27
aprile

Piccoli Giganti: il format si fa più agile, ma perde di leggerezza e imprevedibilità

piccoli giganti giuria

Piccoli Giganti: la giuria e Giorgino

Non si smette di giocare perché si invecchia. Si invecchia perché si smette di giocare“, con questa citazione dello scrittore George Bernard Shaw si è conclusa la prima puntata di Piccoli Giganti. Il baby talent condotto da Gabriele Corsi con il piccolo Giorgio Zacchia è sembrato, al suo esordio, ritmicamente più agile e snello rispetto alla versione confezionata da Mediaset. Il suo punto debole risiede, però, nell’eccesso di “self control”.

Piccoli Giganti: la giusta durata

A differenza della prima edizione, in onda lo scorso anno su Canale 5 (qui la nostra recensione), il programma di Real Time non pecca sulla durata. Ciascun appuntamento di Piccoli Giganti, difatti, è costituito da novanta minuti, suddivisi con equilibrio fra esibizioni, sketch più o meno esilaranti e momenti di riflessione con protagonista la giuria. Un pregio, questo, che consente allo spettatore di non annoiarsi e di seguire senza intoppi o battute d’arresto il fluire degli avvenimenti.

Piccoli Giganti: una giuria ben amalgamata

Nonostante l’elemento competitivo sia sembrato meramente pretestuoso, (da notare tra l’altro che la giuria non ha mai esplicitato il proprio voto, bensì lo ha sempre fatto al riparo di penna e taccuino), i giudici hanno dato vita ad un terzetto equilibrato e ben amalgamato. Mentre Serena Rossi e Benedetta Parodi hanno avuto nei confronti dei piccoli giganti un approccio dolce e materno, Enzo Miccio ha indossato una veste molto diversa dalle sue solite: più umana e disposta all’introspezione.  Emblematico, da questo punto di vista, il momento in cui, nel commentare l’esibizione canora di una bambina, dedicata al padre in studio, il wedding planner ha sentito il bisogno di ricordare il proprio genitore, ormai scomparso.

Piccoli Giganti: i punti deboli

Momenti di commozione a parte, dal punto di vista dei contenuti, il baby talent è risultato, nel suo insieme, piuttosto misurato. Forse troppo, a dire il vero. Stando ben attenti a non premere eccessivamente l’acceleratore sul ‘fattore-ironia’, di cui i bambini, in particolare i più piccoli, sono spesso inconsapevoli portatori, allo show probabilmente è mancato quel quid di imprevedibilità e leggerezza che, al contrario, non avrebbe in alcun modo guastato. L’evidenza dei tagli tra un’esibizione e l’altra testimoniano, per altro, incertezza e difficoltà riscontrate in fase di montaggio.

Ineccepibile tecnicamente, ma con delle carenze sotto il profilo emotivo, è apparsa, in ultimo, la prestazione di Gabriele Corsi. Anche a causa di battute dalla comicità diluita, che difficilmente strappavano il sorriso, l’approccio con i mini-talenti è sembrato talvolta ingessato. Questione di tempo, forse, e chissà che la rigidità individuata nella premiere non si sciolga del tutto.

Deboli anche gli ascolti, pari ad uno striminzito 1,5% di share con 405 mila spettatori.

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4 Commenti dei lettori »

1. Enzo ha scritto:

27 aprile 2017 alle 14:02

Io preferisco di gran lunga l’edizione Mediaset!!! E Canale5 ga fatto un grande sbaglio a farsi scappare questo show.
Unica nota positiva e’ la durata.



2. xxxxx ha scritto:

27 aprile 2017 alle 15:59

Enzo, Mediaset non ha sbagliato a liberarsi di questo show, anzi, ha fatto benissimo! Il programma non arrivava nemmeno ai 4 milioni di telespettatori. E’ Discovery, casomai, che ha sbagliato a comprare questo programma, ben sapendo che su Mediaset floppava…



3. Marianna ha scritto:

27 aprile 2017 alle 17:11

Discovery ha twittato che il programma ha totalizzato un ascolto di 600.000 con il 2,2% di share. Vorrei capire chi sbaglia… Detto questo, a me il programma è parso molto carino, ottima l’alchimia fra Gabriele Corsi (che si conferma un eccellente conduttore) ed il piccolo Giorgio Zacchia. Sicuramente si possono migliorare alcuni meccanismi, ma non mi pare possa essere definito un flop.



4. RoXy ha scritto:

27 aprile 2017 alle 17:52

Real Time ci siete? Aprine bene le orecchie ed ascoltate una vostra ex assidua telespettatrice: basta produzioni italiane!
Salvate solo Bake Off, Il Boss delle Cerimonie, Clio Make Up e Shopping Night (com’era nella prime edizioni) e ridateci i vecchi classici americani: Sepolti in Casa, Malati di Pulito, Tabatha Mani di Forbice, Pazzi Per la Spesa, Party Mamas, La bottega dei Cupcake, il Mio Grasso Grosso Matrimonio Gipsy, Dire Fare Baciare.
Se proprio volete sprecare i vostri soldi, allora iniziate a produrre una nuova edizione di Paint Your Life che almeno ci si diverte un po’.



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