Continua in punta di piedi il viaggio di Mario Calabresi per le strade e per i luoghi immaginari dell’Italia in trasformazione tra crisi, nuovi orizzonti, conservatorismi e impressioni di cambiamento.Tema della nuova puntata di Hotel Patria è la generazione giovanile italiana assediata da mille sfide e tormenti. In linea con lo stile del programma il taglio della rappresentazione sarà anche stavolta vario e inconsueto, verosimile nel bene e nel male.
Una testimonianza complessa sui mille volti dell’incertezza dei giovani che parte proprio dagli interlocutori privilegiati delle nuove generazioni, artisti anagraficamente vicini, se non direttamente coinvolti, dai nuovi meccanismi economici e sociali. L’etica del sacrificio e della gavetta e la forza della speranza nelle parole di Jovanotti e Nina Zilli, giovani sicuramente fortunati ma profondamente attraversati dalle onde del cambiamento globale.
Ma soprattutto storie di vita quotidiana. Un ‘cervello in fuga’ che negli Stati Uniti è riuscito a trovare quello spazio vitale per il suo ingegno che la ricerca italiana non gli ha concesso. Da Torino alla California con il brevetto di un software che gli ha cambiato la vita. Una gioia a metà, venata dall’amarezza della necessità di emigrare per affermarsi. Una lotta alle difficoltà egregiamente rappresentata dalla storia di Simone Moro, personaggio inconsueto della settimana, che parlerà delle nuove mete dell’alpinismo.
L’Italia che si guarda attorno e non si arrende vive anche nella storia della nouvelle vague gastronomica e della sua ricerca di contatti di apertura nel mondo per trasmettere la propria esperienza e ricchezza. Saranno proprio due cuochi stranieri interessati al nostro modo di vivere a tavola a parlare in trasmissione di questo nuovo orizzonte culturale di scambio. Agrodolce che si stempera in angoscia quando l’attenzione si sposta sul processo dedicato a riportare la verità sulla strage dell’amianto all’Eternit di Casale Monferrato, dramma a cui Calabresi dedica indirettamente una riflessione attraverso i racconti dei parenti delle vittime.
Per un direttore che di solito è abituato ad utilizzare la finezza del tratto della penna la scommessa di tradurre visivamente in Hotel Patria la propria cultura di avvicinamento alla realtà potrebbe risultare televisivamente debole eppure nel panorama dell’informazione- intrattenimento, rivendica la forza della sua delicatezza, la bellezza del saper illuminare tratti di realtà ignorati.
1. Francesco ha scritto:
21 giugno 2011 alle 13:04