Promossi
9 a Storie Italiane. Nel traballante daytime feriale di Rai1, una nota positiva è lo show mattutino di Eleonora Daniele. Al programma, oltre ai buoni ascolti, va riconosciuta la capacità di creare filoni, non accontentandosi di trattare soltanto argomenti già battuti altrove. D’accordo, ci sono alcuni aspetti criticabili che però vanno pure contestualizzati rispetto all’obiettivo del programma di parlare, con un linguaggio accessibile, al pubblico del mattino.
8 ad Escape at Dannemora, miniserie di HBO trasmessa da Sky Atlantic. Un racconto carcerario crudo fa da cornice ad una disperata ricerca della felicità che non arriverà mai. Menzione di merito agli attori, in particolare Patricia Arquette, fresca vincitrice di un Sag Award per il ruolo.
7 a Freddie, speciale sui Queen di Rai2. Carlo Freccero osa in una serata complicata cavalcando, con l’ausilio di Morgan, il mito di Mercury, riportato in auge dal film Bohemian Rhapsody, e ottiene il 6.81% di share.
6 di incoraggiamento al malcapitato Amedeo Minghi. Ospite di Ora o Mai Più, il cantante viene massacrato gratuitamente per il brano Vattene Amore, suo più grande successo commerciale. I coach, anzichè giudicare la performance del concorrente, hanno preferito concentrarsi sulla canzone con toni davvero aspri.
Bocciati
5 alle polemiche di Rosita Celentano sulle mucche a Superbrain. E’ giusto ed onorevole portare all’attenzione il problema del maltrattamento degli animali, ma non tutto può essere però esasperato. Siamo comunque felici che dopo aver partecipato ad un reality sul circo con gli animali, la rampolla Celentano abbia preso a cuore la causa animalista.
4 alle infinite discussioni sui cachet Rai. Se guardiamo al caso specifico può essere discutibile che tizio, caio o Fazio guadagnino 2 milioni di euro l’anno; quel che però riteniamo sacrosanto è che la Rai, in presenza di grandi artisti e grandi introiti, possa elargire compensi elevati, in linea con il mercato, senza polemiche pretestuose o populiste.
3 agli ospiti italiani del Festival di Sanremo. La scelta di ospitare esponenti della canzone tricolore al Festival non ci è mai piaciuta: è irrispettosa per chi è in gara e sarebbe, al limite, ammissibile soltanto in casi eccezionali come la celebrazione di un anniversario o un duetto-evento. Il Festival 2019, invece, sembra avere una gara parallela, senza vincitore ma con artisti di serie A. Fa ridere poi la definizione di superospite.
2 a Adrian. Tanta attesa non era mai stata così mal ripagata. Lo show è stato pressochè inesistente mentre il cartone animato, per quanto frutto di un’idea suggestiva, si è rivelato talmente pretenzioso da risultare poco a fuoco. Se proprio Adriano Celentano non doveva cantare, almeno poteva spiegare cosa il pubblico avrebbe visto nella graphic novel. L’ego del Molleggiato sarà appagato anche dall’essere il re del peggio (per auditel)?
1 a Non Uccidere. Spesso si parla di sprechi del servizio pubblico, di risorse investite male. Ecco, la fiction con Miriam Leone ne è un esempio. Dopo il flop della prima stagione (costata tra gli 8 e i 10 milioni di euro), l’allora Direttore Generale Campo Dall’Orto e Eleonora Andreatta hanno dato fiducia alla serie in nome dell’”eccelsa qualità”, spostandola su Rai2 – giudicata più in linea con il prodotto rispetto a Rai3 – e su Raiplay. I risultati non sono arrivati e così l’ultima parte della seconda stagione prima è passata su Raiplay, dove non ci risulta abbia fatto sfracelli, e ora è trasmessa da Rai Premium dove sabato scorso ha raccolto lo 0.6%.
1. Adelaide di Sant'Erasmo ha scritto:
29 gennaio 2019 alle 16:17