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dicembre

Guarda… Stupisci, Renzo Arbore: «Farò conoscere ai Millennials la cultura napoletana. L’intrattenimento tv è sofferente, c’è una dittatura dell’Auditel»

Renzo Arbore

Renzo Arbore si fa ambasciatore dell’antica tradizione comica partenopea, tra gag, imitazioni, giochi di parole e guizzi d’improvvisazione. Un patrimonio da preservare anche e sopratutto oggi, quando – ammette il popolare cantautore – “l’intrattenimento televisivo è effettivamente sofferente“. Il 12 e il 19 dicembre alle 21.05, lo showman pugliese sarà in onda su Rai2 con , una “modesta e scombiccherata” lezione sulla Canzone Umoristica Napoletana. Ad accompagnarlo, Andrea Delogu e Nino Frassica. Affiancato da alcuni ospiti, tra cui Gigi Proietti, Lino Banfi, Enrico Montesano e Teo Teocoli, Arbore renderà omaggio ad una tradizione artistica ma anche alla città che sorge ai piedi del Vesuvio.

Lo studio di Guarda… Stupisci sarà un’aula vista mare in cui sarà ricostruita la Napoli classica, quella da cartolina, che è stata snobbata per tanti anni. Io addirittura sono stato accusato di ‘cartolinismo’ ma vedo che oggi c’è una grande riscoperta di Napoli, anche da parte di tante persone del nord Italia

spiega il cantautore, preannunciando l’intenzione di dar spazio in tv ad una “Napoli della luce“, contrapposta a quella “delle tenebre” che spesso le cronache o le fiction rappresentano. Un progetto di «educational show» - come lo chiamano in Rai – sui cui ascolti il presentatore non azzarda previsioni ed anzi rilancia denunciando una “dittatura dell’Auditel” oggi imperante. “Ci sono programmi premiati dall’ascolto ma non di qualità” dice.

Guarda… Stupisci sarà il suo personale tributo alla canzone umoristica napoletana?

E’ un ritorno ma anche la scoperta di un format che già avevamo riportato con “Indietro tutta! 30 e lode”. L’idea è quella di far conoscere pezzi di cultura del nostro Paese, in questo caso pezzi di cultura napoletana degli inizi del ‘900. Le canzoni napoletane umoristiche antiche ci hanno insegnato dei meccanismi umoristici che poi sono stati ripresi anche dai comici milanesi, torinesi, veneti o siciliani. I giochi di parole, i doppi sensi, l’ammiccamento sono una caratteristica di questo genere. Basti pensare a Totò, che ha inventato e codificato tutto un genere di umorismo. Il compito mio e di Ugo Porcelli (storico autore tv, ndDM) è quello di trasmettere queste cose ad un pubblico di Millennials, a chi non ha avuto la fortuna di vivere una stagione felice. Credo sia un format ripetibile anche con altre culture.

Per lei chi è Nino Frassica, che la affiancherà anche stavolta?

Frassica è l’inventore di un tipo di umorismo fantastico, perché artigianale. Lui parte dalla Sicilia, nobilitando quelli che facevano errori e giochi di parole terribili. Lo fa molto bene, con giochi di parole intelligenti per associazioni di idee: un genere straordinario che noi abbiamo codificato con Quelli della Notte e Indietro Tutta. L’altra scoperta è Andrea Delogu, che è una bravissima direttrice. Io la chiamo così perché lei ha diretto con grande sapienza l’entourage che abbiamo portato a Napoli. Lo ha fatto da signorina, da grande intenditrice.

Ma è vero che conobbe Nino Frassica perché lui le lasciò un messaggio sulla segreteria telefonica?

Sì, lui lasciò un messaggio alla mia segreteria telefonica dicendo: ‘Sono la segreteria telefonica di Nino Frassica, parlate al mio via’. Poi riattaccò, lasciando il suo numero. Io lo richiamai, parlai con sua madre, che ovviamente non credette fossi io. Finalmente parlai con lui e gli dissi di venirmi a trovare quando capitava a Roma. Il giorno dopo, guarda caso, era proprio a Roma (ride, ndDM). Capii che era in sintonia con me. Fece una rubrica ad Alto gradimento, poi a Quelli della Notte gli abbiamo fatto fare il frate, poi il bravo presentatore in Indietro Tutta. Lui è anche un bravo attore, un personaggio di spettacolo importante.

Si rivede in qualche protagonista dell’intrattenimento attuale?

Mi rivedo un po’ in Fiorello, ma anche in Lillo e Greg che sono un po’ gli eredi di Alto gradimento perché fanno satira di quello che succede nel mondo, riprendendo i tic, le fissazioni. In Guarda… Stupisci c’è anche una loro piccola partecipazione. Mi piacciono anche Ficarra e Picone o Elio e le Storie Tese. Però l’intrattenimento televisivo oggi è effettivamente sofferente e bisogna ricorrere al passato per sperare che si ritrovi quel filone che abbiamo inventato con Gianni Boncompagni negli anni ‘70 in radio e tv e che poi la Dandini ha seguito con Guzzanti. Abbiamo sollecitato i ragazzi a non fare solo lo stand up ma a trovare un’improvvisazione attorno ad un’idea centrale. Così abbiamo realizzato anche i contenuti di Guarda… Stupisci.

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