20
novembre

Festival di Sanremo 2019, regolamento: dopo il caso Meta-Moro, cambia il concetto di ‘canzone nuova’

Ermal Meta, Fabrizio Moro

Il regolamento del Festival di Sanremo cambia in uno dei suoi punti più controversi. Artisti avvisati, mezzi salvati. Il caso del presunto plagio contestato lo scorso anno ad Ermal Meta e Fabrizio Moro ha creato un precedente e così, quest’anno, gli organizzatori della kermesse hanno deciso di mettere mano al cavillo che norma l’utilizzo, all’interno delle nuove canzoni, di stralci di partiture già edite: proprio quello che – tra le polemiche – salvò i due vincitori dell’edizione 2018 dall’eliminazione.

Il regolamento di Sanremo 2019, nello specifico, prevede che la caratteristica di “canzone nuova” – indispensabile per prendere parte alla gara – sussista anche nell’eventualità di utilizzo di “stralci di partiture musicali e/o testuali di canzoni già edite, purché mai poste in vendita/commercializzate” e purché composte dagli stessi autori o compositori della canzone presentata, “sempre che queste nel totale non superino un quinto della canzone nuova stessa“.

Occhio al dettaglio: le parti già edite non devono superare un quinto della nuova canzone. La modifica sta proprio qui. L’anno scorso, infatti, il regolamento (più scarno) prevedeva che il requisito di novità sussistesse nel caso di utilizzo di stralci “campionati” di canzoni già edite, sempre che questi – nel totale – non superassero “un terzo della canzone nuova“.

Passando da un terzo ad un quinto, gli organizzatori del Festival hanno stretto le maglie rispetto ad una variabile musicale che lo scorso anno – proprio sull’onda del caso di Meta e Moro, che se ne avvalsero – aveva suscitato non poche critiche.

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1 Commento dei lettori »

1. Giovanni ha scritto:

20 novembre 2018 alle 16:54

I risultati di questi “regolamenti” sfociano inevitabilmente in canzoni che non si possono sentire: ormai è già stato scritto tutto e da ascoltare non c’è più nulla.



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