Accade di solito che con la fine dei funerali l’attenzione della cronaca abbandoni il ricordo dei personaggi famosi scomparsi e si sposti sui nuovi spiragli dell’attualità. Con Lucio Dalla questo non sta avvenendo, anzi i mille temi di riflessione lanciati dal suo secondo 4 marzo continuano a scatenare una serie infinita di dibattiti, televisivi e non, tanto che l’Osservatorio sui Diritti dei Minori si è sentito in dovere di provare a bloccare questa ‘deriva’ argomentativa.
E’ proprio il presidente, Antonio Marziale, a scendere in campo per affermare il diritto alla pietà che l’artista merita, almeno quanto gli altri defunti. Non va proprio giù all’osservatorio questa girandola di recriminazioni e supposizioni che ha accompagnato e fatto seguito al bellissimo addio che Bologna, e l’Italia tutta, ha dedicato ad una sua grandissima voce.
Non sono tanto le ricostruzioni e le ipotesi sul testamento e sull’eredità ad infastidire Marziale, bensì le divagazioni sul tema dell’omosessualità e dello svolgimento dei funerali. Mentre Marco Travaglio con una sorta di editoriale dal presupposto condivisibile auspica una riflessione seria e responsabile sulle unioni di fatto, dall’Osservatorio il numero uno tuona:
“Il dibattito post mortem sull’orientamento sessuale di Lucio Dalla rappresenta una pagina di cattivo gusto che il sistema mediatico avrebbe potuto e dovuto evitare. Le riflessioni sui funerali in cattedrale, che normalmente agli omosessuali dichiarati verrebbero negati, il presunto mancato coraggio di fare outing e gli interrogativi sul ruolo di compagno o collaboratore di Marco Alemanno, si collocano ben oltre la linea di demarcazione della pieta’ dovuta ad un defunto, che del proprio orientamento sessuale ne ha fatto una questione privata e personale.
Tutto ciò e’ assurdo e difficilmente puo’ essere annoverato alla voce diritto all’informazione, dietro il cui paravento molti spesso si rifugiano. Il dibattito danneggia lo sforzo che negli atenei si compie quotidianamente per costruire una cultura scevra da pregiudizi rispetto alle differenze di genere, la cui mancata corretta comprensione origina omofobia e si colloca nel quadro dell’emergenza educativa in corso. Lucio Dalla, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente ed apprezzare per il suo modo di essere era e rimarra’ un interprete della piu’ elevata espressione culturale del Paese, a prescindere dal suo orientamento sessuale.”
Posizioni divergenti nel merito, quelle di Travaglio e Marziale, ma che portano nel dibattito aspetti importanti della vicenda: da una parte il diritto a vivere la propria spiritualità e la propria vita sentimentale nel pieno della libertà (compresa quella di non sbandierare ai quattro venti le proprie relazioni), dall’altra parte lo spunto necessario per evitare di perpetuare sofferenze nelle persone anche per un tema così basilare come l’amore.
1. WHITE-difensore-di-vieniviaconme ha scritto:
7 marzo 2012 alle 16:22