Attacchi diretti, frecciate, allusioni e sgambetti. Renzi e Salvini se le sono date di santa ragione: nel confronto televisivo avuto ieri a Porta a Porta, i due leader politici si sono scornati a più riprese, senza esclusione di colpi. E senza troppi convenevoli. Come pugili su un ring, dopo una fase iniziale di reciproca calibrazione, i Mattei hanno menato e ricevuto fendenti agitando argomentazioni ritenute insidiose per l’avversario. Dal punto di vista televisivo si è trattato di un evento piuttosto raro, e non ci riferiamo tanto all’esclusività del faccia a faccia in sé ma al fatto che esso sia avvenuto in un contesto molto equilibrato.
Al netto delle valutazioni politiche e di contenuto, riteniamo infatti che il primo (e forse unico) vincitore dell’atteso duello sia stato Bruno Vespa. Il giornalista, che si è aggiudicato un bel colpo, ha optato per una conduzione essenziale e si è attribuito il compito di dirigere il confronto senza la pretesa di manipolarlo. Scelta azzeccata. Il Vespone ha infatti lasciato che fossero gli stessi contendenti ad accedersi spontaneamente, aizzati dal loro narcisismo e dalla necessità di non soccombere nel duello. Unica pecca metodologica: soprattutto nella fase iniziale il conduttore avrebbe potuto favorire una maggiore interazione tra i due Mattei, che invece si sono trincerati dietro a comodi discorsetti. Nel prosieguo, fortunatamente, gli animi si sono accesi.
Abbiamo inoltre apprezzato la totale assenza di applausi nel corso della discussione. Piazzati ormai ovunque, soprattutto senza che se ne avverta il bisogno, i battimani sono infatti diventati un’odiosa consuetudine che ha omologato e deteriorato i talk show. Per una volta, liberi dal suddetto inquinamento acustico, i telespettatori hanno potuto prestare maggior attenzione ai contenuti.
Già, i contenuti. Qui arriva la nota dolente. Nel loro primo faccia a faccia, Renzi e Salvini non hanno stupito per l’originalità delle argomentazioni, già sentite altrove e ripetute a mo’ di slogan, che in alcuni casi hanno abbandonato il terreno politico e si sono trasformate in frecciate personali. Il leader di Italia Viva, ad esempio, ha accusato l’avversario di stare sempre nelle sagre ad abbuffarsi e non in Parlamento. Più avanti, però, il ‘Capitano’ ha avuto modo di restituire il colpo basso, chiedendo se nel bicchiere di Renzi ci fosse solo acqua. E lui: “Di alcol te ne intendi tu“. Ma si è anche parlato di tasse, economia, immigrazione, Quota 100 e soldi russi.
Nel corso della serata, entrambi i leader (passati a darsi del tu dopo l’iniziale e più formale lei) hanno avuto momenti di affanno alternati a improvvise rivincite sull’avversario. Ieri Renzi si è riappropriato di un ruolo – quello di diretto sfidante di Salvini – che le vicissitudini politiche sembravano avergli tolto. Il senatore fiorentino, tuttavia, non è riuscito ad imporsi nettamente sul ‘Capitano’, il quale non ha accennato a perdere terreno, pur apparendo depotenziato nella consueta verve dal contesto istituzionale di Porta a Porta.
1. Caterina ha scritto:
16 ottobre 2019 alle 12:53