 Commento dei lettori »

1. Meke ha scritto:

1 aprile 2021 alle 13:06

La fine che si merita.



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