Se da una parte Maria De Filippi schiera star internazionali del calibro di Harrison Ford e Michael Douglas, che se non fosse per Olga Fernando non saprebbero nemmeno di prendere parte a un talent show o chi sia Emma Marrone, dall’altra parte, Milly Carlucci è pronta a difendere il suo nuovissimo Altrimenti ci arrabbiamo con un ospite d’eccezione: il cantante Michael Bublé.
Dopo un tiepido debutto, la signora del sabato di Rai1 non ha alcuna intenzione di lasciare campo libero alle registrazioni di Amici e punta, nella seconda puntata del 13 aprile, su un volto dal sapore internazionale, in grado di calamitare l’attenzione di giovani e maturi. Dopo il siparietto di qualche anno fa con Fiorello, dove ha avuto modo di mostrare la sua verve ironica e genuina, il cantante canadese si prepara a calcare il palco dell’Auditorium del Foro Italico di Roma dove, con ogni probabilità, promuoverà la sua ultima fatica discografica disponibile dal 16 aprile: To be loved.
L’esperienza dell’ultimo Festival di Sanremo targato Fazio e Littizzetto, ci ha insegnato a non conferire un valore abnorme alla partecipazione di ospiti stranieri, normalmente strapagati per offrire pochi istanti di intrattenimento e lapidarie “frasucce” di circostanza, ma – si sa – anche il pubblico vuole la sua parte e non importa se Ford abbia ormai appeso al chiodo il cappello di Indiana Jones da quasi vent’anni, che Douglas abbia finalmente dimenticato la Catherine Tramell di Basic Instinct o che Michael Bublé sia arrivato in anticipo questo Natale. I divi sono lì semplicemente per lasciarsi ammirare e rendere il programma un posto migliore. Sarà sempre così?
Visti i recenti momenti di imbarazzo degli ospiti di Amici o il frettoloso congedo di cantanti internazionali dopo l’esibizione in un vespaio di programmi d’intrattenimento, sembra che prendere parte a uno show sia, per quanto semplice e indolore, a volte un po’ complicato. Complicato per non avere la minima idea dello show in questione, complicato per sforzarsi di capire l’italiano e complicato per il rischio di ledere un’immagine faticosamente costruita che possa, in pochi attimi, infrangersi in mille pezzi.
1. Marco89 ha scritto:
8 aprile 2013 alle 20:27