Da quando non è più Ministro della Repubblica Italiana, Mara Carfagna ha recuperato quella verve televisiva, che di certo non le mancava tra un carpaccio e una spaghettata al seguito di Davide Mengacci. Diciamo che, forse non avendo più l’onere dell’equilibrio istituzionale, adesso l’ex responsabile delle Pari Opportunità si sbottona con più facilità davanti alle telecamere. Nella puntata di Ballarò di ieri sera la Carfagna è riuscita, là dove nessuno era finora arrivato, persino a puntellare il sacro ritmo del monologo – copertina di Maurizio Crozza.
Saranno le poltrone rosse infuocate della terza rete a mettere pepe all’onorevole del Pdl. Dopo il primo match con Luisella Costamagna, finito con una sorprendente ‘vittoria’ in trasferta della Carfagna, ben lieta di mettere ko un’interlocutrice troppo convinta di vincere facile, è arrivato il bis. Crozza però resiste meglio alle repliche ben appuntite. Per la prima volta c’è qualcuno che rischia di fargli perdere il filo. La tecnica dell’interruzione apre nuove frontiere.
Non è semplice per il comico genoano condurre la stoccata fatale, con quella sua tecnica quasi teatrale della battuta finale strappa-applausi. Deve quasi chiedere alla sarcastica Mara di tacere per non rendere il monologo un dibattito fuori programma. Tutto nasce però da un’allusione, geniale nel suo essere snervante, al fatto che la fine del governo Berlusconi abbia portato la crisi nelle tasche dei comici, Crozza compreso.
Provocatoria e pungente la stizza ‘diplomatica’ della Carfagna:
“Le manca tanto Berlusconi, eh? Come fa a pagare il mutuo senza Berlusconi lei? E ci credo che le manca”.
L’uomo-copertina di Ballarò non glissa e rassicura l’ex Ministro sulla floridezza delle sue tasche, nonostante il governo tecnico, come a voler dire che è un’offesa alla sua professionalità il ridurlo a burlone capace solo di prendersi gioco delle bischerate berlusconiane; ecco la replica:
“Guardi dottoressa, è più di un anno che campo comunque. Campavo prima, campavo durante”.
L’avesse detto a qualche altro personaggio la Carfagna avrebbe pure avuto ragione. Ci fosse stato un Cornacchione, così ancora prigioniero dell’ombra di Silvio, magari ci poteva stare tutto, ma con il miglior cavalcatore dei vezzi di Monti l’ex soubrette fallisce il colpo, ma si candida a buon volto televisivo del Pdl, quasi ai livelli della vulcanica Santanché.
Che poi la rediviva Mara rimproveri qualcuno di rimpiangere un Presidente del Consiglio più spiritoso, diciamola così, sa di ulteriore autogol all’immagine postuma del governo di cui ha fatto parte. Al di là del merito della questione la Carfagna sta tirando fuori le unghie, rispondendo a distanza a chi per mesi l’ha definita senza carattere e personalità. In difesa dell’ex premier Mecenate, nonostante l’atmosfera di fine impero, la deputata difende coraggiosamente la sua linea senza prestare il fianco a trasformismi. Meglio di qualsivoglia colonnello scomparso dalle tribune.
1. Pippo76 ha scritto:
20 giugno 2012 alle 18:12