Per la sua ultima novità del mese, Netflix si è affidata a un teen drama velato di mistero. Descrizione tuttavia fin troppo semplicistica per poter rendere davvero giustizia a Tredici, dietro il cui titolo stringato si annida in realtà un universo decisamente più complesso. Tredici sono infatti le ragioni che hanno spinto la giovane Hannah Baker (Katherine Langford) a togliersi la vita, non prima però di averle tutte accuratamente registrate su alcune musicassette. Chiunque sia destinato a riceverle sarà quindi costretto ad affrontare la scomoda verità di aver contribuito, in maniera più o meno diretta e feroce, a spingerla a un gesto tanto estremo. Il primo prescelto è Clay (Dylan Minnette), che con Hannah ha condiviso abbastanza tempo da raccoglierne le confidenze e invaghirsene, e che, timido e schivo, ne rivive ora ogni sofferenza, cercando di spiegarsi quale ruolo gli spetti nella vicenda.
Tredici: un thriller psicologico onesto ed essenziale
Adattamento dell’omonimo romanzo scritto da Jay Asher, questa nuova serie Netflix torna dunque tra i corridoi del liceo, raccogliendo l’eredità di altri titoli cult del genere, da Dawson’s Creek e Veronica Mars fino alla più recente Pretty Little Liars. La storia di Hannah e Clay si spinge però molto più in profondità, per raccontare il mondo adolescenziale in maniera asciutta e onesta. Tra un flashback e l’altro, il nastro scorre e tratteggia un microcosmo in cui, sulle ali della tecnologia, ogni inezia si muove e ingigantisce alla velocità della luce, noncurante delle conseguenze.
Sebbene l’avvicendarsi di situazioni – tra bullismo e vigliaccherie – non riporti nulla che gli illustri precedenti non abbiano già esplorato, quel che interessa davvero nella narrazione di Tredici è la possibilità di seguire lo sgretolarsi della vita di Hannah attraverso la sua stessa voce. L’attrazione del thriller psicologico suddiviso in 13 puntate (una per ciascun lato di cassetta) pensa poi al resto, instillando la curiosità di cliccare sull’episodio successivo.
Ottimo lavoro, dunque, per il creatore Brian Yorkley e per Selena Gomez, che alla parte di protagonista ha preferito quella di produttrice esecutiva accanto a Tom McCarthy (premio Oscar per Il caso Spotlight), regista inoltre dei due episodi di apertura. Nel cast si rivede infine Kate Walsh, dopo Private Practice intenta a restituire la fragilità e la disperazione di una madre determinata a far luce sulla morte assurda della figlia.
1. Fra X ha scritto:
21 aprile 2017 alle 19:22