Su queste pagine, per primi, avevamo evidenziato il tema degli effetti negativi che l’emergenza Coronavirus avrebbe provocato all’intero comparto audiovisivo. A distanze di settimane, purtroppo, quelle stime stanno trovando riscontri e in Rai l’argomento si è tradotto in un impegno concreto. Tra dirigenti, giornalisti, conduttori e impiegati del servizio pubblico ha infatti preso forma un’iniziativa con cui oltre trecento professionisti si sono resi disponibili a donare una parte del loro stipendio di maggio – tra l’1 e il 3% del compenso – in favore delle piccole imprese culturali e dello spettacolo colpite dalla crisi.
L’iniziativa, come riporta Repubblica, è partita da Nicola Sinisi, che guida la Direzione Canone della televisione di Stato, e si è poi spontaneamente estesa. Il progetto prevederebbe vari livelli di contribuzione, in base ai ruoli e agli stipendi percepiti: impiegati e quadri doneranno l’1%, i dirigenti il 2% e i direttori il 3%.
Tra le personalità che hanno dato aderito all’iniziativa, il direttore di Rai1 Stefano Coletta, quello (neo-nominato) di Rai3 Franco di Mare, il direttore di RaiNews Antonio Di Bella e poi la direttrice di Rai Fiction Eleonora Andreatta, il presidente di Rai Pubblicità Antonio Marano, l’AD di Rai Cinema Paolo Del Broccio, il direttore finanziario Giuseppe Pasciucco. Ma anche Bruno Vespa, Bianca Berlinguer, Andrea Vianello, Andrea Montanari e Monica Maggioni.
Tra le adesioni, anche quelle di tre consiglieri del Cda Rai: Riccardo Laganà, Beatrice Coletti e Rita Borioni, i quali – al di là degli aspetti burocratici che potrebbero rallentare il tutto – vorrebbero coinvolgere anche i conduttori più blasonati e gli artisti sotto contratto, grazie al contributo dei quali il ‘tesoretto’ crescerebbe significativamente.
A proposito di conduttori e di compensi: vorremmo capire se i presentatori costretti a lavorare meno o a non lavorare a causa dell’emergenza sanitaria, abbiano avuto una riduzione dei cachet elargiti dal servizio pubblico o vi abbiano addirittura rinunciato.
Borioni, Coletti e Laganà hanno sollecitato l’AD Fabrizio Salini perché faccia propria l’iniziativa e si adoperi a sbloccare gli eventuali ostacoli burocratici interni a Viale Mazzini.