“Si tratta di un’iniziativa senza precedenti“. Michele Santoro polemizza con i parlamentari leghisti che nei giorni scorsi avevano presentato un quesito rispetto alle indiscrezioni di un suo eventuale ritorno su Rai2. Sebbene il direttore di rete, Carlo Freccero, avesse già smorzato i toni al riguardo (confermando un incontro con il giornalista suo amico, ma negando l’esistenza di immediate trattative televisive), l’ex mattatore di Annozero e Servizio pubblico ha sentito il bisogno di alzare il polverone con una lettera indirizzata ai Presidenti di Camera, Rai e Vigilanza.
Riferendosi all’interrogazione leghista sul suo conto, Santoro si è rivolto così ai destinatari istituzionali della sua lettera:
“Ho deciso di sollecitare la vostra attenzione perché si tratta di un’iniziativa senza precedenti. Non solleva, infatti, obiezioni di merito su fatti, accordi reali o (cosa che sarebbe comunque grave) trattative in corso. In assenza di qualsiasi notizia di stampa sull’argomento, utilizza voci di corridoio per diffondere falsi allarmi e costringere la Rai a chiudermi la porta in faccia. A scanso di equivoci, voglio precisare che discutere della conformità dei contratti e dei contenuti delle trasmissioni agli indirizzi parlamentari rientra perfettamente nelle prerogative della Commissione; ma ciò non può permettere di interferire sui diritti individuali e sulla libertà d’informazione che, fino a prova contraria, restano principi costituzionalmente garantiti“.
Nella missiva, il giornalista ha criticato le domande dei parlamentari leghisti sul suo ipotetico ritorno in Rai e sull’ammontare dell’eventuale compenso.
“Sono domande improponibili, ledono il diritto privato e impediscono a un professionista di svolgere liberamente la sua attività; inoltre una siffatta formulazione assume un grado di deterrenza nei confronti non di una collaborazione esistente ma di qualsivoglia ipotetica futura collaborazione, quando la Costituzione Italiana riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro, e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto“.
Auspicando infine un intervento istituzionale per “ristabilire un clima di rispetto” e “scoraggiare altre iniziative inopportune”, Santoro ha aggiunto:
“Ho ritenuto di sollevare la questione non per me stesso ma perché sento messi in discussione princìpi fondamentali. Noi giornalisti, in particolare quelli che lavorano o collaborano con la Rai, siamo sempre richiamati al rispetto di regole e regolamenti elaborati dai parlamentari in quanto espressione del popolo. Ma nemmeno il popolo può conferire loro l’autorità di agire offendendo i principi fondamentali a cui si ispira la nostra Repubblica. Almeno fino a quando resteremo una democrazia“.
Di certo non è mai positivo che la politica si intrometta in questioni televisive ed editoriali che non le competono, soprattutto finché si resta nell’ambito delle indiscrezioni. Le irrituali fughe in avanti da parte della politica, purtroppo, non sono una novità: strano però che Santoro le avverta come una violazione solo quando riguardano lui stesso ed il suo eventuale ritorno sugli schermi Rai.
1. marco urli ha scritto:
28 febbraio 2019 alle 19:17