I tempi d’oro sono finiti un po’ per tutti, e anche a Mediaset le contingenze della crisi hanno fatto sentire i loro effetti. Da un anno a questa parte la parola d’ordine sembra sia una sola: spending review. Nel 2012 l’azienda del Biscione ha risparmiato 307 milioni e per il 2014 l’obiettivo è fissato a quota 450 milioni. Del resto il fantasma dei conti in rosso è lì, sempre in agguato. Così si tira la cinghia a più livelli, e stavolta anche i vertici aziendali hanno dovuto fare i conti con i tagli.
Per questi ultimi, tuttavia, la manovra ha assunto tinte più light. Niente lacrime e sangue, insomma. Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, la riduzione complessiva dei compensi di amministratori e dirigenti è stata infatti inferiore al 9%, pari a 1,16 milioni di euro. Piccoli o grandi che fossero, però, i tagli ci sono stati: nel 2012 il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri si è ridotto lo stipendio di 811mila euro (-22%) e di conseguenza ha guadagnato 2 milioni e 745mila euro, più 293mila in azioni.
Il dirigente più pagato risulta invece Giuliano Adreani, Presidente e Amministratore Delegato di Publitalia, che guadagna 2 milioni e 987mila euro, più 176mila in azioni. Il suo compenso è stato ridotto del 10%. Il vicepresidente Piersilvio Berlusconi ha invece incassato 1milione e 464mila euro (più 243mila in titoli), con una decurtazione dell’1,41% sul 2011. Accanto ai tagli, però, l’azienda del Biscione ha anche erogato alcuni premi “una tantum” ai dirigenti con responsabilità strategiche.
La responsabile Divisione Affari Istituzionali, Legali e Analisi Strategiche, Gina Nieri, ha ottenuto un premio di 75mila euro “in relazione a specifiche operazioni/particolari impegni aventi caratteristiche di eccezionalità“, guadagnando 983mila euro. Il compenso del Direttore Generale dell’informazione Mauro Crippa è stato invece di 862mila euro, mentre il capo del personale Niccolò Querci ha incassato 1,016 milioni, con una decurtazione di oltre 100mila euro rispetto al 2011. La spesa per il collegio sindacale è invece cresciuta del 22%.
Gli interventi e i tagli più significativi sono però attesi non tanto ai piani alti, quanto sulle seconde file. Su quel fronte, i sindacati sarebbero già in stato d’allerta.
1. favola ha scritto:
4 aprile 2013 alle 11:46