Tra il dire e il fare c’è in mezzo il mare. Anzi il monti, Mario Monti. A parole sembrava che i Tecnici dovessero rimettere in sesto la Rai in un batter d’occhio, a colpi di sobrie riforme ed eleganti mazzate. Il primo ad ostentare una certa sicurezza in tal senso era stato proprio il Presidente del Consiglio, il quale a inizio giugno aveva indicato i nomi dei futuri vertici dell’azienda (Tarantola e Gubitosi). Ieri la Commissione parlamentare di Vigilanza avrebbe dovuto completare l’opera, eleggendo sette componenti del nuovo CdA. Ma, come previsto, qualcosa è andato storto.
A guastare la festa ci hanno pensato i politici: chi altri, sennò? Mentre il Pd si apprestava a votare l’ordine del giorno, i Commissari del Pdl e della Lega hanno fatto mancare il numero legale, mandando così all’aria la consultazione. La mossa, che ha scatenato le proteste del centrosinistra, pare abbia avuto motivazioni squisitamente politiche legate a recenti frizioni con il Governo. Ancora una volta, dunque, le decisioni legate alla tv pubblica sarebbero state influenzate da circostanze di altra natura. I partiti ci hanno messo lo zampino, e così il debutto della Rai dei professori è stato rimandato.
Chissà come l’avrà presa Monti, che proprio ieri aveva ricevuto a Palazzo Chigi i futuri Presidente e DG Rai da lui stesso designati. Trovandosi in mezzo ad un braccio di ferro di natura politica, forse il Premier avrà intuito cosa significhi governare oggi la tv pubblica. Gli algoritmi non bastano, i tecnicismi nemmeno: la verità è che i partiti hanno ancora il coltello dalla parte del manico e l’impressione è che non abbiano intenzione di mollare la presa.
Le influenze della politica saranno solo uno dei problemi che la futura Governance dovrà affrontare. In molti, infatti, attendono solo di vedere i ‘Tecnici’ alle prese con i palinsesti, con le decisioni editoriali, con il rinnovo dei contratti e dei programmi tv: come se la caveranno? In tal senso, anche le candidature per il Cda non sono particolarmente rassicuranti.
Il Pd, ad esempio, ha indicato le nomine di Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi, che non hanno grandi competenze in materia televisiva. Dunque, perché presentarli con tale compiacimento? L’UdC e il Pdl, invece, potrebbero riconfermare i loro Consiglieri uscenti dimostrando una certa continuità partitocratica.
In Rai la ricreazione dura ormai da anni, e forse nemmeno i Professori riusciranno ad interromperla. Infatti, tra la teoria e la pratica c’è sempre qualcosa che li frega.
1. wilma n. ha scritto:
27 giugno 2012 alle 13:35