Circa un mese fa vi abbiamo raccontato del grande interesse riaccesosi in Spagna riguardo alla scomparsa di Ylenia Carrisi, la figlia di Al Bano e Romina Power di cui si sono perse le tracce a New Orleans nel lontano 1994. Salvame, programma di gossip di Telecinco, aveva lanciato un ipotetico scoop, riaprendo l’argomento tra nuove testimonianze e vacui segreti: oggi Al Bano, stanco e amareggiato per la continua riapertura della sua più grande ferita, tuona contro questi “speculatori” e comunica l’intenzione di agire per vie legali.
Al Bano contro le speculazioni di Telecinco sulla scomparsa della figlia Ylenia
Come riporta Adnkronos, il cantante di Cellino San Marco ha incaricato l’avvocato Giorgio Assumma di “adire in Italia e all’estero le competenti magistrature locali per ottenere la tutela del mio diritto all’oblio“. Un terreno minato, considerata la popolarità dell’artista e della sua famiglia nonché il diritto alla “cronaca”, ma Al Bano è pronto a “dare battaglia violenta e senza sosta” al fine di tutelare la propria serenità e quella dei suoi cari. Che, sì, sono personaggi pubblici e molto chiacchierati, ma la cui sensibilità riguardo ad un dolore del genere è stata spesso scavalcata.
“Basta con queste squallide speculazioni su mia figlia Ylenia, la devono smettere. Ci marciano solo per fare del maledetto denaro [...] In Spagna hanno fatto una speculazione squallida tornando sull’argomento e parlando di dettagli che ben conosco. E danno spago a questa gentaglia. Tutto perché sono a caccia dell’audience, in nome del quale si ammazza la gente. Fanno i soldi, fanno soffrire, ma prendono in giro tante persone che sono ancora in attesa di speranze che purtroppo non ci sono”
Il risentimento di Al Bano non riguarda, dunque, solo la propria situazione, ma anche quella di chi, come lui, ha subito un dramma simile e viene illuso da questo tipo di informazione. E non si limita a quanto avvenuto in Spagna, ma è diretto anche contro l’interesse per la questione ancora vivo in Germania e in Italia.
“L’altro giorno qualcuno ha visto mia figlia a Venezia. Io conosco la storia, c’è la parola fine da quel maledetto 5 gennaio del ’94. Basta, ognuno ha una sua storia che va rispettata per quello che è. Non è tollerabile che questo martirio continui ancora ad essere perpetrato liberamente, provocando anche equivoci e malintesi”.
1. Gianni ha scritto:
19 giugno 2020 alle 01:21