Operazione Sanremo 2009: è questo il titolo della ‘missione impossibile’ che la Rai sta cercando di compiere in queste ultime ore. Il nocciolo della questione sta nel trovare un accordo con il comune della città dei fiori sulla realizzazione della prossima kermesse musicale. Pena la soppressione della manifestazione, come annunciato giorni fa dal direttore generale della Rai, Claudio Cappon (nella foto), al sindaco della cittadina ligure.
La città di Sanremo, infatti, detiene i diritti di immagine e organizzazione della manifestazione e se non dovesse intervenire un rinnovo del contratto d’esclusiva con la Rai potremmo dire addio al nostro beneamato (?) Festival della Canzone Italiana. Ed una cosa è certa: che Sanremo sia o meno apprezzato e gradito, si deve comunque ammettere che rappresenta, da oltre mezzo secolo, parte della nostra storia, che sarebbe meglio non interrompere, così, senza un motivo valido.
Ma il tempo stringe, e se si considera la volontà della nostra televisione di Stato di rilanciare e modificare la formula di Sanremo, dopo il flop dell’ultima edizione targata Baudo, il tempo stringe ancora di più. Dopo l’ultimatum lanciato dal dg Rai, sembra che qualcosa si sia mosso; il timore della mancanza totale di un accordo (e quindi di qualsiasi incasso) ha incominciato a farsi sentire tra le file del comune. Non si è fatta, perciò, attendere la risposta del sindaco: “Ho ribadito a Cappon la nostra disponibilità a trovare un’intesa, nell’interesse di entrambe le parti e su più punti della convenzione ci siamo resi disponibili a soddisfare molte richieste della Rai”.
Ma quali sono i punti dolenti che rallenterebbero l’accordo tra le due parti? Innanzitutto il cash: a fronte degli 8,3 milioni di euro l’anno richiesti dal comune, la Rai ribatteva di voler tagliare del 30% le risorse (per lo meno quelle riguardanti gli altri eventi che vedono la città coinvolta nei programmi targati Rai, sempre assicurate nel contratto). Ma sembra che la tv di Stato vi abbia rinunciato. Segue il Dopofestival: il comune vorrebbe renderlo obbligatorio, soprattutto per assicurarsi gli introiti del Casinò di Sanremo, ma il consiglio di amministrazione si oppone (ed anche Bonolis ne farebbe volentieri a meno). A questo risponde l’assessore alla Promozione Turistica e alle Manifestazioni nella città di Sanremo Igor Varnero in una intervista rilasciata al Velino: “Il format da farsi al Casinò e che accompagnerà il festival, prima, dopo o durante, non sta a noi deciderlo” ammettendo a chiare lettere che anche la garanzia di un Affari Tuoi al casinò potrebbe colmare la mancanza del dopofestival. Infine, tutto si conclude con la durata che dovrebbe avere la convezione: il comune pretendeva 5 anni, la Rai ne chiedeva 3. Ma il comune sembra aver ceduto.
Dopo il muro contro muro, perciò, sembra sia in atto una rischiarita tra i due. Ma è necessario che la durata di questa ‘quiete dopo la tempesta’ sia la più breve possibile, anche perché un altro accordo dipende dalle sorti della convenzione con il comune di Sanremo: il contratto con mister Bonolis. Lo 007 ingaggiato per fronteggiare questa situazione è, infatti, il Paolino di Ciao Darwin, l’uomo dei record Rai degli scorsi anni (incluso il festival del 2005). Finché, però, il festival non sarà ufficializzato, il noto conduttore non potrà legarsi alla Rai. E poiché il prezzo da pagare è molto salato (mancanza totale di altri programmi per l’intero anno sulle reti del biscione), come lo stesso Piersilvio Berlusconi ha già annunciato, la prudenza è d’obbligo anche se molti sono pronti a giurare che l’ex animatore di Bim Bum Bam sarebbe già alle prese con la preparazione del festival da qualche settimana, quasi a voler sfidare la sorte.
Ce la farà il festival della canzone italiana a sopravvivere ancora in questa ennesima situazione di pericolo? E ce la farà Bonolis a risollevare le sorti di una manifestazione che sembra giunta agli sgoccioli? Non resta che rimanere a guardare, per lo meno ancora per poco.
Il Festival di Sanremo ha visto una sorta di “stop” soltanto nel 1973 quando andò in onda soltanto la sola serata finale della manifestazione. Fu un episodio a sé stante, mai più verificatosi.o per un anno.
1. Luca ha scritto:
8 agosto 2008 alle 15:44