Incandescente, come e più di prima. La ‘scomunica’, a suo tempo, della Rai non ha nemmeno solleticato alcuna ipotesi di autocensura personale. E allora eccolo – mercoledì 14 novembre 2012 – gagliardamente irriverente nel salotto di Lilli Gruber a dire la sua sulla politica e sulla società, bastonando a destra e sinistra. E non è solo un modo di dire. E meno male che erano solo le Otto e mezzo.
Originale la teoria di Aldo Busi: colpevole in caso di mal governo non sarebbero tanto i politici incapaci o corrotti, ma il popolo bue (sic!) che, facendosi ammaliare da promesse stupide, ne ha decretato l’elezione. Per uscire dal teorichese…Berlusconi, secondo l’intellettuale, ha trattato l’Italia come un giochino ma ancor peggio sono i cittadini, che lo scrittore quantifica in 30 milioni, che gli hanno consegnato in mano la Res pubblica.
Il passaggio più divertente e la strigliata più forte la riserva però al Pd, dopo il confronto che Busi dice di aver seguito poco per sopraggiunta noia. Non riesce a trattenersi dal commento piccato sul passaggio più controverso del dibattito a cinque, quello legato alla scelta di un personaggio da inserire nel proprio Pantheon di sinistra; dichiarazioni troppo poco laiche, quelle dei candidati del centrosinistra che hanno destato già parecchia perplessità tra i commentatori. L’Aldo fustigatore del buon costume però ci mette del suo per dare il colpo di grazia:
” Abbiamo visto questi cinque rappresentanti del Pd. La mia mamma li avrebbe definiti degli smorzauccello. Grillo è veemente, con questa sua furia. Sembra un medusone. Ma nessuno ascolta quello che dice, ma colpisce per il tono di voce, per la durata di questo timbro molto alto, per questa cadenza un po’ tantrica, per il vaffanculo. Il popolo non è mai stato a casa a leggere un libro.”
I Papi e i preti preferiti ai Che Guevara, Marx , Gramsci e Berlinguer non possono che destare l’indignazione di un uomo che ha da sempre combattuto il clericalismo più avanzato del nostro Paese. Non sorprende più di tanto, però, dopo che anche Crozza (che pur nella sua mordacità è un moderato a paragone con Busi) ha biasimato la retorica più centrista e Dc dei primaristi rossi, o presunti tali.
La sua ultima fatica letteraria, El especialista de Barcelona, occasione per cui Otto e mezzo ha scelto di invitarlo a conferire con i telespettatori, diventa semplicemente lo sfondo di una chiacchierata a ruota libera, in cui lo scrittore passa da un bilancio della sua esperienza all’Isola dei Famosi (e la parola bilancio non è casuale dato che riporta la cifra che ha guadagnato con le sue avventure esotiche) ad una candidatura per un programma sulle canzoni d’amore più belle.
Visto quest’ennesimo exploit difficile che il piccolo schermo decida di concedergli maggiore spazio, in una società che considera ancora sovversivo un pensiero così appuntito ma fisiologicamente alternativo.
1. teoz ha scritto:
16 novembre 2012 alle 17:21