Se c’è un programma che per anni ha rappresentato al meglio Real Time, quel programma è Cortesie per gli Ospiti, che racchiude in sé tutti gli argomenti che sono stati all’esordio il cuore del canale 31: lo stile, la cucina e l’arredamento. Un titolo emblematico, che Discovery ha deciso di ripescare dopo ben sei stagioni dall’ultima messa in onda, forse proprio per ridare luce al canale e fargli ritrovare la sua identità perduta. Ebbene, quanto a questo, la mission può dirsi compiuta, perchè il nuovo Cortesie per gli Ospiti è identico a quello che debuttò nel 2005. Come se questi anni non fossero mai passati, come se la tv fosse rimasta ferma ad allora… come se non ci fosse proprio nulla di nuovo da dire o proporre.
Cortesie per gli Ospiti: nuovi giudici fin troppo simili a quelli passati
La formula e i personaggi sono rimasti esattamente gli stessi, anche se questi ultimi hanno cambiato faccia. Non c’è più Alessandro Borghese, ma lo sostituisce lo chef Roberto Valbuzzi, con una leggerezza piacevole ma più marcata; non ci sono più i rigidi commenti di Chiara Tonelli, ma al suo posto è arrivata la signorina Rottermeier della cucina, ovvero Csaba Dalla Zorza, talmente composta ed algida in modi e valutazioni da mettere in soggezione chiunque; si fa a meno dei commenti al vetriolo di Roberto Ruspoli, ma l’anima dandy e socialite è garantita dall’architetto romano Diego Thomas.
Cortesie per gli Ospiti: troppa enfasi e poca spontaneità
Tutto è rimasto uguale, solo più enfatizzato. A partire dai confessionali (che sbucano in qualsiasi momento), ormai vere e proprie scenette di repertorio, fino agli errori madornali che nessuno commetterebbe mai in un programma del genere (ma che servono a dare un senso alla gara) e ai concorrenti, che sembrano più strutturati perfino dei giudici.
Una costruzione narrativa che si ripete puntata dopo puntata, incapace di offrire il benché minimo accenno di spontaneità da parte dei protagonisti, ma che si lascia guardare e talvolta offre anche spunti e notizie interessanti. Per una rentrée così importante in palinsesto sarebbe stato carino inventarsi qualcosa di diverso e rendere il tutto un po’ più autentico, perchè il pubblico sarà anche sempre lo stesso, ma molto più scafato di prima.
1. marco. ha scritto:
6 novembre 2018 alle 15:03